AVVEZZARE v.

0.1 aveça, aveçati, aveçça, aveçe, aveçi, aveza, avezza, avezzai, avezzano, avezzare, avezzati, avezzato, avezze, avezzeno, avezzi, avezzo, avezzò, avveççato, avvezza, avvezzai, avvezzandosi, avvezzano, avvezzare, avvezzarsi, avvezzassono, avvezzata, avvezzi, avvezzo, avvezzò, avvezzossi.

0.2 Lat. advitiare (LEI s.v. advitiare).

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Stat. sen., 1343 (2); Doc. amiat., 1373.

In testi sett.: Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII.

0.7 1 Dare a qno un'abitudine; educare, temprare (l'animo). 1.1 [Di animali:] addestrare, addomesticare. 1.2 Indurre, invogliare. 1.3 Consacrare. 2 Pron. Prendere una determinata abitudine, adattarsi, assuefarsi a qsa; esser soliti, avere la consuetudine di fare qsa. 2.1 Avere l'ardire di fare qsa. 2.2 Praticare, esercitarsi. 2.3 Familiarizzare, prendere dimestichezza.

0.8 Rossella Mosti 09.09.1999.

1 Dare a qno un'abitudine; educare, temprare (l'animo).

[1] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 7.6, pag. 24: Savere e cortesia ti fu donata; / chi n'ha furata, - pòi dir l'hai tu avezze...

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 13, cap. 1.134, pag. 310: Ancora, perchè 'l marito volentieri / Mangiava le cipolle, / Sì ll'avvezzò a voler di quelle...

[3] Dante, Rime, a. 1321, 38.76, pag. 130: Ond'elli avven che tanto fo dimora / in uno stato, e tanto Amor m'avvezza / con un martiro e con una dolcezza, / quanto è quel tempo che spesso mi pugne, / che dura da ch'io perdo la sua vista / infino al tempo ch'ella si racquista.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 116.5, pag. 152: et ò sì avezza / la mente a contemplar sola costei, / ch'altro non vede, et ciò che non è lei / già per antica usanza odia et disprezza.

[5] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Landini ball., 60.12, pag. 177: ché, come son dinanzi al suo cospetto, / in pace pongo ciascun mie disire, / ogni viltà nel cor sento perire / e 'n sé virtude stare. / Chi l'usa di mirare, / on ne' costumi suoi l'anima avezza.

- Avvezzare male.

[6] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 1, cap. 13.24, pag. 43: Vero è che questa etate / Schusa alquanto la sua fanciullezza; / Ma questo è ver, c'a questo mal l'avezza.

[7] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 17, pag. 34.41: Quest'altre cose appartengono ad altrui. I' ti potrei far fine quì, s'i' non t'avessi male avvezzo.

1.1 [Di animali:] addestrare, addomesticare.

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 3, pag. 175.26: E questi sono li bracchetti che sanno fare meglio questo che altri cani. Nondimeno innanzi li avezzano gl'uomini a questo.

[2] Legge di Maometto, XIV m. (tosc.), pag. 6.18: Avvezza ch'ebbe Sergio questa colomba, predicò e convocò tutto il popolo...

[3] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 7, pag. 24.19: Tu, maestro, déi avere senno, ed imprima li [[li falconi]] déi avezzare a prendere li grandi, possa, se ti piace, potrai farli prendere li piçoli.

1.2 Indurre, invogliare.

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 392.1, pag. 239: Perché m'aveçe tu sì spesso a l'éscha, / Amor, che senpre me lassi nel meço?

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 5, 5.22, pag. 201: Se vanità terrena non t'avvezza / A male scioccheggiar, uom che col volto / In su domandi la celeste altezza, / Questa figura eccellente molto / T'ammonisce, che tu levi la mente / In alto col pensiero in ciel ricolto...

[3] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 128.4, pag. 253: Cota' ragionamenti rivolgendo / Africo in sé, vi dimorò gran pezza, / né che si far, né che dir, non sappiendo, / tanto Amor lo lusinga e sí l'avvezza...

1.3 Consacrare.

[1] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ger. 32, vol. 7, pag. 168.18: 35. Ed edificarono le grandi altezze a Baal, le quali sono nella valle [del figliuolo] d'Ennom, acciò ch'egli avvezzassono li loro figliuoli a Moloc, cioè uno idolo...

2 Pron. Prendere una determinata abitudine, adattarsi, assuefarsi a qsa; esser soliti, avere la consuetudine di fare qsa.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2776, pag. 271: E un altro per impiezza / a la zara s'avezza / e giuoca con inganno...

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2820, pag. 273: ché, quando l'om si svia / sì che monti i·rrichezza, / la gola sì s'avezza / a le dolce vivande / e far cocine grande / e mangiare anzi l'ora.

[3] Poes. an. urbin., XIII, 17.39, pag. 577: Inplilo d'allegreça / e de tanta dolceça, / ke la lengua s'aveça / pu[r] d'amor favellare.

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 153.7, pag. 108: sì che, veçendo sì tanta beltate, / de si medesma prende tal vageça, / ch'alora çoiosa via pyù s'aveça / struçere mi e vuy, che ley amate.

[5] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 219, pag. 107: ogno bon homo die aver honor e cognosança, / a che cosse che l'omo s'aveça / se mantene.

[6] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 18.17: lo quale, [[Antiloco]] nonne svariato dall'arte del padre, [[scil. Mercurio]] avvezzossi di fare delle cose nere bianche, e delle bianche nere.

[7] Stat. sen., 1343 (2), L. 4, pag. 245.33: Intanto che a neuno sia licito [[...]] alcuna cosa reprendare overo fare reprendare in persona overo cose overo persona overo persone overo beni sotto la detta speranza pigliare infra el detto tempo, a ciò che mentre e' mercatanti s'avezzeno a conversare et a usare ne la città di Siena et sieno più disposti ne' Comuni et apo e' signori loro che a coloro che debbano ricevare si sodisfaccia.

[8] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 46, pag. 82.3: Quand'ella fu avvezzata di parlare in segreto al marito della suora, ella non si riteneva di dire tutto il male e tutto il vitupero ch'ella poteva del suo marito al fratello...

[9] Bel Gherardino, a. 1375 (tosc.), I, st. 31.3, pag. 118: ed ogni giorno s'erano avezzati / d'uscir di fuori un poco a ssollazzare...

[10] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [son.] 123.6: tornato è quel ch'a la morte mi mena, / se a così far s'aveza o s'acostuma...

[11] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 321, pag. 187.16: Sì che guardatene, e non vi t'avvezzare a le piccole cose, ché mai non te ne sapresti rimanere né ne le piccole né ne le grandi somme.

2.1 Avere l'ardire di fare qsa.

[1] Doc. amiat., 1373, 23, pag. 110.16: A l'ultima parte che mi scrivete de' buoi fu(r)ati a Ricetto di Puccio de la Roccha p(re)d(e)c(t)a, vi rispo(n)do che mai i d(e)c(t)i buoi no(n) vene(r)o in mio t(er)reno né p(er) neuno mio fedele né sottoposto fur tolti, (et) dove altro si ne trovasse, cio[è] che neuno mio ci avesse co(m)messo alcu(n)o dif(e)c(t)o, vi fo ce(r)ti che si ne t(er)rano q(ue') modi che la Singno(r)ia v(ost)ra dove(r)à rimaner co(n)tenta, (et) che né esso né neun alt(r)o s'aveçi mai a simil cosa.

2.2 Praticare, esercitarsi.

[1] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 1, pag. 7.17: Ed infino da fanciulla per certo sì cominciò ad avvezzarsi a santi studii, e a despregiare li giochi della vanità...

[2] Filippo di ser Albizzo, Rime, a. 1365 (fior.), 68a.4, pag. 69: Sì come l'ape argomentosa fruga / per compilar meliflua dolcezza, / temolegiando il nome sanza nuga / ne gli autori la tua vertù s'avezza...

2.3 Familiarizzare, prendere dimestichezza.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 229, pag. 593.38: Davali il Pistoia spesso a credere nuove cose di questa serpe, e come s'era avvezzo con lei, e non gli farebbe male, però che era ciurmato ec.

2.3.1 Frequentare.

[1] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 13, 36.8, pag. 172: e tu se' tanto oscuro e nero sìe, / che più che mora avanza tua nerezza, / e 'nganni, credo, chi teco s'avezza.

[u.r. 15.01.2022]