BENEMÈRITO agg./s.m.

0.1 benemerita, benemerito, bene merito.

0.2 Lat. benemeritus (DELI 2 s.v. bene).

0.3 Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.): 2.

0.4 In testi tosc.: Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Degno di stima e ricompensa per le sue qualità o per le sue opere. 2 Sost. Azione meritoria, lodevole.

0.8 Roberto Leporatti 28.11.2000.

1 Degno di stima e ricompensa per le sue qualità o per le sue opere.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 360.7: Che faranno le altre cittadi, poi che quella che di fermezza e di temperanza e di gravitade di costumi s'è acquistata grandissima laude, fu così ingrata a così benemerito suo cittadino?

[2] Valerio Massimo, sec. red., c. 1346 (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 456.8: Ma questo così grande benefficio convertirono in ingiuria de la benemerita cittade, disiderando la signoria d'essa.

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 16, par. 21, pag. 103.8: E quello che 'l disputante dicie che «disiderare la principazione è a' cittadini anbizione, covitigia e prosunzione», punto non dicie ragione; però che a uomo vertuoso e ssì bene merito (e ppieno di grandi meriti) disiderare la principazione nonn è punto orgholglo né prosunzione né quvitigia, ma è tal disiderio maggiore nobilezza di coraggio e disiderio e appetito d'onore e vertù politiche.

2 Sost. Azione meritoria, lodevole.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 4, 55-63, pag. 96, col. 2.18: E cussíe appellavano l'omo per nome de quel pianeto, al quale era li soi appetiti et atti naturali asumigliavano, credendo, et simpliciter confitendo, esser le anime de quilli de lasú decise e despicade; la qual positione serave eronea e contradirave al libero arbitrio, e cussí se seguirave no esser pena per peccà né per benemerito, ch'è absurdo e contra omne catholica positione...

[u.r. 14.02.2019]