BACCALARE s.m.

0.1 bacalar, bacalare, bacalari, bacalé, baccalare, bachalar, bachalare, bazaleri.

0.2 Lat, mediev. *baccalaris (LEI s.v. *baccalaris/*baccalarius).

0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 3.

0.4 In testi tosc.: Doc. fior., 1274-84; F Doc. prat., 1280; Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.).

In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.).

0.5 Locuz. e fras. baccalare cinghiato 2.

0.6 N Att. come antrop. in doc. lat. della Toscana del XII secolo: cfr. GDT, pp. 58-59.

0.7 1 Giovane di rango nobile, cavaliere. 1.1 Fig. Persona di malaffare, brigante. 2 Persona laureata o di grande sapienza. 2.1 Fig. Persona poco intelligente, stupido. 3 Chi ostenta sapienza o parla fastidiosamente senza sosta, saccente. 3.1 Chi infastidisce o procura noia a qno.

0.8 Fabio Romanini 15.01.2001.

1 Giovane di rango nobile, cavaliere.

[1] Doc. fior., 1274-84, pag. 490.5: Conperamo da Filippo f. Giovanni bachalare da Martigniana tre peççe di terre (e) mure (e) spaçço (e) risedio poste ne' confini dela villa di Loro...

[2] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 235, pag. 856: «Or ascoltati, / signur Caçanimixi e Prindiparti, / Galuci, Lambertini cum li Paxi, / Pepoli, Goçadini cum li Fantuçi / e gli Asinelli, / [[...]] / quî da Monçoni, Triagi e Boateri, / quî da Sala, Graydani e Bazaleri / e Liaçari, / Preti, Piastelli cum li Beccari...

1.1 Fig. Persona di malaffare, brigante.

[1] F Doc. prat., 1280: Chetus Baçachini, testis, dixit quod audivit Ristorum de Liccia dicere verba iniuriosa, silicet: «Merda cacata, malo baccalare», Bendino Giunte. || Nuovi testi prat., vol. II, p. 55.

[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 47, pag. 50.20: Apena queste cose compiute di dire, venne Saturnino e disse: - Arrenditi, bacalare, se non se' morto. Di tutto ciò che m'ài fatto piglierò oggi vendetta, e l'ira mia sazierò del tuo sangue -.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 395, pag. 17: Parla Desembre e dise: «Anc mi... ser Zené, / Sí m'á metuo pos i oltri insí per lo dedré. / Pur zo no sofrirò a quel giot bacalé, / K'e' sia metuo in cova e lu debia ess premé.

- [Come appellativo].

[4] Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.), 5, pag. 33.9: It(em) Na(n)et acusà lo dito Antolin Fel e lo Bachalar de quel çogo enstes. || Per altre att. in doc. lat. di area venez., cfr. Formentin, Baruffe, p. 69.

2 Persona laureata o di grande sapienza.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 5, pag. 104.25: Andreuccio, a quella voce levata la testa, vide uno il quale, per quel poco che comprender poté, mostrava di dovere essere un gran bacalare, con una barba nera e folta al volto, e come se del letto o da alto sonno si levasse sbadigliava e stropicciavasi gli occhi...

- Fig. Baccalare cinghiato: vivanda che ricorda nella forma esteriore un dottore laureato.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 209, pag. 541.27: Ben fu preso in questo Nozzino Raùgi nostro fiorentino, che fu lasciato ricchissimo dal padre, e nella gola consumò ciò ch'egli avea, e avvolse la lampreda intorno al cappone, e arrostigli insieme, ponendogli nome il baccalarecinghiato: ma nella fine fu ben cinghiato di tanta miseria, che morì miseramente.

2.1 Fig. Persona poco intelligente, stupido.

[1] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 3.6, pag. 424: la nieve metta sempre e si disfaccia; / e quel che piace a l'uno, a l'altro spiaccia: / con fanti ben ritrosi e bacalari; / tornando poi la sera ad osti cari, / lor moglie tesser tele ed ordir accia.

3 Chi ostenta sapienza o parla fastidiosamente senza sosta, saccente.

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.62, pag. 591: La maior noia m'è quand a pena / me degn'audir qualqe bacal[ar]; / om qe de parlar no s'arefrena; / e plovesenar per tempo clar...

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 6, cap. 6.90, pag. 218: \Francesco\ Or vi dich'io ch'io aggio pensiero, / Che voi non siate ad inganno con meco. / Ditemi, prego, dove andiamo or noi? / Quanto ancor dura questa selva amara? / Che, ben CC giornate passate, / Ancor par che pur ci cominciamo. / Ai, bacalar! che gran paura à 'uta! / Ecco 'l sengnial che nnoi ti promettemmo. / Vedi la donna che ttu vai ciercando.

3.1 Chi infastidisce o procura noia a qno.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.103, pag. 644: Senpre duraxe esto me' jorno, / e [no] devese pagar lo scoto / un bacalar chi m'è d'entornu, / zo è marcordí scuroto / con soa testa zennerenta / e con greve conpagnia, / che sì de lonzi me spaventa...

[u.r. 15.01.2019]