AVACCIO (2) avv.

0.1 avaccio, avazzio, avazzo, ivaccio, ovaccio, uvaccio, vacci', vaccio, 'vaccio, vacçu, vacio, vaço, vazzo.

0.2 Lat. vivacius (DEI s.v. avaccio).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).

In testi sett.: Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Stat.assis., 1329; Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Doc. castell., 1361-87.

0.5 Locuz. e fras. altresì avaccio come 2.2; avaccio e bene 1; il più avaccio che poteva 2; lo più avaccio che 2; meno avaccio 2.2; più avaccio che 2.2; spesso e avaccio 2.

0.7 1 [Di un movimento o un'azione che si compie in un certo tempo:] velocemente; a grande velocità; impiegando poco tempo. 1.1 [Rif. alla facilità o possibilità di un'azione o di un evento]. 2 Entro breve tempo, (molto) presto; rapidamente, al più presto. 2.1 Con slancio, con impeto. 2.2 Locuz. cong. Più avaccio che, altresì avaccio come; locuz. avv. Meno avaccio: meglio, più (meno, altrettanto) bene, facilmente, volentieri; piuttosto, preferibilmente. 2.3 (Troppo) presto, in un tempo precedente quello desiderato. 3 [Con rif. al ciclo del giorno:] presto, di buon'ora; il più vicino all'inizio (di una parte del giorno). 3.1 [Con rif. al ciclo dell'anno:] (più) avaccio: prima, in un periodo, mese, giorno precedente rispetto a un altro; all'inizio della stagione.

0.8 Pietro G. Beltrami 01.01.2005.

1 [Di un movimento o un'azione che si compie in un certo tempo:] velocemente; a grande velocità; impiegando poco tempo.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 115.13: Et Catellina si n'andò inn altra parte molto avaccio e celatamente.

[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 150.6: E fue di tanto ingegno che neuno scrivea più tosto di lui nè legeva più avaccio nè ditava più copiosamente.

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 10, pag. 210.17: lo quale sarà più temparato: lo quale per la sua perfezione e per lo suo temperamento non andarà né troppo vacio né troppo piano.

[4] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 9, pag. 16.4: Nel grado della cavalleria sono da fare ventimila passi in cinque ore nel tempo della state, ed il più pieno grado, e che più avaccio sia di fare ventiquattro mila passi nelle dette cinque ore... || Cfr. Veg., Mil., 1, 9: «Pleno autem gradu, qui citatior est, totidem horis XXIIII milia peragenda sunt».

[5] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), lett. 24, pag. 293.16: giacendo affritto, retto e vaccio andare...

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 14.116, pag. 51: La lussuria l'accompagna, / che sia vaccio consumato.

[7] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 9, 43-48, pag. 269, col. 1.2: a significare la 'incontinencia', la quale conduxe le persone troppo avaccio ad ira...

[9] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 29, pag. 289.28: La cenere dele picciole rane, arse a spargere suso lo capo lavato, avaccio sana l'alopitia.

- Locuz. avv. Avaccio e bene.

[10] Cura uccelli di ratto, XIV in. (tosc.), pag. 25.6: Se vuoli che l'astore mudi bene, e ancora ch'egli abbia buone penne, togli la polvere della pepia un danaio peso, e dagliele ogni die dopo 'l pasto: e guarda che non gli ne dei più: e così muderà avaccio e bene.

1.1 [Rif. alla facilità o possibilità di un'azione o di un evento].

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), Predica 23, pag. 118.7: Tu sapresti avaccio fare un cavallo di carne? Va', pròvatene.

[2] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 14, pag. 252.8: E vu' sapiti et è vero che più axevelmente e più vaço se tol via et amorta lo piçolo male che 'l grande.

[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 16.3032, pag. 308: E l'altro, che l'Arabia anche produce, / Vaccio si rompe come lo cristallo.

2 Entro breve tempo, (molto) presto; rapidamente, al più presto.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2, pag. 181.28 e 29: che la cosa vene più vaccio a l'occhio, e l'occhio la vede più vacio che 'l busso e 'l romore non vene a l'orecchie...

[2] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 4.8, pag. 206: vedendo l'alta Fior sempre granata / e l'onorato antico uso romano / ch'a certo pèr, crudel forte villano, / s'avaccio ella no è ricoverata...

[3] Stat. pis., 1304, cap. 71, pag. 725.21: Lo qual consilglio, lo dicto priore sia tenuto et debbia, con tutte le forse del suo officio, quanto più avaccio potràve, a secutione mandare...

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), Predica 65, pag. 323.26: L'usuraio dovrebbe avaccio convertirsi, ch'è avaro.

[5] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 516.30: Vaccio li respose Sibilla...

[6] Stat. assis., 1329, pag. 162.31: ma se adevengha per l'umana fragilità en esse peccata encadere, a penetentia, quale è la seconda taola, po' el pericolo vaccio recorrere...

[7] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 11, pag. 144.10: E Cerbonio disse: Portatemi sicuramente e non temete, e sepelitemi avaccio...

[8] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 11, par. 1, vol. 1, pag. 44.19: E se saperemo alcuno contrafacente a la podestade e al capetanio, cho' più vaccio poderemo manefesterimo.

[9] Fiorio e Biancifiore, 1343 (ven.>tosc.), st. 63.1, pag. 95: E ad uno porto la venderono avaccio / a i·re de' saracini veramente...

[10] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 380.30: chiamando la morte che lliene portasse pur avaccio...

[11] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 28.6, pag. 573: e ché d'altrui pietà, da lei orgoglio, / non me piace cercar; né trovar voglio / che troppo vaccio faccia el mio desire...

[12] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 41, pag. 137.27: e esso per la gelosia che avea vaccio de tornare a la polçella, no·llo lasciò montare a cavallo...

[13] Doc. castell., 1361-87, pag. 223.34: Ite(m) co(n)fessocce Maffeo, a(n)no Mccclxxij del mes(e) d(e) dice(n)br(e) p(re)s(ente) Seg(n)orello (e) più altri ala foce de Tubiana li d(i)c(t)i xxv mine d(e) gra(n)o e la valuta da(r)me el più vaccio ch'elli podeva.

- Locuz. avv. Spesso e avaccio: frequentemente e con sollecitudine.

[14] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 11, pag. 93.33: e perchè, come già è detto, la confessione si dee fare spesso e avaccio.

- Locuz. cong. Lo più avaccio che: non appena.

[15] Stat. pis., 1330 (2), cap. 7, pag. 458.23: Et farò ricogliere li diricti delle corte, li quali alcuno per cauze dare dovesse, lo più uvaccio che dinonsiato sarà dai giudici delle corte, u vero dai loro notari...

2.1 Con slancio, con impeto.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 2: lo nimico, se di lui farai scherne, uvaccio verà teco a paraule (et) a facti.

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 186.8, pag. 374: Dicer li dee ch'e' sarebbe morto, / Sanz'averne rispetto, molt'avaccio, / Se· ll'uon sapesse ch'e' fosse co· llei...

[3] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 226, pag. 332: La Humilitate ardita / facese innançi vacçu, / àla presa inn- un lacçu, / quella falsa tradente.

[4] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 32.6, pag. 91: E la camiscia sua gittata via, / nelle sue braccia si ricolse avaccio; / e stringendo l'un l'altro con fervore, / d'amor sentiron l'ultimo valore.

[5] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 370.20: e parevano tutti che fossono arabbiati, e aventavansi a qualunque bigoncia di grano poteano più avaccio.

2.2 Locuz. cong. Più avaccio che, altresì avaccio come; locuz. avv. Meno avaccio: meglio, più (meno, altrettanto) facilmente, volentieri; piuttosto, preferibilmente.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 27, pag. 97.11: Et Salamon disse: che più avaccio è da amare un ladrone, che quegli che sempre dicie mensognie.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 32, pag. 109.16: Et, advegnia che siano tuoi amici, non perciò gli de' meno avaccio riguiderdonare...

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 8, pag. 128.23: E questi cotali monti cupi e solli dentro, per rascione potareano èssare fatti dal terremoto altresì vacio co' dal deluvio o da altro...

[4] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 39, pag. 39.10: Ma chi propone il pericolo del comune al suo speziale, fa saviamente, perché al suo comune rende il debito suo, e vuol per molti più avaccio perire che con molti.

[5] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 11, pag. 40.5: E questo dixe e fece fare per dare a nui exemplo de punire plui vaço li grandi ka li minori..

[6] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 133.6: perchè la metà delle case loro del Fondaccio non le prendessono i figliuoli di Vanni Manetti, nati di monna Francesca di Tuccio, moglie che fu del detto Vanni, a' quali appartenea e appartiene il retaggio del detto Tuccio e de' figliuoli più avaccio che a loro...

2.3 (Troppo) presto, in un tempo precedente quello desiderato.

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 44.4, pag. 94: Troiolo l'abbracciò quasi piangendo, / e stringendola forte la basciava, / il giorno che venia maladicendo, / che lor così avaccio separava.

[2] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 7.6, pag. 669: E s'ucciderme déi, prego che spacce: / ché mei' m'è morir vaccio, ch'io sostenga, / vivendo, morte ed infra me desvenga / a poco a poco, pur co' fanno i ghiacce.

[3] Passione cod. V.E.477, XIV m. (castell.), 1592, pag. 80: O gente, con nequitança, / perké avete mia sperança, / quelli k'eo portai en braço / m'avete tolto così vaccio?

[4] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 83.2: Landolfo, figliuolo del detto Lippaccio, fu anche uno bello giovane. Morì molto avaccio; non ebbe nè moglie nè figliuoli.

3 [Con rif. al ciclo del giorno:] presto, di buon'ora; il più vicino all'inizio (di una parte del giorno).

[1] Stat. fior., 1280-98, par. 12, pag. 57.34: che fossero tenuti i detti capitani e' detti camarlinghi dela Compangnia d'essere a questa cotale messa la mattina avaccio...

[2] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 61, par. 4, vol. 1, pag. 243.20: E siano tenute sonare le canpane de dì e de nocte vaccio e tardo co' la podestade e 'l capetanio e i priore a loro s'adurronno a comandare e co' d'esse signore procederà volontade.

[3] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 204.2: di che gli Anziani subitamente feciono sonare le campane e svegliare la gente, essendo presso al dì: ma non fu sì avaccio, che la gente nostra non fosse giunta già a le mura...

[4] Stat. fior., XIV, cap. 12, pag. 38.25: Ancora ordiniamo che ciascuno della Compagnía venga bene la sera avaccio a cantare a Dio laude dinanzi a la ymagine di nostra Donna;

3.1 [Con rif. al ciclo dell'anno:] (più) avaccio: prima, in un periodo, mese, giorno precedente rispetto a un altro; all'inizio della stagione.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2, pag. 179.2: la prima neve che noi vedemo la vedemo e·lli monti, e specialmente e·lli alti, più vaccio ch'e·llo piano.

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 6, pag. 13.14: Se poterai avaccio, molti sermenti; se tardi, molto frutto aspetta.

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 2, cap. 16, pag. 69.13: Amano il campo duro, secco, e calculoso, e lo cielo caldissimo, perocchè sogliono avaccio fiorire.

[4] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 41, pag. 291.6: Se poti avaccio avrai molti sermenti, e se poti tardi avrai molte uve...

[u.r. 07.03.2022; doc. parzialm. aggiorn.]