0.1 barba', barbano, barbar', barbara, barbare, barbari, barbaro, barbaru, barbera, barbere, barberi, barbero.
0.2 Lat. barbarus (LEI s.v. barbarus).
0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 2.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); San Brendano pis., XIII/XIV.
In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.); Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.7 1 Relativo a persone, cose e costumi di paesi considerati selvaggi e incivili. 1.1 Berbero, che proviene dalla Barberìa. 1.2 [Con giudizio di valore neg.:] incivile. 1.3 Lingua barbara: lingua straniera (ritenuta incomprensibile e rozza). 1.4 [In dittol. sinon. con pagano]. 2 Sost. Straniero, abitante di regioni considerate selvagge e incivili. 2.1 Proveniente dalla Barberìa, berbero. 2.2 [In cataloghi ed enumerazioni].
0.8 Niccolò Scaffai 09.04.2001.
1 Relativo a persone, cose e costumi di paesi considerati selvaggi e incivili.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 185.5: Di forte fatto Tulio lodò Cesare dicendo: «Tu ài domate le genti barbare e vinte molte terre e sottoposti ricchi paesi per tua fortezza».
[2] Cronica fior., XIII ex., pag. 102.8: Questi, essendo vescovo d'Albana, fu mandato per legato i Norveggia a predicare la fede di Cristo, e elli convertì alla fede quella gente barbara…
[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 44.8: La battaglia contastò all'uficio; e le schiere barbare, sotto poste al mare, teneano in paura le mura d'Attena.
[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 26, pag. 109.17: Pir kistu factu fo factu multu famuso kistu Menna intru killa gente barbara - zo è de killi Gothi -, sicundu ki era famusu intra li autri pays[an]i, in tantu ki nullu prisumia de accustare alla chella sua, si non humilementi.
[5] Giovanni Villani (ed. Moutier) a. 1348 (fior.), L. 1, cap. 44, vol. 1, pag. 66.22: E poi più altri signori Gallici, e Germani, e Goti d'altre nazioni barbare passaro in Italia di tempi in tempi…
[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 18, pag. 131.21: A lo qua Beneto respose: «Roma da la gente barbara no serà destruta, ma per tempesta e per tremoti e lampi, e conquasâ verà men in sì mêsma».
[7] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Sal 113, vol. 5, pag. 480.19: [1] Nell'uscita d'Israel da Egitto, della casa di Iacob dal populo barbaro, [2] fatta è Giudea la santificazione sua, Israel potenza sua.
1.1 Berbero, che proviene dalla Barberìa.
[1] Gl Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 23, pag. 438.25: Così dà questo spirito di Forese nel suo parlare una similitudine intorno alle donne fiorentine, diciendo che in Sardignia è una montagnia, la quale è isola appellata Barbagia, abitata da giente barbera e vennonvi ad abitare quando i romani presono la Barberia.
1.2 [Con giudizio di valore neg.:] incivile.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 25, pag. 473.5: E in ogne parte si sparse molto sangue de' Romani, diventando i Romani barbari e crudeli.
[2] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 59, pag. 325: ky de queste è adornatu / sempre vay franchamente: / de la barbara gente / non à negun paventu.
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 23.103, vol. 2, pag. 400: Quai barbare fuor mai, quai saracine, / cui bisognasse, per farle ir coperte, / o spiritali o altre discipline?
[4] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 6, ott. 21.3, pag. 182: E s'ella fosse pur per sempre stare, / sì sono il re e' figli e gli abitanti / barbari, scostumati e da prezzare / poco a rispetto de' Greci…
[5] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 115, pag. 231.11: La quale incontanente fu fatta sacerdotessa di questo tempio e sacrificò lungo tempo nel mondo non per sua voglia, ma conveniale osservare la barbara consuetudine di quella contrada.
[6] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 41, pag. 334.38: Solevano gli Italiani, mentre che le troppe dilicatezze non gli effeminarono, dare le leggi, le fogge e' costumi e' modi del vivere a tutto il mondo [[…]]; dov'e' segue, se dalle nazioni strane, da quelle che furon vinte e soggiogate da noi, da quelli che furon nostri tributari, nostri vassalli, nostri servi, dalle nazioni barbare, dalle quali alcuna umana vita non si servava, né sapeva né saprebbe, se non quanto dagli Italiani fu loro dimostrata…
1.3 Lingua barbara: lingua straniera (ritenuta incomprensibile e rozza).
[1] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. III, pag. 124.13: Ah, quante volte arse l'amante per li scritti dubiosi e la lingua barbara nocque a la buona forma!
[2] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 26, pag. 249.14: In la famigla de lo dito Narsa era un de lengua vulgarica, lo qua seando tosto iamao <...> a lo dito garçum e parlàli in la sua lengua; a lo qua quelo garçum, chi era nao e norigao in Italia, respose in quella sua lengua barbara, como se elo fose nao de quela gente.
1.4 [In dittol. sinonimica con pagano].
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 41, pag. 513.17: Taccio le cose appo Pollenzia malavventuratamente fatte col doge barbaro e pagano…
[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 3, cap. 7, vol. 1, pag. 110.4: il quale Rotario re, con tutto che fosse barbaro e pagano, al detto santo Allesandro fece grande amore e reverenzia, e esaudì la sua petizione…
2 Sost. Straniero, abitante di regioni considerate selvagge e incivili.
[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 198.19: Ma Crassum volea nanti morire ke stare in presone, co la virga ke tenea in mano ferio nell'ochio de lo barbaro ke lo menava e lo barbano, strecto de grande dolore, occise Crassum e lo capo portao ad Aristonicum.
[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 11 bis, pag. 135.6: poi passa lo clima a la terra d'occidente per lo mezzodie de le regioni de li barbari per fine a tanto ch'elli vene al mare d'occidente…
[3] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 3, pag. 29.19: Poi si è la terra di Tracia ove sono li Barbari, e Romania e Costantinopoli.
[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 190.13: Questo de la Pononia de soto nassudo, in batalgia fo morto dali Barbari.
[5] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 69.35: Et dicte queste cose, ecco lo predicto barbaro venne loro incontra ala riva del mare, arcando forfici in mano con una massa grandissima di lengno dicto 'scoro' accesa isfavillante...
[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 56.148, pag. 335: «Una privanza te cometo; / ma per certo t'emprometo, / se per ti parezao serò / a barbari te venderò».
[7] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 31, 25-42, pag. 690, col. 2.8: Qui exemplificando descrive soa amiratione... Qui' 'barbari' che veno dalla piaga dove d'Elixe se covre, tant'è a dire come qui' 'barbari' che veno 'dalla piaga' meridionale...
[8] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, cap. 4, pag. 26.9: quante volte i miseri - i quali con infinite calunnie la non punita avarizia de' barbari tormentava - opposta a' pericoli l'autoritade, difesi!
[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 16, vol. 2, pag. 237.23: 8. Issu medemmi Cesar fici aucidiri unu barbaru qui adimandava lu regnu di Capadocia, dicendu que issu era Arathes lu rigi, però que li semelyava multu.
[10] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 126, pag. 119: Intendano a l'ofese de Turchia / che ci sirà che fare a la difesa / tra barbari in Creti, e Romania.
[11] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 24, vol. 2, pag. 184.6: Allora furono li barbari sbarattati, e come gente che non avevano nè certo maestro, nè conestabile ordinato, diedero le spalle, e fuggîrsi per li campi e dinanzi alle loro tende…
[12] San Brendano ven., XIV, pag. 158.2: E abiando vezudo questo fato e li tantasi per lo fato de uno mier, eli vete tuti queli omeni de quela vila eser tal che mo' quelo barbaro corando a lo lido…
[13] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 58.6: «Ammacare chisto barbaro, cossì bello e cossì industrioso de nobeletate, me fosse marito, cà me pare lo plu bello homo che may aya veduto».
[11] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 8, pag. 169.11: In lo qua tempo la citae d'Aquin fu sì gu[a]sta e destruta, che, morti li citain e da barba' chi la destrusem e da pestilencia che Dee ge mandà…
2.1 Proveniente dalla Barberìa, berbero.
[1] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 56.9: e pregalo da nostra parte che ti dica in quali parti vae, se vae in terra di Tartari o di Barbari o di Granata…
[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 7, pag. 205.23: Credete voi che quelli Numidieni e quelli di Crete e quelli barbari e quelli Suriani e quelli Ermini e quelli Accepatris, quelli Rabileni, quelli altri lingnaggi mettano grande cura quale di noi sia signore?
[3] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 5, pag. 121.3: E così gli Barbari e Arabi si difendono, e gli Tunisei molto dannaggio a quel punto sostengono per molte fedite e uccisioni delle loro persone; e sospinti sono dalla assalita del castello.
[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 67 rubr., vol. 1, pag. 309.1: Della gran fame ch'ebbono i Barberi di Morocco.
2.2 [In cataloghi ed enumerazioni]. || Con signif. generico, talvolta equivalente di 'pagano'.
[1] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 11, vol. 1, pag. 37.5: tutte le generazioni del mondo ti chiamano santa, come in prima i Cristiani, Iudei, Saracini, Giacobini, Arabi, Turchi, Gotti, Barbari e Pagani!
[2] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 2, vol. 1, pag. 103.11: Cui esti killu paganu, sarachinu, pactarinu oy barbaru oy iudeu, ki non crida milli miraculi di Deu?
[3] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 2, pag. 227.6: Il greco, il giudeo, il barbaro, il latino mi temono, ed hanno paura di me, onoranmi e amanmi.
[4] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), Col 3, vol. 10, pag. 273.9: [10] E vestitevi il nuovo, il quale [si] rinnova in cognizione di Dio secondo la immagine di colui che creò lui; [11] nel qual non è nè barbaro, nè Scita, nè pagano, nè iudeo, nè circonciso e non circonciso, nè servo nè libero e franco…
[u.r. 11.02.2019]