ÀVIDO agg.

0.1 avida, avide, avidi, avido, avidu.

0.2 Lat. avidus (LEI s.v. avidus).

0.3 Boccaccio, Ameto, 1341-42: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Ameto, 1341-42; Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi mediani e merid.: Cronaca volg.isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.6 N Cfr. avidità 0.6 N.

0.7 1 Cupido, oltremodo desideroso (di qsa). 1.1 Assol. Voglioso, concupiscente (anche fig.).

0.8 Elena Artale 08.02.2001.

1 Cupido, oltremodo desideroso (di qsa).

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 20, vol. 1, pag. 157.13: L'anima umana avida di dilettazione, poichè peccando si partì dall'unità, cioè da Dio, uno, solo, e vero bene, poichè non si può empiere di nulla qualità di cosa creata, procura di empiersi di lor varietà, e però cerca or questo, or quell'altro bene...

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 13, pag. 121.14: lo stare a me lontano riserva quando Panfilo co' suoi piacevoli ragionari diletterà le mie avide orecchie di lui udire.

[3] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 51, pag. 94.28: Questi, fuggendo per lo campo, non avendo ardimento di combattere con lei, fuggivale dinanzi, ed ella avida e disiderosa di quella preda, cioè dell'oro che quegli aveva addosso, lo seguitava e non s'avvedea di quello toscano Arunte, che le andava pure dietro per darle morte a tradimento.

[4] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 7, pag. 24.6: Rogeri, standu a Rigiu cum so frati, duca Rubertu, audendu chi Sichilia era cussì incredula et cussì inpressu, chi non chi era si non pocu di mari in menzu, avidu di signoria, pensandu di aquistari dui utilitati, di anima et di corpu, [[...]], omni modu deliberau in so animu di passari lu mari a la insula di Sichilia. || Cfr. Malaterra, II, I: «Siciliam incredulam audiens, [[...]], ut semper dominationis avidus erat, ambitione adipiscendi eam captus est».

[5] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 156.1: Ma li soi vicini diceanoli lupa però che multo era avida guadagnare de l'atto venereo.

1.1 Assol. Voglioso, concupiscente (anche fig.).

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 12, par. 26, pag. 710.8: e similmente la candida e diritta gola e il morbido collo dal verde mantello coperto, il quale però non toglie alcuna parte del petto dal vestire consentita, agli occhi di colui che ardendo rimira; il quale iguali e di carne pieno, ben rispondente agli omeri, degni d'essere sovente d'amorosi pesi premuti, con avido sguardo è da Ameto mirato.

[2] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 140.20: Di queste lagrime serai contento senza morte, e la tua fiaccula non è degna di sottointrare li avidi fuochi. || Cfr. Ov., Rem. Am., 38: «non tua fas avidos digna subire rogos».

[u.r. 30.03.2018]