BELARE v.

0.1 bela, belan, belando, belanti, belar, belare, belasse, belava, belavano, beli, belin, bellava.

0.2 Lat. belare (LEI s.v. belare).

0.3 Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).

In testi sett.: Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.); Esercizi cividal., XIV sm.

0.7 1 Emettere il verso di pecore e capre. 1.1 [Nel contesto di una similitudine a indicare persone che si lamentano o che parlano a vanvera]. 1.2 Fig. Emettere lamenti simili a belati.

0.8 Roberto Leporatti 19.02.2001.

1 Emettere il verso di pecore e capre.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 7, vol. 2, pag. 98.1: Le lane, sanza essere tosate, cadevano dalle lanute pecore, che belavano come inferme; e' loro corpi erano fracidi.

[2] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 240.5, pag. 283: Non altrimenti lo lupo affamato / percuote alla gran turba degli agnelli, / ed un ne piglia, e quel se n'ha portato, / lasciando tutti gli altri tapinelli: / ciascun belando fugge spaventato...

[3] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [GioFir] madr. 1.1, pag. 11: Agnel son bianco e vo belando be / e, per ingiuria di capra superba, / belar convegno e perdo un boccon d'erba.

[4] Esercizi cividal., XIV sm., 12, pag. 100.7: Lis pyoris belin, alguno per fam, alguno per pavuro di lof, lu qual, avint fam, arsaglis lu trop, no timut lu can ni 'l pastor.

1.1 [Nel contesto di una similitudine a indicare persone che si lamentano o che parlano a vanvera].

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 51.3, pag. 182: Sentomi, al core, dolorosi schianti, / veg[g]endo, i folli, non ànno temenza! / Paionomi apariti monton' belanti, / c'aringano, e non ànno canoscenza; / ond'io mi credo ca, Dio co li santi, / li tiene al mondo sol per dispiacenza.

[2] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 4, pag. 132.17: E dormendo egli quasi sulla prima vigilia della notte, l'antico nemico con grande voce e con grandi gridi venne, e parea che rugisse come leone e belasse come pecora e ragghiasse come asino e sibilasse come serpente e stridesse come porco e come sorcio.

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 83.16, pag. 82: Uscendo l'uno, e l'altro intrando presto, / picchiando porte, non posso aver pace, / né dormir sì ch'io non divegna desto; / e quando legge il testo / asino par o pecora che beli.

1.2 Fig. Emettere lamenti simili a belati.

[1] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 21, pag. 191.29: A lo qua subitamenti, stagando ello in pè' davanti, lo maligno spirito li entrà adoso e çitàlo a terra e començàlo malamenti a tormentar e per la sua boca criava e bellava.

1.2.1 Parlare a vanvera, senza sapere quello che si dice.

[1] Meo di Bugno, XIII sm. (pist.>trevis.), 11, pag. 26: Ma no mi muto per altrui parlare, / ben è vertà ch'io ne so pur dolente, / e come bestia lasso ogn'om belare.

[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 12, pag. 47.29: ma veramente io mi credo che 'l dottore di questo fatto sia sola la potenzia di Dio, e lo scolaio sia solo l'anima, imediati l'uno e l'altro; gli altri ripititori possono più belare che parlare.

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 84, pag. 191.14: Dice la donna: - Io non so che tu ti beli: qual crocifisso si poté mai fuggire? non sono egli chiavati con aguti spannali?

[u.r. 14.02.2019]