BEFFATORE s.m.

0.1 beffadori, beffatore.

0.2 Da beffare.

0.3 Contempl. morte, 1265 (crem.>sen.): 2.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Boccaccio, Decameron, c. 1370.

0.7 1 Chi inganna, chi fa uno scherzo ai danni di qno. 2 Chi si prende gioco di qno (o qsa), ostentando disprezzo e noncuranza.

0.8 Raffaella Pelosini 30.10.2000.

1 Chi inganna, chi fa uno scherzo ai danni di qno.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 29, pag. 78.3: E pertanto non conviene che l'uomo ne dica troppo meno che ne sia, ché così non parrebbe veritiere, anzi parrebbe beffatore, sì come noi vedemo, che se uno uomo fusse sì nobile e sì forte, ch'elli potesse combattere contra cento e ciascuno uomo il sapesse comunamente, ed elli dicesse che non si difenderebbe da uno debile...

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 187, pag. 462.19: Molto fanno ridere queste beffe gli uditori, ma molto più dilettano quelle, quando il beffatore dal beffato riceve le beffe, come in questa si dimostrerrà...

2 Chi si prende gioco di qno (o qsa), ostentando disprezzo e noncuranza.

[1] Contempl. morte, 1265 (crem.>sen.), 505, pag. 88: Tu fusti reo limosinieri / Non ti calbe del Dio mestiero / Che dice quegl<i> che [à] lla doctrina / Ch'è giusta verace indivina, / Ché molto amasti li beffadori / Che dre<t>o t<i> faceva<no> l<o> gran romore...

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 1, pag. 76.17: «Sia preso questo traditore e beffatore di Dio e de' santi, il quale, non essendo attratto, per ischernire il nostro santo e noi, qui a guisa d'atratto è venuto!»

[u.r. 20.09.2007]