BARONE s.m.

0.1 barom, baron, baron', barone, baroni, baronj, barons, barony, barroni, barune, baruni, barunj, baruny, beroni, paroni.

0.2 Lat. baro, baronem (LEI s.v. baro).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.1.1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Si noti barons con plur. sigmatico in una novella di Franco Sacchetti ambientata in Friuli: cfr. Rizzolatti, Osservazioni su friulanismi, p. 231.

0.7 1 Signore di alto grado della gerarchia feudale, che riceveva l'investitura direttamente dal re e governava nelle proprie terre con piena giurisdizione e assoluto dominio. 1.1 Estens. Uomo potente. 1.2 Alto ufficiale (con assimilazione di una carica militare di epoca grecoromana ad un titolo specificamente feudale e cronologicamente posteriore).

0.8 Massimiliano Chiamenti 23.03.2001.

1 Signore di alto grado della gerarchia feudale, che riceveva l'investitura direttamente dal re e governava nelle proprie terre con piena giurisdizione e assoluto dominio.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 10, pag. 92.14: Uno barone del re, chiamato Mardonio, veggendo il suo segnore di tante avversitadi angoscioso, venne a lui tostamente, e consigliando disse, che gli parea che nel suo regno si dovesse tornare anzi che contra lui neuna novità si cominciasse per questa isconfitta.

[2] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 62.12, pag. 186: Sì ccome a Lanzelotto omo simiglia / un prode cavaler, simil se face / a llei di fera donna a meraviglia. / Manti baron' d'alto valor verace / l'àno saggiata assai; ma sì lor piglia / che mai tornar ver' ciò non àno face.

[3] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 193, pag. 163, col. 1: Or son après de la cort de lo Lion / che sé inperier e grant baron; / quando le bestie li vete venir, / tute sì scumençà a dir...

[4] Itinerario luoghi santi, XIII u.q. (fior.>lucch.), pag. 163.27: Giaffe si è cittade e castello ed è d'uno barone ch'à nome lo conte di Giaffe.

[5] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 68, pag. 129.11: Allora dice Braguina: «Come s'appella questo monisterio?» «Reale di Gales, e percioe si chiama reale, inpercioe che ttutte le donne che v'entrano entro sì sono figliuole di ree o ddi grandi baroni».

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 92, pag. 212.16: Fu in Frioli nel castello di Spilinbergo già uno ritagliatore fiorentino; e andando uno friolano, che avea nome Soccebonel, a comprare panno, cominciò a domandare del panno di qualche bel colore, però che volea fare una cioppa da barons.

1.1 Estens. Uomo potente.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 41, pag. 72.23: E quando vidi questo, dissi:- Dimmi, maestra delle Virtudi, chi è quel barone che viene a combattere co la Fede nostra, ch'è cosí vecchio e canuto e di cosí bellissima forma, e l'armi sue son cosí bianche, avegna che un poco siano offuscate e nere?.

1.1.1 [Titolo attribuito ai santi].

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 409, pag. 252: El vi a Iesú Criste, a quel rex glorïoso, / Lo mez mantel adoss k'el dé al besonioso; / El fo tant pïatoso e fo tant gratïoso / K'el fo po confessor e vescov precïoso. / Anchora sanct Eustachio, ke fo un grand baron, / Tut zo k'el foss pagan, hom era 'd grand rason, / De grand misericordia, de grand compassïon, / E molt lemosne feva a bona intentïon.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 24.115, vol. 3, pag. 403: Finito questo, l'alta corte santa / risonò per le spere un 'Dio laudamo' / ne la melode che là sù si canta. / E quel baron che sì di ramo in ramo, / essaminando, già tratto m'avea, / che a l'ultime fronde appressavamo, / ricominciò...

1.2 Alto ufficiale (con assimilazione di una carica militare di epoca grecoromana ad un titolo specificamente feudale e cronologicamente posteriore).

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 6, cap. 13, pag. 183.17: Ma male n'avenne a Pompeio et a' suoi; chè per quella pietà li fu talliata la testa in Egitto; Catone ne prese veleno, Giubba re ne fu sconfitto, Igneo ne fu morto in Ispagna, e molti baroni ne furo morti a Tessallia.

[u.r. 11.02.2019]