AVVILITO agg.

0.1 avilita, aviliti, avilito, aviluta, avviliti.

0.2 V. avvilire.

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Palamedés pis., c. 1300; Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Svilito. 2 Abbattuto, sconfortato.

0.8 Rossella Mosti 26.10.1999.

1 Svilito.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 6.10: Ed ov'è honore non conculcato ed avilito e lordo d'onta?

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), pag. 400.1: Ai lasso, che dolorosa perdita! e come è grande dannaggio questo che riceverà ancora Cornovaglia per la morte di T. sola mente! T. fiore de' cavalieri, come noi seremo uniti e aviliti e vergognosi, poi che l'uomo saperà vostra morte!

[3] Palamedés pis., c. 1300, Pt. 2, cap. 34, pag. 87.17: - Voi siete tutti miei parenti, e 'nfine a quie credea io essere honorato di voi e credea che voi fuste tutti prodomini: ma i' ò tanto veduto di voi a questo punto, ch'io connosco certamente che di tanto sono io dizorrato e avilito, quanto voi m'apartenete.

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 292.27: 127. Di' oggimai ec. [[...]] E dice, che [a] volere la Chiesa principare lo spirituale e 'l temporale, ella è avilita...

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 2, vol. 1, pag. 114.31: Eu viyu que Thebe per mia guida et per mia bona aventura esti fatta capu di tutta Grecia e la forti animusa citati Spartana iaci abassata et aviluta cu li nostri armi.

2 Abbattuto, sconfortato.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 4, pag. 282.30: I cavalieri di Roma erano avviliti, che non ardieno di metter fuori il piede, ovvero fermare l'animo di venire a battaglia...

[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 27, pag. 293.2: onde gli cittadini poco contenti ne furono; ma la paura della sua forza, e di molti intimi amici, che aveva nella detta terra, avviliti sono, e contenti si mostrano infinitamente della sua venuta.

[3] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 443.19: E se quella ragione dee essere fortissima da adomandare vendetta delle ingiurie fatte ad voi e a me, ma la magiore cagione che ci sia si è ch'io possa ricoverare Esiona, mia sirocchia, che sotto molta vergognia e in molto dolore è avilita.

[u.r. 29.02.2008]