AVVELENATO agg.

0.1 advenenata, avelanada, avelenata, avelenate, avelenati, avelenato, avenenata, avenenate, avvelenata, avvelenate, avvelenati, avvelenato.

0.2 V. avvelenare.

0.3 Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.): 2.2.1.

0.4 In testi tosc.: Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.); Tristano Forteguerr., XIII sm. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Tristano Veneto, XIV.

0.7 1 Ucciso col veleno. 2.1 Mescolato con veleno. 2.2 Fig. 2 Velenoso, reso velenoso.

0.8 Rossella Mosti 13.07.1999.

1 Ucciso col veleno.

[1] F Declamazioni di Seneca volg., XIII (tosc.), L. 6, decl. 4: La terza ragione dei parenti della donna avvelenata dice: tu ti scusi che sanza malizia le desti il veleno. || Becchi, Declamazioni di Seneca, p. 138.

[2] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. III, pag. 240.21: Non il feroce tiranno di Macedonia, difeso dal nemico, avvelenato tra' cuori degli amici morì?

2 Velenoso, reso velenoso.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 19, pag. 174.13: Ma, combattendo la cittade, la maiore parte della sua oste, per saiette avvelenate, perdeo.

[2] Tristano Forteguerr., XIII sm. (pis.), pag. 11.34: Non vo ricorda quando [con]bactei co l'Amoroldo d'Ir[lan]da, ch'io fui ferito d'una [saec]ta avenenata in de la co[scia]...

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 4, cap. 4, pag. 137.14: Secondo che disse Lucano, quelli che beevano l'acqua avelenata, morivano senza sete; ma quelli languivano.

[4] Garzo, S. Chiara, XIII sm. (fior.>pis.), 70, pag. 20: gran pianto facea sopr'ello, / parea morto di novello / d'una lancia advenenata.

[5] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 289.8, pag. 188: ché, facendo altri quanto lascha sospo / per tema che a fallo tra loro incespi, / çaschun lo schaçça di fuor come vespi / avenenate, draccho, serpe o rospo.

[6] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 109.17: lo nero alito, ch'esce della bocca stigia, guasta l'avvelenate erbe.

[7] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 12, pag. 62.6: e Erchole dall'altra parte del fiume, vedendo questo, e non potendo socorrare come volea, tese un suo archo e chon una saietta avelenata ferì Nesso ne la gola.

[8] Fiorio e Biancifiore, 1343 (ven.>tosc.), st. 24.4, pag. 86: Lo siniscalco cane ricredente / dice: - Siri, tu hai bene pensato / (conciare la fece incontanente / e mettivi lo tosco avelenato), / e manderolla che lla vedrà la gente / quando sareti a tavola asettati...

[9] St. de Troia e de Roma Ricc., XIV (rom.>tosc.), pag. 267.32: Et Cleopatra molto arrigoglita di Ottaviano ritornò in Alexandria e entrò nel sipolcro d'Antonio, sì come femina che non temea morte e fecesi porre sotto due scorçoni avelenati e fecesi atoscare e morio sopra lo sipolcro d'Antonio.

[10] Tristano Veneto, XIV, cap. 74, pag. 96.30: Tristan fo navrado d'una lança avelanada.

2.1 Mescolato con veleno.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 6, cap. 40, pag. 140.6: Quasi come chi desse ad un uomo ch'avesse grande fame, vivanda mescolata con veleno; e convenissegli per forza o morire di fame, o mangiare la vivanda avvelenata.

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 271, pag. 237.36: Alla fine, vedendo coloro che tener vel facevano, non potersi a ciò l'animo suo inducere, gli mandarono in uno nappo un beveraggio avelenato...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV. 1, pag. 267.2: Tancredi, prenze di Salerno, uccide l'amante della figliuola e mandale il cuore in una coppa d'oro; la quale, messa sopr'esso acqua avvelenata, quella si bee e così muore.

2.2 Fig.

[1] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 117, pag. 236.7: Cosí le percosse dell'offese loro, le quale gittano puzza, a me non possono nuocere, ma ritorna a loro la saetta avelenata della colpa.

[2] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 161, pag. 388.28: Egli non comporta il fratello suo, né può sostenere una piccola parola né riprensione che gli fusse fatta; ma subbito traie fuore il frutto avelenato della impazienzia, ira e odio verso il fratello suo...

2.2.1 Irato (dell'animo).

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 44, pag. 45.10: Per cagione di vitiperare, in questo modo: «Questi spesse volte va per mezo 'l mercato ricciuto com'un drago, con una guardatura rabbiosa, con uno animo avelenato...

2.2.2 Che provoca malanni, maligno (del freddo).

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. VIII, cap. 25, vol. 2, pag. 166: per sperienza del fatto si conobbe che da questa aria venne una influenza, che poco meno che tutti i corpi umani della città, e del contado e distretto di Firenze, e delle circustanti vicinanze, fece infreddare, e durare il freddo avelenato ne' corpi assai più lungamente che ·ll'usato modo.

[u.r. 21.10.2008]