BENÈVOLO agg.

0.1 benevele, benevol, benevola, benevole, benevoli, benevolissima, benevolo, benivol, benivola, benivole, benivoli, benivolo, benivolu.

0.2 Lat. benevolus (LEI s.v. benevolus/benivolus).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.).

In testi mediani e merid.: Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 In buona disposizione d'animo verso qno, amichevole, affettuoso. 1.1 [Detto di chi deve giudicare qno:] incline alla comprensione e al perdono, indulgente, clemente. 1.2 [Ret.] [Con rif. alle tecniche della captatio benevolentiae nella scrittura e nell'oratoria]. 1.3 Benevolo a + inf.: incline, determinato a fare qsa. 1.4 [Nel linguaggio poetico:] che dimostra amore. 1.5 Fig. Calmo, tranquillo (detto del mare). 2 Che esercita un'influsso positivo, propizio, favorevole (detto degli astri, della fortuna ecc.).

0.8 Roberto Leporatti 01.02.2001.

1 In buona disposizione d'animo verso qno, amichevole, affettuoso.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 19, pag. 256.20: Anche non de' giudicare infra due tuoi amici, se non fosse forse de cosa loro presimana e benivola, con loro concordia, secondo che disse 'l Savio…

[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 17, pag. 56.8: E perçò disse bene un poeta ke 'l vicio engana sota specia et umbra de vertute, [...] no voglando ke l'altra parte intendesse soa lamentança, perké l'animo del signori plù benivole fosse a lui.

[3] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 26, pag. 263.29: E cusì la nostra adversaria parte, no voiando che nu' intendesemo la loro lamenta[n]ça, açòe che l'animo vostro fose plù benivolo a loro, venene denanço a y pè vostri façando addomanda, tacita la verità, perçò che la verità era a loro molto contraria.

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 1, 37-48, pag. 19, col. 2.7: che sí como lo Creatore fo benivolo al tempo della creacione a le creature, cossí lo cielo, ch'al presente era in tale disposizione, mostrava che 'l Creatore, li serave benivolo.

[5] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 10, pag. 210.21: «Imperciocchè io sono colui, il quale sono amatore dei miei sudditi più che altro Re, onde sentendomi io tanto benevole in tutte cose contro a loro, ed essendo chiaro da alquanti di ciò non conoscienti, l'animo nostro è in tristizia e in dolore dopplicato…

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 8, vol. 2, pag. 93.30: Vedendu zò unu so schavu, lu quali era statu inferriatu da issu et a mayur virgugna era statu merkatu la fazi di merku qui may non se puttia sturbari, et secutandulu commu andava or di zà or di là con benivolu studiu, nunca se li partiu da lu latu acumpagnandulu et servendulu.

[7] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 9, pag. 98.16: e acontano como apresso al paiese è bello laco e como n'è sire uno benevele conte e bello e cortese de suo corpo.

[8] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 22 [ser Ciano del Borgo a San Sepolcro].28, pag. 48: non con fronte malivola, / ma con vista benivola / allecti il cuor del soctoposto populo, / che l'ami senza scropulo…

1.1 [Detto di chi deve giudicare qno:] incline alla comprensione e al perdono, indulgente, clemente.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 26, pag. 271.11: anzi die nessuno misurare d'alcuna regola, la quale si possa piegare siccome un regolo di piombo: donde elli conviene che 'l giudice sia alcuna volta benivolo, ed abbia la regola del piombo, ed alcuna volta pessimo e crudele, secondo le condizioni e peccati delli uomini.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 145, pag. 330.29: E 'l giudice gli lasciò, dicendo loro che simil cosa mai non facessino, però che non troverebbono un podestà così benivolo.

1.2 [Ret.] [Con rif. alle tecniche della captatio benevolentiae nella scrittura e nell'oratoria].

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 159.8: Exordio è un detto el quale acquista convenevolemente l'animo dell'uditore all'altre parole che sono a dire; la qual cosa averrà se farà l'uditore benivolo, intento e docile.

[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 54, pag. 61.13: E che parole può usare il dicitore per le quali renda l'uditore più atteso al detto suo, e chenti perché ' renda più benivolo a sé, e chenti perché 'l renda più amaestrato in sul fatto ch'egl'intende di dire, brievemente per ordine il ti vo' mostrare e aprire…

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 4, 73-78, pag. 119, col. 2.1: D. persuade Virg., per renderlo benivolo a la esponsione, in dui modi: e l'uno mostrando como Virg. onora sciencia, ... l'altro modo comme per lo [ditto] volumme se pò vignire a cognicione d'arte…

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 5, pag. 84.11: O animal grazioso ec. Questa risposta a colui, che favella, rendendo l'auditore a ssè benivolo in ciò che 'l comanda, fa tre cose: in prima accatta la benivolenzia dall'auditore…

1.3 Benevolo a + inf.: incline, determinato a fare qsa.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 16, 28-45, pag. 362, col. 1.3: Come s'avviva... Qui, seguendo so poema, descrivece la leticia del dolce sono che mostrò quella anima, sí in apparencia come in parlare, e rendesse benivola a lui satisfare.

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 242.31: ma perchè il curattiere sia più benivole a fare vendere, sì se ne dà 6 grossi tornesi d'argento del sacco...

[3] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di la guardia..., pag. 571.34: In pirzò ki, sfurzandussi di rudiri et a piglari la pruvenda, lu collu e la testa pir lu continuu usu diventa plui suttili e plui benivolu a lassarissi infrinari, et ancora plui bellu pari.

1.4 [Nel linguaggio poetico:] che dimostra amore.

[1] Guittone, Manuale (ed. Avalle), a. 1294 (tosc.), 11 [V 416].2, pag. 174: Dica, o dire facca, a lei che sormagio ène, / che '· sembiante benevol e pietoso, / che 'l piaciente piaciere che 'n viso tène...

[2] Sonn. ann. Vat.Lat. 3793, XIII/XIV (tosc.), 1.5, pag. 28: E nasciene un benivolo volere, / lo quale 'amore' chiamat'è per nomo; / dentro dal core si pone a sedere, / ca non poria im più sicuro domo.

[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 2, ott. 114 rubr., pag. 73.4: Legge Criseida la lettera di Troiolo con diletto e, piacendole d'essergli benivola, forte ad amare lui si dispone.

1.5 Fig. Calmo, tranquillo (detto del mare).

[1] Fazio degli Uberti, Amor, non so, a. 1367 (tosc.), 42, pag. 58: Il mar profondo non fromba né litica, / cessa dall' ondeggiar forte e malivolo / e diventa benivolo, / sì che gli marinai sicur pileggiano.

2 Che esercita un'influsso positivo, propizio, favorevole (detto degli astri, della fortuna ecc.).

[1] Giunte a Restoro, XIV in. (it.sett./fior./eugub.), [16], pag. 261.4: ... dea d'amore e de bellezze; e sì è detta lucifer, cioè stella diana e d'amore, sempre benevola e chiara.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 123.16: E però, avegnachè quella celistiale influenzia di Saturno, o di Marte, o d'altro pianeto malvagio di sua natura disponga, e chiami li uomini a furto, o povertà, o guerre, o altri difetti; e avegnachè lla influenzia di qualunque pianeto benivolo disponga l'uomo a ricchezze, a virtudi, ad onori…

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 18, pag. 148.24: E molti, invidiosi della mia fortuna, a me, per loro estimazione, prospera e benivola tenuta per la tua presenza, ora, partendoti tu, non dubiteranno la loro nequizia dimostrare con aperto viso, avendola infino a ora per tema di te celata.

[4] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 67, pag. 152.10: A costui, cioè a Iove, sacrificavano li signori del mondo e li reggitori delli populi, perchè 'l suo pianeta è pianeta dolce e benivolo: le quali due cose, cioè dolcezza e benignitade de' regnare nelli signori.

[u.r. 14.02.2019]