BECCO (1) s.m.

0.1 becchi, beccho, becco, bechi, becho, beco, becu.

0.2 Etimo incerto: base onom. bek‑ o connessione con lat. ibex, ibicis 'capra selvatica' (DELI 2 s.v. becco 2).

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); San Brendano pis., XIII/XIV;Lett. lucch., 1315.

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.).

In testi mediani e merid.: Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. a becco a becco 4; avere il becco troppo giallo 3.1; becco della gallina 1.1; becco di gallina 1.1; dar di becco 3.2.

0.7 1 Organo boccale dei volatili, duro, appuntito e prominente. 1.1 [Astr.] Locuz. nom. Becco di, della gallina: nome di una stella appartenente alla costellazione del Cigno, oggi nota come Deneb o Alfa Cygni. 1.2 [Con signif. osceno:] membro virile. 2 Estens. Il rostro delle navi. 3 [Rif. alla bocca delle persone, in senso espressivo e spregiativo]. 3.1 Fras. Avere il becco troppo giallo: essere troppo giovane. 3.2 Fras. Dar di becco in, a qno: addentare. 4 Fig. Locuz. avv. A becco a becco: fronte a fronte.

0.8 Massimiliano Chiamenti 20.12.2000.

1 Organo boccale dei volatili, duro, appuntito e prominente.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 8, pag. 15.10: E se li savi pósaro nome a li animali del cielo secondo quello ch'elli avéno a significare en questo mondo, potaremmo dire secondo rascione che vultur volans avesse a significare tutte le generazioni de li avoltoi de questo mondo, e specialmente l'ucelli c'hano l'onghie e lo becco retorto e vivono de ratto e hano altissimo volato.

[2] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 32, pag. 131.9: Pappagallo è una generazione d'uccelli verde, e hanno il becco torto a modo di sparviere, e hanno maggior lingua e la più grossa che nessuno altro uccello, secondo la sua grandezza.

[3] San Brendano pis., XIII/XIV, pag 66.2: Et passate tredovane, ecco un'ocello grandissimo volava per la contrada dela nave avendo uno ramolo d'un'albore non connosciuto, lo quale avea indela sua sommità una uva di gram rossessa, lo qual ramolo mise del becco suo in seno del sancto homo.

[4] Lett. lucch., 1315, pag. 487.13: (e) fae di quelle della acegia che ficha lo becho i(n) terra e schuopresi lo chulo...

[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 32, 25-39, pag. 750, col. 2.31: In nota di cigongna, zoè: che per fredo li soi denti faceano quel verso che fa la cecogna col beccho quando 'l batte.

[6] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. II, pag. 516.29: Le colombe che se combatteva conçonçe li suo' bechi, lo mormoramento dele quali ha lusenghe e ha parole.

[7] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 143.8: Li uccelli che v'erano sì avevano il becco ritondo e l' unghie e l'alie tagliavano come rasoi.

[8] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 174.2: Et ciascuna del dicte statue havea appresso de sé uno arboscello, tra li cui frondenti rami erano diversi aucelli che li loro becchi di fore gectavano...

1.1 [Astr.] Locuz. nom. Becco di, della gallina: nome di una stella appartenente alla costellazione del Cigno, oggi nota come Deneb o Alfa Cygni.

[1] Gl Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 51.37: Ed à in ella XVIIIJ stelle. La prima è nella boccha. E chiamasi in arabicho mincar aldigeia, che vuol dire 'becco di gallina'.

[2] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 4, pag. 235.13: Quella che è nella boccha della gallina, e chiamasi il beccho della gallina, si è in Capricornio 21 gradi e 38 minuti.

1.2 [Con signif. osceno:] membro virile.

[1] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), tenz. 12.3.17, pag. 794: Vostro mi fo en monte, en cost' e en piano, / da poi che col bel dir teco m' attecco; / dimme ove vegna, e sucheraime 'l becco.

2 Estens. Il rostro delle navi.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 3, pag. 6.29: Sì tosto come Cesare fu quesitore, andò ad uno luogo che si chiamava Proneste, ch'era quasi figurato come becco di mare; et in quello luogo sono li becchi de le navi affricane, dunde Cartagine fu presa.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 7, pag. 123.36: Il famigliare, ancora che con difficultà il facesse, pur vi montò sù: e trovò la gentil giovane, con quella poca compagnia che avea, sotto il becco della proda della nave tutta timida star nascosa.

3 [Rif. alla bocca delle persone, in senso espressivo e spregiativo].

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 36.26, pag. 222: Se l'omo vor usar in pjaza, / vento o freido ne lo caza, / chi è sì fer, inigo e neco / che rosegar gi fa lo beco. / Chi no se scada a fogo / porreva bem tremà per zogo.

3.1 Fras. Avere il becco troppo giallo: essere troppo giovane.

[1] Gl Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 5, pag. 314.14: Il chavaliere fiorentino disse: "Neri tu ài anchora il beccho troppo giallo, vuol dire tu sse' troppo giovane, ma io ci rimarrò e tu tti fuggirai".

3.2 Fras. Dar di becco in, a qno: addentare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 23.30, vol. 2, pag. 392: Ecco / la gente che perdé Ierusalemme, / quando Maria nel figlio diè di becco!'.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 57, terz. 75, vol. 3, pag. 140: Nel detto tempo fu grande freddura / per tutta Italia, e 'n Puglia sì gran secco, / che sanza piova otto mesi fe dura; / e gittò sì gran car, che ciascun zecco / fu per Toscana; sicchè alla granaglia / i poveri non potien dar di becco.

4 Fig. Locuz. avv. A becco a becco: fronte a fronte.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 4, vol. 2, pag. 126.7: Ca Nero, lu quali stava a becu a becu cu Hannibal in la Basilicata, sfingandusi di star a li soy tendi ca cussì lu requidia la rasun di la guerra, con maravilyusa prestiza andau ad ayutari Liviu so compagnuni in lu consulatu...

[u.r. 14.02.2019]