AVVEDERE v.

0.1 abedere, advede, adveduti, adveduto, advidero, advidono, advidutu, avé, aveço, aveçu, aveçuda, aveçudi, aveçudo, aveçui, aveçuo, aveçuti, aveçuto, aved', aveda, avede, avedea, avedeasi, avedeasine, avedemo, avedendosene, avedendosi, aveder, avederanno, avedere, avedersene, avedersi, avederti, avedesersi, avedesse, avedessero, avedessi, avedessono, avedesti, avedete, avedetevi, avedeva, avedevano, avedevi, avedi, avediamo, avedisti, aveditene, avedrà , avedrai, avedranno, avedrassi, avedrebbe, avedrebbono, avedremo, avedrete, avedrò, avedudo, aveduta, avedute, aveduti, avedutisi, aveduto, avedutosi, avegano, avegendose, avegga, aveggano, aveggendosi, avegghi, avegghino, aveggi, aveggia, aveggiamo, aveggiano, aveggie, aveggiendo, aveggiendosi, aveggino, aveggio, aveggiono, aveggo, aveggono, avegia, avegiendosi, avegio, avego, avegomi, avegono, avëo,avezudho,aviçudo, avidde, aviddero, aviddi, aviddisi, aviddono, avide, avidendose, avidendu, avideno, avidero, avidesi, avidi, avidia, avidimene, avidono, aviede, avigio, avista, avisti, avisto, avistu, avvedde, avvede, avvedea, avvedeano, avvedeasi, avvedemmo, avvedendoci, avvedendomene, avvedendomi, avvedendose, avvedendosene, avvedèndosene, avvedendosi, avvedercene, avvedere, avvederebbesi, avvedersene, avvedersi, avvedervi, avvedesi, avvedesse, avvedesseno, avvedessero, avvedessi, avvedesti, avvedete, avvedeva, avvedevano, avvedevi, avvedi, avvediamo, avvedieno, avvedomi, avvedrà , avvedrai, avvedranno, avvedrebbe, avvedrebbero, avvedremo, avvedresti, avvedrete, avveduta, avvedutasi, avvedute, avveduti, avvedutisi, avveduto, avvedutosene, avvedutosi, avvegga, avveggano, avveggendoci, avveggendomi, avveggendosi, avveggente, avveggia, avveggiamo, avveggiendosi, avveggio, avveggiomi, avveggiono, avveggo, avveggono, avveggonsi, avvegio, avveio, avvidde, avviddero, avviddi, avviddono, avviddonsi, avvide, avvider, avvidero, avvidesi, avvidi, avvidimi, avvidono, avvidonsi, avvidoro.

0.2 Da vedere.

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 2.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Lett. sen., 1269; Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.); Tristano Cors., XIV ex. (ven.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

In testi sic.: Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Nota il part. forte avvisto.

Locuz. e fras. che se ne sarebbe avveduto un cieco 1.1; fare avvedere 1.2, 2.4; mettere ad avvedere 2.4.

0.7 1 Percepire qsa o qno per mezzo della vista, vedere. 1.1 Fras. [Indica ciò che è chiaramente visibile:] Che se ne sarebbe avveduto un cieco. 1.2 Fras. Fare avvedere: mostrare, svelare (un segreto, un inganno). 1.3 Identificare (qno già noto), riconoscere. 1.4 Vedere davanti a sé, prevedere. 2 Fig. Percepire qsa per mezzo dell'intelletto, capire; avere consapevolezza di qsa, sapere. 2.1 [Con valore copulativo:] prendere coscienza di una determinata condizione, scoprirsi in un certo modo. 2.2 Considerare (attentamente), riflettere. 2.3 Rendersi certo, constatare qsa. 2.4 Fras. Fare avvedere di qsa: informare, mettere in guardia riguardo a qsa. [Seguito da proposizione completiva:] locuz. verb. Mettere ad avvedere di qsa. Pron. 3 Intendere, avere in animo di fare qsa.

0.8 Rossella Mosti 22.01.2001.

1 Percepire qsa o qno per mezzo della vista, vedere.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 70, pag. 83.16: Allora vedendo Golfieri che 'l leone non venìa fieramente né iratamente, ressesi e aspectò di presso, sie che s'avidde che questo leone avea intorno alla gola uno serpente avolto, lo quale li tenea la testa in de l'uno delli orechie.

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 156.9: La dea amaliò questo fiume, e guastollo con maravigliosi veleni [[...]] Silla venne; ed eravi entrata quasi insino al mezzo ventre, quando ella s'avidde che 'l suo pettignone era bruttato di nuove maraviglie abaianti.

[3] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 4, pag. 117.9: Ma l'Ammiraglio seguendo alla presura della cittade, non si avvide della fuga di Alchafi a tempo che potuto giugnere l'avesse, e però intende alla distruzione dello rimanente...

[4] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 8, pag. 33.5: Nun si convinni lu conti Rugeri et lu Duca rimasi. Et illu intrau in mari cum la genti di cavallu, di notti, nun sindi avidendu li Missinisi...

[5] Cronaca sen.(1202-1362), c. 1362, pag. 126.5: Esendo el dì di sancto Pietro un grande vento, s'atachò el fuocho nella chontrada di Realto, e questo venne per una donna, la quale aveva fatta una bochata el dì inanzi, ed erasi atachato el fuocho in chasa, e non se ne avedeva, e il vento fu quello che 'l fece scopiare...

[6] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 119.25: E quando i frati s'aviddono di questa bestia che venia loro dietro cominciano aver grande [pau]ra...

[7] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 119, S. Agostino, vol. 3, pag. 1072.1: Al quale grido i cittadini e ' monaci commossi correvano a avedere questa cosa... || Cfr. Leg. aurea, CXX, 866: «Ad quorum clamores cives et monachi excitati ad tam grande spectaculum confluebant».

1.1 Fras. [Indica ciò che è chiaramente visibile:] Che se ne sarebbe avveduto un cieco.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 5, pag. 608.42: Venuta l'ora della cena e costoro, avendo lasciata opera e giù nella corte discesi, essendovi Filippo e la Niccolosa, alquanto in servigio di Calandrino ivi si posero a stare; dove Calandrino cominciò a guardare la Niccolosa e a fare i più nuovi atti del mondo, tali e tanti, che se ne sarebbe avveduto un cieco.

1.2 Fras. Fare avvedere: mostrare, svelare (un segreto, un inganno).

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 6, pag. 214.33: Ora non credo io che voi crediate che io la vi mandassi: ma se io fossi in vostro luogo, io farei che egli vi troverebbe me in luogo di colei cui trovarvi si crede, e quando alquanto con lui dimorata fossi, io il farei avvedere con cui stato fosse e quello onore che a lui se ne convenisse ne gli farei...

1.3 Identificare (qno già noto), riconoscere.

[1] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 545.23: Deidamia la bella inanzi a tutte come reina; apresso di lei Achilletta venne; di prima facia bene rasembra donna di valore; sembianti non avea di colui cui cercando vanno. Molto saviamente s'era contenuta in quello stato; non era alcuno che di lui [[Achille]] s'avedessi.

[2] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 546.30: Questo disse Ulisse solo per fare sentire a Achille che di lui s'era aveduto.

1.4 Vedere davanti a sé, prevedere.

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 19, 106-120, pag. 487, col. 1.3: S'accorse il Vangelista ... Sozunge come in l'Apocalissi se profetiza tale regimento [della Chiesa di Dio], e dixe che l'Evangelista se n'avede. Circa la quale previsione si è da savere che san Zoanne evangelista scrisse ... ch'elli fece una ... visione, ... la quale ... significa lo stado della Chiesia ...

[2] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 281-90, pag. 88.24: Quante volte tu dietro alle femmine l'appetito dirizzi, quante volte, fetido e maculato da esse partendoti, tra loro che purissime sono ti vai a rimescolare, non vergognandoti della tua bestialità! E certo, se tu non te ne rimani, egli mi pare avvedere che t'avverrà, e meritamente.

2 Fig. Percepire qsa per mezzo dell'intelletto, capire; avere consapevolezza di qsa, sapere.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 542, pag. 619: S'eu fui sì fole q'eu no fui aveçuo / q'en li peccati son longamen çasuo, / da q[e] eu me repento de ço qe m'è aveg[n]uo, / en la Toa corte dô esser recevuo, / dig mei peccadhi deslavad e solvuo.

[2] Lett. sen., 1269, pag. 417.28: (E) item xij lib. (e) x s. di p(ro)v., i q(ua)li sono p(er) uno bioio di Chanbrasgio di meço cholore q(ue) mandai ai nostri di Lonbardia dela fiera di Sant'Aiuolo pasata, e no fue (chon)tiato ala 'nvestita dei pani q(ue) faciemo in deto Sant'Aiuolo p(er) ubriança, (e)d avidimene quando iscrisi nel mio livro la deta investita tuta p(er) partite se(chon)do q(ue) chostò, (e)d abolo divisato ai nostri di Lonbardia q(ue) li scrivano a loro avuta.

[3] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2722, pag. 269: Questi si scosta molto / da la verace fede: / forse che non s'avede / che 'l Misericordioso, / tutto che sia pietoso, / sentenza per giustizia / intra 'l bene e le vizia, / e dà merito e pene / secondo che s'aviene?

[4] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 4, pag. 185.26: e la gente de quella cità o de quella provinzia a passo a passo se verrà aparechiando, quasi non avedendosene, a la guerra e al scandalo, e li non savi de quella guerra e de quella lite encolparà l'uno l'altro, non conoscendo là ond'ella vene.

[5] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 16, pag. 150.35: Appresso conviene che le femmine sieno oneste, acciò ch'elle si guardino dei segni e delle parole che tornino ad alcuna disonestà. Ché quando il marito s'avvede d'alcuno, elli à sospezione della moglie; ond'elli non è poi certo se i figliuoli sono suoi.

[6] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 42, pag. 76.17: E quando [[la Fede Cristiana]] li [[i servi suoi]] ebbe presi e legati, li esaminò diligentemente e fecesi aprire tutte le loro credenze e l'intendimenti che davano alla Scrittura Divina. Allora s'avide che per semplicità v'eran caduti e per diletto delle cose del mondo...

[7] F Son. Como l'argento vivo fug'êl foco, XIII sm. (fior.): vedendo voi, ardimento ò sì poco, / ch'i' non vi· sacio dicer lo mi' core; / così tacendo, perdo d'aver gioco, / se voi non fate come 'l bon signore, / che, 'nansic'omo li· ch<i>era, si· n'avede, / tant'à in sé di bona canosciença, / onde lo servidor non è perdente. || CLPIO, L 417 JaLe.9; ma cfr. V 850 PeMo.9, con attrib. a Pietro Morovelli.

[8] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 15.23, pag. 57: E s'io lo scuso, fo contro a corag[g]io: / però conven da me venir l'aiuto, / ch'adimandare io non ne so consiglio; / però m'avëo che qualunque eo piglio, / già non mi rende gioia né saluto.

[9] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.94, pag. 79: Rendomene pentuto, ché non fui avveduto: / per lo mondo avversire, lassai lo tuo servire; / ora lo vorrìa fare, non me posso adiutare; / de la vergogna m'ardo, che m'avviddi sì tardo».

[10] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 74.13: E segondo la tersa natura si este, sed ella si vanta di paraule che l'omo s'avede bene che l'ama, autresì chome lupo morde li suoi piedi di sua boccha, s[a]e ella bene per forsa di paraule [r]ichoprire ch'ame, celare che se [n'è] troppo innansi andata.

[11] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 118, pag. 393.9: Quel, che tu credi, che sia la sommità, è scaglione. Ma ciascuno è ingannato in quello, che non conosce veramente, e corre a queste cose come alle buone, ingannato per la nominanza, po' che s'avvede, e conosce, ch'elle son ree, o vane, o minori, che quel ch'egli sperava.

[12] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 20.1: Lavina respuse: "Non per romper treva questo fazo, ma per che Enea soctile mectase a le fortecze de la nostra citate; questa sagecta lo farà plu avisato, considerato che nuy ce adonemo de soe malitie". Colui non avidendose de la ccasone, la sagecta pusse in seo arco et tirando gectau ad presso ad Enea la quale ficta remase.

[13] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 14, 130-138, pag. 397, col. 1.5: Dovea ben solver ... Responde Virg. e per renderlo seguro a domandare dixe c'a lui piace ch'el domandi: ver è che quando el vide la palude là o' èno purgati li tyranni che bullía cum vermeglio e sanguinolento colore, che bene se dovea avedere che quel era Flegietonte.

[14] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 140.10: Allora lo dio cianciante, sì come pur allotta si fosse avveduto dello inganno, ragguarda il mare dalla ripiegata nave, e simigliante a piagnente, disse: o navigatori, voi non mi prometteste questi porti: io non vi pregai che voi mi menaste a questa terra. Per qual fatto hoe io meritata pena?

[15] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 128.18: però che io temo, o Minos, che alcuno disavedutamente non ferisca lo tuo petto. Chi sarebbe sì duro, che volesse lanciare vero te la crudele asta, avvedendosene? || Cfr. Ov. Met. VIII, 66: «Quis enim tam durus, ut in te dirigere inmitem non inscius audeat hastam?».

[16] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 419.16: Turno a queste cose contradicendo, così risponde: O suoro, io già m'aviddi e cognobbi quando tu prima turbasti la concordia per arte, e te desti in queste battaglie...

[17] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 96.9, pag. 641: Perch'io m'aveggio mo' che gamba corta / non se convèn ch'alto scalone ascenda, / onde mia scusa per voi se comprenda.

[18] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 777, pag. 179: Allo re d'Ongarìa me vollio retornare. / Ad homo de quisto regno no se volea fidare, / Set non con alecuni Ongari se volea conselliare; / Mise in dubio la gente che li debia lassare. / Comensò ad venire in odio della gente; /Multi che ben li volsero, lo odiaro veramente; / Lo re se nne advede dello sou commenente...

[19] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 15, pag. 274.2: E a li Fiorentini ve entrò in parte assai de questa preda, tra le quali ve entrò doi colone nobilissime de pietra multo virtuosa: e furon malitiosamente cote in foco e coperte de nobil panno. E de questo non se avidero, li dicti Fiorentini; e però li fo dicto orbi da quello in qua.

[20] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 39.243, pag. 273: Voltòsse Iexù a Petro et quel riguarda, / il qual se avide che era stato losco, / né niente a ricordarse no(n) ritarda / de la parola che pria gli avea detta...

[21] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 56, pag. 54.4: Quando lo tuo sparvero àe questo male e non lo sai conoscere, ma pur t'avedi e cognosci ch'àe male, in prima dalli a beccare carne intinta in mele ed in olio rosato con limatura di ferro mesta con queste cose e in su la carne, e cusì guarrà.

[22] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] ball.27.3, pag. 151: Nulla mi vale e tardi me n'aveggio / del lungo inganno che m'ha fatt'Amore, / che m'ha condotto pur di male in peggio, / sempre con speme lusingando 'l core, / d'oggi in domane; e qual fu' sono ancore.

[23] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 2, pag. 223.18: Petrus: Ben confeso che fin aora non me sum avisto e non savea che l' infidel avese fe'.

[24] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 123.14: E miser Palamides, che ben s'avede ch'eli parlano de luj, vene tuto roso de vergogna...

2.1 [Con valore copulativo:] prendere coscienza di una determinata condizione, scoprirsi in un certo modo.

[1] Jacopo Alighieri, Inf., 1322 (fior.), cap. 26, pag. 133.23: ond'egli [[il re Nicomede]] per femmina ricevendolo, [[scil. Achille]] a conpagnia di sua figliuola il lasciava, colla quale crescendo, l'un dell'altro innamorati s'aviddero, usando insieme carnalmente più volte.

2.2 Considerare (attentamente), riflettere.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 3, pag. 199.4: A vostra veduta, chi bene s'avedesse, gran parte de la battaglia è già vinta.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 14.133, vol. 3, pag. 237: ma chi s'avvede che i vivi suggelli / d'ogne bellezza più fanno più suso, / e ch'io non m'era lì rivolto a quelli, / escusar puommi di quel ch'io m'accuso...

2.2.1 Estens. Tenere conto di qsa, dare importanza a qsa.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 81, pag. 216.8: Poi il buon uomo prosegue, e ragguarda l'altre cose, per le quali tutta la comparazione si fa. E se la differenza sarà di piccola cosa, e' mostrerrà di non avvedersene.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 14.5, pag. 31: Indurato m'è Amore, e tu 'l credi, / c'onni mi' disïo mi fa retrorso, / no vole mi' omaço né ma fedi, / ronpime 'l core, tale mi fa sforso; / ch'i' lo contempsi, dico che s'avedi, / però che l'utele tempo ò scorso; / sopra de mi credo che sì excedi, / como tyro venenato m'à morso.

2.3 Rendersi certo, constatare qsa.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 376.25: Ma d'onde che [[lo zafferano]] sia [[...]] e che non tenga sabbione, e di ciò ti puoi avedere: arrecalo in sun uno tagliere e colla mano leggiermente lo scuoti sopra lo detto tagliere e leva il zafferano, e se terrà sabbione, cioè rena, o altro tenere grave, rimarrà in sul tagliere sicchè il potrai vedere.

[2] Lett. volt., 1348-53, pag. 183.30: Amandoti noi come caro fratello, come per opera ti se' aveduto, e così essendo certi che tu ami noi, ci meravigliamo forte di quello che ci scrivi...

[3] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 10, pag. 38.32: e a questo ci potiamo avvedere che noi amiamo Cristo, quando noi amiamo chi lui onora et ama...

2.4 Fras. Fare avvedere di qsa: informare, mettere in guardia riguardo a qsa. [Seguito da proposizione completiva:] locuz. verb. Mettere ad avvedere di qsa.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 3, pag. 69.6: e egli, già in età ferma pervenuto, cominciò a riempiere la terra delle aportate armi e a fare avedere coloro, che con perfetta fede i suoi detti ascoltavano, del ricevuto inganno, porto dall'antico oste...

[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 649, pag. 147: Nanni non stava in Aquila né potea revenire; / Stava a male con ser Lalle; fecealo de fore gire, / Ca la corte cacciòlo; pregò Deo de fugire; / Foli misso ad abedere che lo volea tradire.

2.4.1 Pron. Fare attenzione, badare a qsa; darsi da fare. [Relig.] Ravvedersi, pentirsi.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 18, pag. 83.1: Unde colui che provide non dice: ma' io me n'avidi perciò che, non dubita ma espetta, e non teme ma guardasi.

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 4, pag. 37.15: Et però avedetevi sì ora, che non vi vinca avaritia, che voi non abbiate et non vi prepognate Dio innanti alli occhi vostri et lo regno di Dio sopra tutte le cose del mondo, però ch'elle sono nulla.

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 65.2, pag. 59: Amore, el çoco m'à dato tal bando, / s'i' no m'aveço, temo di fogare, / ch'Amore diçe servire me quando / lo Anticristo ne virà predicare...

[4] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 635, pag. 382, col. 2: e dice: 'Catarina, / vergene pura et fina, / sta ben francamente, / cha l'alto Dio omnipotente / te darrà sapientia / sopre la tua scientia, / che tucti vencerai / quilli che trovarai, / et convertire se digiu / da poi che mo se avigio, / et martiri sarrao, / ad celo venerao...

[5] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 2, ott. 71.2, pag. 61: Chi mi vorrà se io c'invecchio mai? / Certo nessuno, ed allora avvedersi / altro non è se non crescer di guai. / Niente vale il dì dietro pentersi / e dir dolente: 'perché non amai?'. / Buon è adunque a tempo provvedersi...

[6] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 2, cap. 3, pag. 21.27: Or v'avvedete a buon'otta, amadori delle cose vane, e non perdete più tempo; e sanza indugio tornate a vera penitenzia, non aspettando più lo 'ncerto tempo.

3 Pron. Intendere, avere in animo di fare qsa.

[1] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 2.37, pag. 31: Pur vi rimembri dove Amor mo' siede; / che laude far d'altrui el se n'avede, / onde poi cresce d'Amor più l'aita.

[u.r. 26.03.2024]