BIGÌA s.f.

0.1 bigia.

0.2 Da biegio. || Cfr. 0.6 N.

0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 1.

0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.).

N Att. solo pis.

0.6 N LEI tratta il sost. (con accentazione piana) s.v. *beć‑/*beg‑; *bać‑/*bag‑; *bić‑/*big‑ (per cui cfr. bigio 1 0.2) e lo colloca nel campo semantico 'comportamento non normale; stupido; arrabbiato' (5, 771.37). Lippi Bigazzi, Volgarizzamenti, p. 1022 propone «di riferirlo al fr. bise 'vento di tramontana' [per cui cfr. bigio 2] nel senso metaforico di 'ventata di follia'».

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Qualità di chi è biegio, mancanza di discernimento. 1.1 Atto di persona biegia, azione che denota mancanza di discernimento.

0.8 Francesca Gambino; Elena Artale 27.04.2007.

1 Qualità di chi è biegio, mancanza di discernimento.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 13: [9] Et in altra parte disse: chi è patiente è molto savio, et chi no(n) è patiente farà co(n)noscere la sua bigia... || Cfr. Albertano, De amore, IV, 13: «"Qui paciens est, multa gubernatur prudentia: qui autem impaciens, exaltabit stultitiam suam"».

1.1 Atto di persona biegia, azione che denota mancanza di discernimento.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 16: Seneca in nele Pistule disse: gra(n)de bigia è p(ro)curare le cose del suo herede (et) a sséi negare ongna cosa, [[...]], che qua(n)to pió l'herede doverà reitare del tuo, ta(n)to fi pió lieto dela tua morte.

[2] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 92.1: Essendo Menelao assente, Helena, per non giacer sola, accolse l'oste di notte al suo tiepido petto. Che bigia fu questa, o Menelao! Andar tu via, e lassar mogliata e lo oste sotto uno tetto! || Cfr. Ov., Ars am., II, 361: «Quis stupor hic, Menelaë, fuit? tu solus abibas...».

[u.r. 09.05.2007]