0.1 biforme.
0.2 Lat. biformis (LEI s.v. biformis).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).
0.6 N L'att. in Jacopo della Lana è citazione dantesca.
0.7 1 Che ha duplice aspetto e natura.
0.8 Francesca Gambino 14.11.2000.
1 Che ha duplice aspetto e natura.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 32.96, vol. 2, pag. 560: Sola sedeasi in su la terra vera, / come guardia lasciata lì del plaustro / che legar vidi a la biforme fera.
[2] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 32, 94-108, pag. 702, col. 1.2: Biforme: çoè 'l Grifon ch'è de doe forme, com'è dicto.
[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 180.8: La terra di Creta a rincontra risponde levata a rimpetto del mare: qui è dipinto il crudele e bestiale amore del toro, e Pasefe sottoposta al furto dall'avolterio, e lo Minotauro è ine dipinto, mista generazione e schiatta biforme, ricordamento e memoria d'uso venereo da non nominare...
[4] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 1, par. 4, pag. 679.18: E alcuni sono che, dal biforme figliuolo feriti di Citerea [[...]] transfugano Elena...
[5] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 118.4, pag. 139: O luce etterna, o stella mattutina, / la qual chiuder non può Borea né Austro, / della nave di Pier timone, e plaustro / del biforme grifon, che la divina / città lasciò per farsi medicina...
[u.r. 24.04.2019]