AVARAMENTE avv.

0.1 avaramente.

0.2 Da avaro.

0.3 Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.).

0.7 1 Avidamente, con brama di un (considerevole) guadagno. 2 [Di beni materiali:] tenere, serbare avaramente: con eccessivo attaccamento.

0.8 Elena Artale 23.02.2001.

1 Avidamente, con brama di un (considerevole) guadagno.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 8.63, pag. 449: Ingeneraro tre figliuoli apresso: / Cain fu il primo, che in l'agricoltura / avaramente avea il suo cor messo; / Abel fu poi, ch'ebbe l'anima pura, / fedele a Dio, e sì come pastore / le pecore guardava a la pastura.

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 9, sommario, pag. 375.18: Come Pleminio e' suoi avaramente e crudelmente si portarono: di che venuti a zuffa co' militi de' tribuni, volendo Pleminio far violenza a' tribuni, gli furono tagliati gli orecchi e il naso: ed egli poi fece uccidere i tribuni, i quali Scipione aveva comandato che fossero menati a Roma. -

[3] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), cap. 3, pag. 64.20: Di voi dice il profeta: «E principi suoi come e lupi rapienti la preda e avaramente seguitando e guadagni».

2 [Di beni materiali:] tenere, serbare avaramente: con eccessivo attaccamento.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 305.6: Licite sono divisie, accioché tre cose vi siano: prima, che giustamente siano accattate; segondo, che non siano tenute avaramente; tersa, che non siano male dispese.

[2] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 10, pag. 415.8: Massimamente lo vizio dell'avarizia ti convien fuggire, non solamente in ciò, che non togli l'altrui (e di questo molto ben ti guarda, che questo eziandio le leggi del Mondo vietano, e condannano) ma che il tuo tu lo riputi fuor di te, non serbi, nè amilo avaramente.

[3] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 53.14: E se non soprastò alli detti guadagni per tenerli nel tempo che dee venire avaramente, ma per ispenderli largamente al suo tempo e luogo, in ciò difendo la mia nobiltà e la prodezza de' costumi. || Ma cfr. De Amore, I, 6 B: «sed quod praedicta lucra improbe futuri intuitu cumulare non insisto, sed ea provide et largissime suo loco et tempore aliis dispensare contendo»; forse ha influito sulla redazione volg. il successivo largissime (cfr. avarizia 0.6 N).

[u.r. 29.02.2008]