BEFFARE v.

0.1 befada, befado, befai, befando, befao, befar, befaràs, befarti, befato, befe, beffa, beffada, beffade, beffadi, beffado, beffan, beffando, beffandol, beffandoli, beffandolo, beffano, beffante, beffao, beffar, beffare, beffarlo, beffarne, beffarsi, beffarvi, beffasi, beffasse, beffassi, beffasti, beffata, beffate, beffati, bèffati, beffato, beffatosi, beffatto, beffava, beffavano, beffavanola, befferà , beffi, beffiamci, beffiamo, beffino, beffinsi, beffo.

0.2 Da beffa.

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 2.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.); Gramm. lat.-aret., XIV m..

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Disticha Catonis venez., XIII; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

0.7 1 Giocare un brutto scherzo, ingannare. 2 Deridere, prendere in giro qno (o qsa), prendersi gioco di qno (o qsa) verso cui si ostenta disprezzo o noncuranza; in partic, anche con con parole insultanti e sarcastiche, lazzi e smorfie. 2.1 Estens. Assol. Scherzare bonariamente, anche chiaccherando, spettegolando. 3 Annullare. 3.1 Svilire qno, considerarlo una nullità. 3.2 Sventare (un agguato); vincere, annientare (il nemico).

0.8 Raffaella Pelosini 30.10.2000.

1 Giocare un brutto scherzo, ingannare.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 65.11, pag. 132: Chéd e' n'è ben alcuna sì viziata / Che non crede già mai ta' favolelle, / Perc[h]'altra volta n'è stata beffata; / Ma queste giovanette damigelle, / Cu' la lor terra nonn- è stata arata, / Ti crederanno ben cotà' novelle».

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaestio 32, pag. 194.12: Alchuna fiada da l'omo medesmo, ke alchuna fiada l'omo ymagina in sompno ço k'el à veduo on odudo on pensado vegiendo, e quando el è in temor el fi beffao per triste visione e quando el è in sperança per alegre visione.

[3] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. III, pag. 544.24: Io era per dover passar per qual rason lo scaltrido marido, lo veglente guardian podesse fir engannado over beffado.

[4] Gl Gramm. lat.-aret., XIV m., pag. 40, col. 1.3: Truffor, ris, per beffare.

2 Deridere, prendere in giro qno (o qsa), prendersi gioco di qno (o qsa) verso cui si ostenta disprezzo o noncuranza; in partic, anche con con parole insultanti e sarcastiche, lazzi e smorfie.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De peccatore cum Virgine, 20, pag. 49: Lo me fïol dulcissimo sí fo per ti tradhio, / Batudho e implagao, beffao e straschernio.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 4, pag. 10.8: - Solo un dono della Ventura m'è rimaso, cioè la cittadinanza, esser conosciuto da le genti; e questo è solamente per mio danno, ché sono piú beffato e schernito, e sono quasi com' una favola tra loro, laonde si raddóppiaro in molti modi le mie pene.

[3] Disticha Catonis venez., XIII, Prologo, pag. 42.11: Parla pauco en lo mançar. No voler befar lo pover homo.

[4] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 10, pag. 72.16: I folli, che di lui si beffavano, no curavano de le sue buone uopare: el savio si parte volontieri dal folle.

[5] Meo dei Tolomei, Caribo, XIII/XIV (sen.>umbro-march.>ven.), 89, pag. 80: De quil ladro dico / ch'al figliol furarebbe, / traderebbe, - sì farebbe; / ver'è ch'eo me beffo, / ma conseglio ad ogn'om che se guarde, / ch'ogne mal farebbe / [co]tant'[egli] è reo...

[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.34, pag. 642: Ché l'un de lor, chi ben pin era, / comenzá l'atro de befar, / contra lui crolar la zera, / vojandolo desprexiar / e dissegi, con grande crio...

[7] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 101, pag. 331.8: Egli ragguarda da alto tutti i dì, e tutte le cose, che sono avvenire, e beffasi, e ridesi dell'ordine del tempo, perocchè la diversità, e 'l mutamento degli avvenimenti non ti potranno nuocere...

[8] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 21, 136-139, pag. 528, col. 2.3: Per l'argene sinistra. Or qui dixe della via ch'i fenno, sozongendo commo qui demunij seguivano dredo al so capetanio, e derideanlo e beffavano de lui, e zaschuno in derisione de lui etreva la lengua fora, e strengeanla cum li denti sí como s'usa in far beffe d'altri.

[9] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 44, pag. 209.3: Ma tutto questo si fa a perfezione degli giusti, perocchè quanto più sono scherniti e beffati dal mondo, tanto sono più onorati e consolati da Dio.

[10] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.453, pag. 64: E vedea Polifemo innamorato, / a Galatea far prieghi divoti, / e lei beffar di lui sì trasformato.

[11] Fazio degli Uberti, Amor, non so, a. 1367 (tosc.), 21, pag. 57: Ogni animale ed augelletto è in Venere / e sua pulisce penera / e del passato gel par che si beffino.

[12] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 11.29: Altri, in contraria opinion tratti, affermavano il bere assai e il godere e l'andar cantando a torno e sollazzando e il sodisfare d'ogni cosa all'appetito che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi esser medicina certissima a tanto male...

[13] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 41.152, pag. 287: Simile princi, prieti et l'altro stolo, / gli magior con gli scribi et reverendi, / tutti quanti il beffava et feane scherne, / dicendo: «Iexù, ché te non deffendi? / Salvato àe gli altri et sé salva(r) no(n) cerne...

[14] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 30, pag. 261.2: Poy piglyava lle prete gettandolle contra la gente, magagnando et offendendo li Grieci e li altri che le veneano denante, a ttanto che era facta commo a yocolara a li Grieci, e beffavanola paczescamente ridendo de lluy.

[15] Purgatorio S. Patrizio, XIV sm. (mil./com.), cap. 15, pag. 31.1: E venivano verso lo kavalere saluandolo e beffandolo...

2.1 Estens. Assol. Scherzare bonariamente, anche chiaccherando, spettegolando.

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 24.14, pag. 147: Tutto 'l dì sto a cianciare, co le donne beffare; / si fratello gli avarda, è mandato a la malta.

[2] Meo dei Tolomei, Rime, XIII/XIV (sen.), D. 1.12, pag. 69: Quasi beffava e stava mansüeta / che ll'avari' tenuta un fil di liccio; / ma pur ne venni con la borsa queta.

[3] Buccio d'Aldobr., XIV ui.di. (tosc./orviet.), 59, pag. 439: Pensai con lei zanzar, bef[f]ar, rid[d]are; / ma non trovai de potermi assettare.

3 Annullare.

3.1 Svilire qno, considerarlo una nullità.

[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 15, pag. 121.26: Ma ecco come Dio giudica questi tali, che volendo fuggire la pena dentro, e spargersi, e dilettarsi fuori nel Mondo, non ponno perfettamente; perciocchè il Mondo, per giudizio divino, non gli apprezza, anzi gli beffa, gli annulla, e vilifica; anzi sempre proverbiandogli, e schernendogli, non degna pure d'averli per servidori.

3.2 Sventare (un agguato); vincere, annientare (il nemico).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 39, pag. 504.17: Ecco dall'altra parte vinto è l'oste nemichevole, e ancora colui ch'era più crudele che il tiranno, il conte del tiranno ucciso se medesimo, cotanti aguati sono beffati e disciolti, e cotanti apparecchiamenti sono tornati al neente.

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 42, pag. 265.31: e avendo per alquanto spazio beffati i nemici, correndo, la schiera de' suoi giunsone.

[u.r. 26.09.2008]