0.1 biçarra, biççarri, bizarri, bizarro, bizzarra, bizzarri, bizzarro.
0.2 Etimo non accertato. || La cronologia rende problematica sia l'origine da bizza, sia quella dallo spagn. bizarro; proposto anche l'etimo lat. vitium: cfr. DELI 2 s.v. bizzarro.
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).
0.8 Paolo Squillacioti 26.01.2001.
1 Facile alla collera; iracondo.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 8.62, vol. 1, pag. 134: A Filippo Argenti!»; / e 'l fiorentino spirito bizzarro / in sé medesmo si volvea co' denti.
[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 8, pag. 197.5: E costui fo miser Filippo Argenti da Fiorenza, de casa de' Aldimari, il qual fo lo più bizarro omo che fosse in so tempo in Fiorenza.
[3] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VIII (i), par. 69, pag. 462.25: E 'l fiorentino spirito bizarro, cioè iracundo; e credo questo vocabolo «bizarro» sia solo de' Fiorentini, e suona sempre in mala parte, per ciò che noi tegnamo bizarri coloro che subitamente e per ogni piccola cagione corrono in ira, né mai da quella per alcuna dimostrazione rimuovere si possono.
[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 9, pag. 24.15: Messer Giovanni udendo questo, se al primo partito era divenuto bianco, a questo secondo diventò rosso e bizzarro, rimanendo scornato...
[5] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), L. 1, cap. 17, pag. 95.18: S'ella è brutta, s'ella puzza, s'ella è inferma, s'ella è pazza, s'ella è superba, s'ella è bizzarra, s'ella è viziosa per la sola fornicazione, ovvero adulterio, può la moglie essere lasciata dal marito...
[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 39, vol. 2, pag. 63.15: Vicini erano in Firenze e in contado, e per la conversazione de la loro invidia co la bizzarra salvatichezza nacque il superbio isdegno tra lloro, e maggiormente si raccese per lo mal seme venuto di Pistoia di parte bianca e nera come nel lasciato capitolo facemmo menzione.
- Ira bizzarra.
[2] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 23 [Ciano del Borgo a San Sepolcro].31, pag. 50: [[il servo]] l'ira biçarra rompa, fiacchi e straccila / e tucta da sé caccila, / cantando al suo signor diricto carmine, / non con bugia né con parole guarmine.
2 Sost. Chi è facile alla collera, iracondo.
[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 7, pag. 40.14: Intende, lectore, che questi tristi biççarri e orgogliosi pieni d'ira tutti si rodono in loro medesimi, e d'ogni picciola cosa, che lo' pare ricievare, desiderano di fare vendecta.
[2] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 6.1, pag. 22: In un palude so' messi i bizarri / di bructo fango tucti inbrodulati, / st[r]acciandosi co' denti, denudati, / coi piedi et co' le mani ad occhi sbarri.
[u.r. 27.11.2008]