BEVERAGGIO s.m.

0.1 beraggio, bevaraggio, bevaragio, beverage, beveraggi, beveraggi', beveraggio, beveragi, beveragio, beveraglio, beveraio, veveragio, viviraiu.

0.2 Fr. ant. bevrage (DELI 2 s.v. bevere).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.).

In testi sett.: Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

In testi sic.: Stat. palerm. (?), 1351.

0.7 1 Pozione dai poteri teraupeutici, magici o venefici; anche est. bevanda che si beve per dissetarsi o ristorarsi. 2 Beverone (delle bestie). 3 Premio, ricompensa (data a qno per bere).

0.8 Raffaella Pelosini 30.10.2001.

1 Pozione dai poteri teraupeutici, magici o venefici. Estens. Qualsiasi liquido che si beve per dissetarsi o ristorarsi.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 4, pag. 92.3: sì come il medico che fa la sanità nel corpo dell'uomo la più grande e la migliore ch'elli può, ma elli non fa il siroppo né la medicina o 'l beveraggio lo maggiore che può, ché così elli ucciderebbe lo 'nfermo...

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 30, pag. 174.19: di questo ancora ammonendo catuno che con molta sollecitudine si guardi che neuna volta o vivanda, o beveraggio venga meno, a' quali mali per neuna arte soccorrere si puote...

[3] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 2.46, pag. 490: In mia presença si' attosecato / col beveraio lo qual t'è dato; / fillo, mustranno ke tt'aio amato, / tu ài lo capo vèr' me inclenato!

[4] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 3, pag. 11.22: E lo ree istese la mano per prendere la coppa; e la reina vedendo che lo ree prendea la coppa là ov'era lo beveraggio, incomincioe forte a gridare e a dire: "Non bere, ree, non bere, ree Meliadus".

[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 9, pag. 42.16: ma venne con diletti di gola, e ancora non gli recò i grandi cibi e i grandi beveraggi, non gli recò vernaccia né capponi né arrosti, ch'egli sapea che non gli avrebbe presi, ma recogli quello ch'è mistieri a ogni santo insino ch'egli ci vive in questa vita: ciò fu pane.

[6] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 60.15: Caricò elli la nave di pane et di beveraggio et di carne et di tutte dilitie quanto ve ne capea.

[7] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 258, vol. 2, pag. 342.27: o vero alcuna malìa darà ad alcuna persona o vero darà bevaragio da inamorare o vero da ucidere o vero da odiare...

[8] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 75, pag. 44.31: con desiderosa sete bevette il mortale beveraggio...

[9] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 168.1: e vedemmo solo Euriloco essere sanza figura di porco: egli solo fuggì e beveraggi che gli furono dati.

[10] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 64, par. 1, vol. 2, pag. 115.14: overo en la bocca ad alcuno mecterà overo a luie venenoso darà beveraggio, sia punito, se quillo a cuie dato o messo sirà alcuna de le predicte cose murisse...

[11] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 33, pag. 118.21: e per ignoranza gli fue dato bere di quello beveraggio amoroso.

[12] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 2, cap. 17, pag. 73.22: e quel mele diventa sì medicinale, che fatto beveraggio di quello, sana l'arterie, e la foce della gola dentro.

[13] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 7, pag. 125.19: e continuando in più abbondanza di cibi e di beveraggi la cena, per grande spazio di notte la prolungò.

[14] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 2, pag. 347.9: E in quelli prati erano poste mense d'argento; e in quelle apparecchiati erano tutte generazioni di cibi e di beveraggi sopra bianchissime tovaglie.

[15] St. de Troia e de Roma Ricc., XIV (rom.>tosc.), pag. 242.36: et Mitridate avea seco uno beveraggio, per lo quale nullo tosco li potea nuocere e quello beveraggio gli tolse Farla et in qualla ampolla Farna li puose lo veleno et Mitridate per lo beveraggio bevve lo tosco e egli non ne sentio neente.

- Dare in beveraggio (qsa): dare da bere (qsa).

[16] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 27, vol. 1, pag. 80.20: E sappiate che Alessandro regnò dodici anni signore del mondo, e poi morì di veleno in Babilonia, che gli diede un suo cavaliere in beveraggio.

- Prendere, pigliare beveraggio (di qsa): bere (qsa).

[17] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 35, pag. 250.22: Et allora Catone prese uno bevaraggio che si chiamava cicuta, e morì.

[18] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 173, pag. 268.24: E' mangiano sempre buone vivande, cioè, lo più, riso e latte; e questi congiugati pigliano ogne mese uno cotale beveraggio: che tòlgoro arien[t]o vivo e solfo, e mìschiallo insieme coll'acqua e beollo...

1.1 Fig.

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 34, pag. 252.17: Or non è alcuno in questo mondo che non abbia sete però che vogliono honori et altre molte cose, sì che ciascuno àe sete et ànno sete infinite, et mai in questo mondo non vegnono meno quelle sete. Unde tucti quelli di questo mondo abbisognano di questo beveraggio che tolla queste sete.

[2] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 3, pag. 74, col. 1.8: Imperciocchè passata l'ora, nella quale la mente avea in usanza d'accostarsi col diletto, il quale gli dava ferma refezione dell'amore, e odoriferi beveraggi della letizia spirituale.

[3] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 153.1: Li maldicenti, che nel loro parlare non servano norma, ma è lor cibo e beveraggio potere dir male d'altrui, non cesseranno dire male di voi, siccome loro costume.

[4] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 181.24: lo male m'abevera lo dì e la notte d'amari beveraggi, acciò che niune allegrezze istieno in me.

2 Beverone (delle bestie).

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 690, pag. 158: Credendose restare la sera in Collemagio, / In quillo dì facemboli tanta briga et oltragio / Che non magniaro niente pane né companagio, / Et loro bestie non abero punto de veveragio.

3 Premio, ricompensa (data a qno per bere).

[1] Stat. palerm. (?), 1351, pag. 73.12: et qualunquata pirsuna l'acusassi, vinissi ad Henrigu di Gracianu et darriali uncia una di viviraiu.

[u.r. 24.04.2019]