AVVEDUTO agg./s.m.

0.1 adveduti, adveduto, advidutu, aveçuda, aveçudi, aveçudo, aveçui, aveçuo, aveçuti, aveçuto, aveduta, avedute, aveduti, aveduto, avezudho,aviçudo, avveduta, avvedute, avveduti, avvedutissimo, avveduto.

0.2 V. avvedere.

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.4.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Guido Faba, Gemma, 1239/48 (bologn.); Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.).

0.5 Locuz. e fras. fare avveduto 1.4.1; farsi avveduto 1.4.1.

0.6 A Doc. sen., 1231-32: Pagano Aveduti.

0.7 1 Che dimostra prudenza e saggezza nell'operare, oculato, attento; previdente. 1.1 Sost. Chi vede bene, l'accorto. 1.2 Furbo. 1.3 Risoluto, pronto a fare qsa. 1.4 Che è a conoscenza di qsa, informato; consapevole.

0.8 Rossella Mosti 22.01.2001.

1 Che dimostra prudenza e saggezza nell'operare, oculato, attento; previdente.

[1] Guido Faba, Gemma, 1239/48 (bologn.), pag. 8.11: IX. Troppo ène grande cosa, in quello, che l'omo dé fare, essere aviçudo, açòe che le visende nostre u altrue possano avere debito complemento.

[2] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1659, pag. 80: Mai tu no sai d'un fier arguaito / Qe t'à ferir grevo gamaito: / Se tu no ei ben aveçudo, / Molto tost seras confondudo.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 157.14: Perciò sia il dittatore accorto et adveduto in fare la salutazione avenante e convenevole d'ogne canto, sicché in essa medesima conquisti la grazia e la benivoglienza del ricevente, sì come noi dimostramo avanti secondo la rettorica di Tullio.

[4] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1223, pag. 54: Lo segnor sí dixe ali frai: / «Siá guarnidi et aprestai / E ben acorti et aveçudi! / Ke sta nocte firí asaliudi, / Scandaliçai vu sarí, / Quando preso me vederí!»

[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 792, pag. 127: Li ben del paradiso el av aver golzudho / S'el foss habiuo denanze acort e avezudho.

[6] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 5, pag. 288.31: donde perciò che i gentili uomini ànno più senno e sono più savi e più avveduti che i villani, ei pare che i gentili uomini sieno migliori battaglieri che i villani.

[7] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.91, pag. 79: Segnor, misericordia! fa' meco tua concordia! / Famme la perdonanza de mia grave offensanza! / Rendomene pentuto, ché non fui avveduto: / per lo mondo avversire, lassai lo tuo servire...

[8] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 278, pag. 334: Quando 'l Sengnor entendelo, tosto fece clamare / lu Timore advidutu; / un bon destreru donali, ke li debia menare / per succursu et adiutu...

[9] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 12, cap. 1, par. 2, pag. 243.24: Prudente, cioè savio, vuole dire quasi per certo vedente; ch'egli è sì avveduto ch'e' provede gl'incerti avvenimenti.

[10] Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.), pag. 382, col. 3.12: De la casa de' Minij fo lo bono Pompeo, molto savio et ardito. Questuy era in tucty suoy facty proveduto et discreto et aveduto.

[11] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 301.10, pag. 194: Ché, oltra quel che a solaçço pertene, / èe aveduta cum senno e benigna, / cortese parlante, e tutto gli avene.

[12] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 18, pag. 263.30: Adunque i malifattori per mio dire morti non siano, ma in forti ed oscure prigioni messi con sollecite e avvedute guardie; e di loro nella presenza vostra non si parli.

[13] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 256.6: Ammonendolo alquanti ch'elli [[il siragusano Dion]] fosse più scalterito ed avveduto contra Eraclide e Calippo, a la cui fede molto si confidava, e che se ne guardasse, sì come di coloro che li metteano aguati, rispuose loro, ch'elli volea anzi uscire de la vita, che porre li amici allato alli nimici ne la paura de la violente morte. || Cfr. Val. Max., III, 8, 5: «Quibusdam monentibus ut adversus Heraclidem et Callippum, quorum fidei plurimum credebat, tamquam insidias ei nectentis cautior esset respondit vita se malle excedere quam metu violentae mortis amicos inimicis iuxta ponere».

[14] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 96, pag. 19: So facte le proverbia per li homini saputi, / Non per direle alle bestie né alli homini muti, / Ma per direle ad quilli ch'è scorti et adveduti, / Che bono exemplo prendano de alcuni jorni juti.

[15] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 4, pag. 22.21: Molto questi sono temorosi e scifi de l'aquila, ed imperò te conviene, tu che lo guardi, ponere mente ed essare molto aveduto, che aquila non voli sopra da lui e che non la veça per nesuno modo, imperò che se la vedesse, molta briga ne serabbe a farlo possa prendere ucello.

[16] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 1, pag. 216.39: Quello sia elleto al ministerio lo quale de quisti sei se concordarae le doe parte; lo quale elleto, tuti se geti in tera e diga «Salve, Regina» cum tuta devocione et affeto. Ma se lo ministro dito de sovra sufficiente serà stao e ['n] la comuna utilitae aveçudo, sia confermao.

1.1 Sost. Chi vede bene, l'accorto.

[1] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 71.5, pag. 213: In fede mia, che 'n amor grande aiuto / mi fora ch'eo foss'orbo, tale fiada, / e tal ch'e' fusse sordo e tal che muto! / E dico como adesso a cui agrada. / Orbo, però che meglio che l'aveduto / per escur loco è meo penser che vada...

1.2 Furbo.

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 8, vol. 2, pag. 198.27: Chè chi ben mira, troppo sono più astuti, e avveduti li mondani in procurare li beni del mondo, e in fuggire li pericoli, che non sono li spirituali in procurare li veri beni, e in fuggire li veri mali, e li veri pericoli.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 35, vol. 1, pag. 66.10: I· rre di Francia il fece tentare se per danari li rendesse il castello. L'Inghilese, aveduto, diede orecchie al fatto, e sanza indugio il fece segretamente sentire al suo signore; il quale confidandosi nella fede di costui, gli diede per comandamento che menasse saviamente il trattato infino al fatto.

1.3 Risoluto, pronto a fare qsa.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 19, vol. 2, pag. 308.8: Seguendo le discordie e tribulazioni di Cristiani, che a giornate per li loro peccati rovesciano li due re, quello d'Araona e quello di Spagna intra li altri di nome cristiano, e grandi e famosi, s'erano ingaggiati di battaglia, e all'entrata del mese d'aprile MCCCLVIIII ciascheduno di loro proveduto e aveduto, fatto tutto suo sforzo per essere alla battaglia, comparirono alla fine de' loro reami assai di presso ciascheduno...

[2] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 30.2, pag. 31: Trovato m'hai, Amor, solo e senz'armi / là dove più armato ed avveduto / sei, credo, per uccidermi venuto, / col favor di costei, ch'in disertarmi / aguzza le saette che passarmi / deono il cor; ma, poi che fia saputo, / certo son ne sarai da men tenuto / d'aver voluto pur così disfarmi.

1.4 Che è a conoscenza di qsa, informato; consapevole.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 225, pag. 532: [S'] un spend e l'autro gaude, non è bono partito: / [e]u cognosc' asai beci c'à lo corno florito. / Li lïal e li savi ben ne son aveçuti: / seto tanto è li cogoci qe no sono li druti.

[2] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1301, pag. 390, col. 2: per lu grande terrore / de quillo emperadore / diceano ad piana voce: / 'Quisto deu postu in croce / che questa adora et crede, / da llui sci procede / queste grandi virtuti, / dundi semo aveduti / cha quisto è dio potente / de sopre ad tucta gente.'

1.4.1 Locuz. verb. Fare avveduto qno: informare; mettere in guardia. Farsi avveduto: venire a sapere.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 151, pag. 320: Pos questa ven questa oltra: tanfin ke 'l companion / Havrá 'l nap a la boca, no 'g fa' demandason; / Se ben tu 'l vo' appellar, de zo 't faz avezudho, / No l'imbregar, da 'g logo tant k'el havrá bevudho.

[2] F Poes. an. U· novello pensiero ò al core e volglia, XIII (tosc.): Ma d'una cosa ti· faccio aveduto, / che chiunque non vuole metere intenta / che 'l suo amore non sia conosciuto / per neuno donde agi' ‑e' spaventa, / ch'uno malvascio dà tal colppo e feruto / onde ciento de' buoni ànno spaventa... || CLPIO, V 067.31.

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 12, 10-21, pag. 273, col. 2.6: Et qui fanno... Ancóra vole paleçare l'A. che tutte queste istorie e fabule ha introdutte, açò che se intenda per la sumigliança l'arco celeste, e dixe: 'quel simele de che avemo ditto, fa essere savia la gente e aveçuda che lo mondo non de' piú perire a deluvio d'acqua, sí come patteçò Noè con Deo'...

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 9, pag. 75.32: Noi ingegnosamente li sottraemmo, sì che noi volgemmo i loro passi alle nostre case: e Egli ancora, non parendogli averci tanto oltraggiato, mandò il suo Figliuolo a spogliarcene, al quale non potendo noi resistere, ci spogliò, e dopo tutto questo fece aveduti gli abitanti della terra de' nostri lacciuoli, e donò loro armi con le quali essi leggiermente le nostre spezzano.

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 11, vol. 2, pag. 219.15: e Maffeo Visconti e gli altri suoi nimici assai innanzi a lo 'mperadore, si pensò di rubellare a lo 'mperadore la città di Milano, che v'avea col signore poca cavalleria, ch'era andata e sparta per le città di Lombardia, e sarebbegli venuto fatto, se non che Maffeo Visconti, molto savio, ne fece aveduto lo 'mperadore e 'l maliscalco suo e 'l conte di Savoia.

[6] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 92.25: La divina bontà, la quale ab ecterno sì come presente ogni cosa futura previde, suole, da sua propia benignità mossa, quale ora la natura, sua generale ministra, è per producere alcuno inusitato effetto infra' mortali, di quello con alcuna dimostrazione o in segno o in sogno o in altra maniera farci avveduti, acciò che dalla predimostrazione argomento prendiamo ogni conoscenza consistere nel Signore della natura producente ogni cosa...

[7] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), .346, pag. 122: Che çapare si è l'onguento / Che tiene sano lo piantamento. / Anchora ti faço aveduto / Quando egli à l'ano compiuto / Li tristi non resegolare, / Al secondo ano lassa stare, / E alora sì gli resegola, / E questo sì piglia per regola.

[8] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 234, pag. 88.1: Negli anni del Signore 1302 essendo podestà Fulcieri da Calboli di Romagna, fu detto che messer Musciatto Franzesi, che era de' maggiori uomini di Firenze sì per la ricchezza e sì per lo segno di Carlo, con cui era venuto ed a cui dava fede d'ogni cosa ch'egli avesse detto o scritto, si fece avveduto che trattato era in Firenze, e fece pigliare uno che avea nome Massaio delle Calze, il quale o per vero o per altro che fusse, confessò il trattato in questo modo...

[9] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 34 rubr., pag. 231: Et come lue ad interogata risponde, facendogli de molte cose aveduti, dicendogli che quale in ben fare perseveràe fina al fine, serrà salvi...

1.4.2 Esperto.

[1] Stat. fior., c. 1324, cap. 94, pag. 124.19: Il quale Executore venire ed essere debbia nella città di Firenze per quattro die innanzi il cominciamento del suo oficio, e seco menare e tenere sia tenuto e debbia, tutto il tempo del suo oficio, uno Giudice di legge, due Notai nell'arte de la notaria aveduti ed esperti, e XX masnadieri pedoni forti in arme...

[u.r. 27.04.2023; doc. parzialm. aggiorn.]