BENEVOLENTE agg./s.m.

0.1 bemvogenti, benevogliente, benevoglienti, benevolente, benevolgliente, benevoliente, benivogliente, benivoglienti, benivolente, benvogente, benvogiente, benvoglenti, benvogliente, benvoglienti, benvoiente, benvoienti, benvolente, benvolenti, benvolglienti, benvorente, ben voglente, ben vogliente, ben voiente, ben voienti, ben vollientti.

0.2 Lat. benevolens (LEI s.v. benevolens).

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 3.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Lett. pist., 1320-22; Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Dicerie volgari, XIV pm. (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.5 Locuz. e fras. ricevere a benevolente 3.1; tenere a benevolente 3.1.

0.7 1 Bendisposto verso qno, indulgente. 2 Sost. Persona di fiducia, a cui si è legati da un rapporto di amore, parentela o amicizia; intimo, intrinseco. 3 Che vuole bene, amante, devoto. Anche sost. 3.1 Fras. Tenere, ricevere a benevolente qno: tenere, accettare qno come amante.

0.8 Roberto Leporatti 25.01.2001.

1 Bendisposto verso qno, indulgente.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 159.19: Primieramente dice che è exordio, mostrando che tre cose dovemo noi fare nell'exordio, cioè fare che ll'uditore davanti cui noi dicemo sia inver noi benivolente et intento e docile a cciò che noi volemo dire.

[2] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 62.12, pag. 864: lecca e losinga per trare a lui / la deletosa gente secolare. / Ki più li se farà benevolente, / maiuremente consuma e destrui, / po' non è dato a fare altro ke male.

[3] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 11, pag. 219.11: E così, acciò che sia filosofo, conviene essere l'amore alla sapienza che fa l'una delle parti benivolente; conviene essere lo studio e la sollicitudine che fa l'altra parte anche benivolente...

2 Sost. Persona di fiducia, a cui si è legati da un rapporto di amore, parentela o amicizia; intimo, intrinseco (spesso in coppia con amico e parente).

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1896, pag. 242: E se tu hai parente / o caro benvogliente / cui la gente riprenda / d'una laida vicenda, / tu dê essere acorto / a diritto ed a torto / in dicer ben di lui, / e per fare a colui / discreder ciò che dice...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 85, pag. 240: Ella è za dexmostradha a mult soi benvoienti / E n'á scampao za multi da grang tribulamenti, / Da mort e da preson, da fort atantamenti; / Mult homni á za trag fora da fals adovramenti.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 29, pag. 275.13: El quinto bene, al quale le città e le ville sono ordinate si è, per li matrimoni; ché stando gli uomini insieme per li matrimoni doventano amici e parenti e benevoglienti.

[4] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 31, pag. 94.3: Per l'overe potemo dicere ke se cognosce l'amici, e quamvisdeo ke per tempo k'è trapassato nui habiamo cognuscuto voi essere grandi amici e benvolenti per grande opere...

[5] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.198, pag. 500: Or aio tal' novelle, / ke infra le poverelle / me converrà de stare, / certo, e nno desdegnare / la loro compangnia, / ké la ventura mia / è 'n tal guisa mutata, / ke cquasi desperata / me trovo de dolore, / tal ò perduto amore; / et amici e pparenti / et altri benvoglenti / me so' venuti meno.

[6] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 42, pag. 281.39: Et avegna che per li tempi passati nu' abyamo cunuscuti vuy eser grandi amici e benvoiente de nu' per grande opere, vue aviti mo' mostrato apertamente la grande et altisima unità de coro e d'anemo...

[7] Lett. pist., 1320-22, 16, pag. 64.8: Se tu l'ài, tu e tutti li tuoi amicci e parenti e ben vollientti sempre istarete bene e a onore; sìe che di così fatto beneficcio si de' l'uomo bene afattichare.

[8] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 4569, pag. 169: Dapò che questo fo veçudo / Apertamente, e cognosudo / Per tuti ço, che llo lion fexe / In prexençia del puovolo cossí palexe, / Li amixi e lly benvoienti / De Eustadio e lly soy serventi / Con parte dello puovolo ancor / Andè dreto allo inperador...

[9] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 105, pag. 347.4: Ma non impacciarsi però tanto con que' cotali benevoglienti del possente, che questo remedio costi più, che quel, che monta il pericolo.

[10] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 8, 1-18, pag. 131, col. 1.6: Era già l'ora: Dixe, che quell'ora che se trovono essere in la preditta parte del monte si era quella la qual volge, çoè, driça ai naviganti e ai viandanti il dixio a pensare delli amici, parenti e benvoglienti c'hano lassadi al logo onde si sono partidi, çoè la precedente sira c'hano per la notte preso 'l so cammino.

[11] Dicerie volgari, XIV pm. (bologn.), cap. 12, pag. 333.6: E loldato deo per l'overa di boni amixi, nui e vui semo tornadi ad uno volere per lo bene dela paxe, de la qual cosa zascuno nostro benvorente de' avere gra[n]de alegreza.

[12] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 192, pag. 45: «Sapiate tutti certamente, / et questo sirà de presente, / ke de quie a die doi / Pasqua siràne enfra noi; / ma no sirà multo placente / a nullo mio benevoliente / ke sirò enfra voi traduto, / preso, legato e retenuto, / et sì sirò en croce ficto / et de tormenti molto aflicto».

[13] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 158.29: missere Giovanni della Roccha et Totto et Ghuido Aiutamicristo, Bindaccio di Benedecto, cho' loro frategli et amici et benivoglienti armati, se n'andorono a chasa di ser Giovanni dell'Angniello...

[14] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 9, pag. 51.17: Là li trassero per succurzo suoi amici, suoi benvoglienti.

[15] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 125.6: Com' più l'aurata ponta al cor sta fissa, / d'Amor più sono amico e benvogliente; / più non mi noce fuoco o fiama ardente, / s'io fuggo el fier velen di questa bissa.

3 Che vuole bene, amante, devoto. Anche sost.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 6.12, pag. 89: Adunque, amor, ben fora convenenza, / d'aver temenza - como l'altra gente, / che tornano la lor discaunoscenza / a la credenza - de lo benvogliente...

[2] Guittone, Manuale (ed. Avalle), a. 1294 (tosc.), 4 [V 409].13, pag. 166: Ed ello peni sì farllo sovente / che quelli od altro possa assai ritrare / avanti lei di llui presgio valente; / poi c'aconcio avesse sì suo afare, / mostrili bene com'è suo benevolgliente / e miri se 'n vista lei piacie o dispare.

[3] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 4.12, pag. 12: Torto ben è tal, non vidi ancor pare: / Non osarme piacer ciò ch'è piacente / ed essere odiato per amare! / Mal grado vostro e mio, son benvogliente / e serò, ch'e' non posso unque altro fare, / e fa mister ch'e' pur vegna vincente.

[4] Dante, Rime, a. 1321, D. 58.8, pag. 227: l'un vol ch'io ami donna di paraggio, / cortese, saggia, bella e avvenente; / l'altro, ha di me ver' lui par signoraggio, / vol che di lei non sia benevogliente.

3.1 Fras. Tenere, ricevere a benevolente qno: tenere, accettare qno come amante.

[1] Guittone, Manuale (ed. Avalle), a. 1294 (tosc.), 14 [V 419].6, pag. 177: ciò è savere sì dire, che la casgione / possa avere da dire altro parvente; / ché, se tutto la donna àve rasgione / e volglia di tenerllo a benevolente, / si vergongna dir «ssì», se la quistione / l'è posta, per lo propio convenente.

[2] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 40.12, pag. 120: Ma non te pòi ver' me sì colorare / ch'e' ben non te conosca apertamente, / avegna ch'eo però non voi' lassare / ched eo non te receva a benvogliente, / secondo el modo de lo tuo parlare, / ad entenderlo pur sinplicimente.

[u.r. 14.02.2019]