BÀRATRO (1) s.m.

0.1 barato, baràtro, baratron.

0.2 Lat. barathrum (LEI s.v. barathrum).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

In testi sett.: Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.).

0.5 Accento incerto.

0.6 N Cfr. Folena, Geografia, pp. 43-48.

Sebbene att. solo nel valore dantesco di 'voragine dell'inferno', il lemma deve avere avuto diffusione nel senso proprio di 'voragine', oltre che in quello di 'cesto, vaso' (cfr. baratro 2), che gli si collega per il denominatore comune 'cavità nella quale si getta qualcosa' (Folena, Geografia).

0.7 1 Cavità scura e profonda, voragine. [In partic.:] voragine dell'inferno (nell'immaginario dantesco). 1.1 Fig. Depressione morale, avvilimento, smarrimento.

0.8 Niccolò Scaffai 04.01.2003.

1 Cavità scura e profonda, voragine. [In partic.:] voragine dell'inferno (nell'immaginario dantesco).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 11.69, vol. 1, pag. 183: E io: «Maestro, assai chiara procede / la tua ragione, e assai ben distingue / questo baràtro e 'l popol ch'e' possiede.

[2] Gl Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 11, 67-75, pag. 322, col. 2.1: Barato. Dixe Papía che sè a dire 'profondo pozo'.

[3] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 11, pag. 227.3: Qui D. dice como esso chiaramente li demostra questi circuli, e queli che vi se puniscono, e quel populo el qual possede Questo baràtro, cioè infernal loco.

[4] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), III, st. 6.7, pag. 164: Eio te dirò quello che dixe la Scrictura, / perché octo nome l'inferno è chiamato: [[...]] lo setimo nome Baratron è pondo, / perché l'è logo forte prefundo.

1.1 Fig. Depressione morale, avvilimento, smarrimento.

[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 511-20, pag. 135.17: e certissimo sono che desideroso se' di satisfare in quello che per te si potrà dell'offesa commessa; alla qual cosa io ti conforto quanto più posso, acciò che in quel baratro non cadessi donde niuno può poi rilevarsi - .

[u.r. 11.02.2019]