BOLLIRE v.

0.1 bogle, boglia, boglía, boglie, boiando, boiiveno, boil, boir, boje, bola, bóla, bólano, bole, bolendo, boli, bolila, bolilo, bolire, bolìre, bolite, bolitele, bolito, bolittelo, bolla, bollano, bolle, bollendo, bollente, bollenti, bolli, bollì, bollia, bollìa, bollio, bollìo, bollir, bollirà , bollire, bollirlla, bollirono, bollisse, bollita, bollite, bolliti, bollito, bolliva, bollivano, bollo, bollon, bollono, bolono, bughie, bugla, buglendu, bugli, buglia, bugliano, buglie, buglila, buglili, buglilu, buglino, buglire, bugliri, buglirj, bugluta, bugluti, buglutu, buie, buiente, buiillo, bulgi, bulì, bulìa, bulir, bulire, buliri, bulla, bullano, bullanu, bulle, bullía, bulliente, bullirà , bullire, bulliri, bullito, bullivano.

0.2 LEI s.v. bullire.

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 3.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); San Brendano pis., XIII/XIV; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.); Ricette bologn., XIV pm.

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.7 1 [Detto di un liquido:] essere in uno stato di forte agitazione, che si manifesta mediante il formarsi di bolle gassose (dovuto principalmente ad un passaggio di stato causato da alte temperature). 1.1 [Per metonimia, rif. al recipiente in cui bolle un liquido]. 1.2 Fig. [Detto del mare o delle onde:] essere molto agitato, con schiume. 1.3 Fig. [Detto di gente riunita]. 2 Essere in cottura in acqua bollente (o in altro liquido), lessarsi. 2.1 Trans. Far cuocere in un liquido bollente, lessare. 2.2 Evaporare. 2.3 [In rif. alle pene infernali.] 3 Essere sottoposto a un forte calore, essere ardente, ardere, (anche fig.). 4 Fig. Essere in stato di forte eccitazione, agitarsi. 4.1 Fremere per l'ira. 5 [Detto del mosto:] fermentare.

0.8 Elisa Guadagnini 11.05.2001.

1 [Detto di un liquido:] essere in uno stato di forte agitazione, che si manifesta mediante il formarsi di bolle gassose (dovuto principalmente ad un passaggio di stato causato da alte temperature).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 6, pag. 171.20: ad uno loco ch'è chiamato Vechienne, per casione de teremoto profundò uno grandissimo spacio de terra, e aparìuli uno grande laco d'acqua caldissima bulliente

[2] Ricette mediche toscane, XIII (tosc.occ.), Ricetta 2, pag. 154.7: Memoria della medicina che si vole fare a' rocti se lle budella sono andate nella chullia: si fae fare un bangno d'aqua e fa bollire e metevi vetriola e malve...

[3] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 387, pag. 574: Una cautela donote, se te la place fare: / all'acqua, dove ponese lo pesce a dellessare, / mentre no bulle, guardate pesce no ce gictare, / e quando ei coctu, digilo tando caldo mangiare...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 21.17, vol. 1, pag. 347: non per foco ma per divin'arte, / bollia là giuso una pegola spessa, / che 'nviscava la ripa d'ogne parte.

[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 21, 1-18, pag. 511, col. 2.19: Or dixe l'A.: sí commo in questa Arzanà buglie pegola per fogo e per arte umana, cussí in la predita bolza boglía pegola...

[6] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 436.2: Di questa fonte parla Virgilio, ch'è in Sicilia, e Solino e Cassiodoro; e dice, che quando quelli che lla guata sta cheto, ch'ella tace; e quando favella, ch'ella bolle.

[7] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 32, pag. 157.10: Et ha questa virtute, che, chi la mete in uno vasello d'aqua freda, ella bogle alor e no calla, finatanto ch'el g'è la petra, de bollire.

[8] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 298.21: ferveo, ves, per bollire.

[9] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 39.7: Tolgli IJ once d'olio d'uliva; e quando chomincia a bolire, mettevi due once di biacha…

[10] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 17.69, pag. 386: elitropia: [[…]] se si pone in acqua u' sol non traggia, / par ch'essa bolla come fosse al foco.

[11] Purgatorio S. Patrizio, XIV sm. (mil./com.), cap. 20, pag. 35.19: E ereno sì apreso l'una da l'altra ke quaxe se tocaveno e erano tute pien de diversi metale delenguae ki boiiveno molto forte. Le fose ereno tute plene de aneme de molte maynere...

- Sost.

[12] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 17.3156, pag. 314: Nell'acqua fredda dove il Sole spire / Se questa metti, parrà che ciangotte / L'acqua fervente per lo gran bollire.

[13] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XII (i), par. 107, pag. 584.26: e per ciò che in questo bollire quel sangue è simigliante a quell'acqua, per lo nome di quella, o pur per lo suo bollir medesimo, il nomina «bulicame».

1.1 [Per metonimia, rif. al recipiente in cui bolle un liquido].

[1] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 9, pag. 248.4: Topacium, qui à tel vertù que cel qui la porta sore si tostens est aler e humel et mitis, e si tol lo bollir a la caldera qui boil sore lo fo.

[2] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 50.6: Et mettendo lengna indel fuoco et cominciando a bollire la caldaia, cominci[ò]si a muovere quella yzola sì come onda.

[3] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 323.17: Epithistes sì è una pietra, che nasce nell'isola di Corintho, la quale risplende et è rossa; e se fosse gittata nel paiuolo, quando bolle, incontanente si rimane di bollire

[4] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 31, pag. 157.4: S'ella viene metuta en un vasello che boglia, el lassa de bollire e deventa fredo.

[5] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 90, pag. 176.33: Sí che fugge come fa la mosca dalla pignatta che bolle, per paura che ha del fuoco: se fusse tiepida, non temarebbe, ma andarebbevi dentro, benché spesse volte egli vi perisce, trovandovi piú caldo che non si imaginava.

[6] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 73.28: e' tolseno di nave del [pesc]e [cr]udo per cuocere; e' frati puosono un laveggio al fuoco [e] faccendo grande fuoco sotto e bollendo lo laveggio, tutta l'isola comincia a tremare a modo d'una onda…

[7] San Brendano ven., XIV, pag. 74.9: E como eli ave cusì fato, eli mese uno lavezo al fuogo e, fazando gran fuogo soto e boiando forte lo lavezo, tuta la isola comenzà a tremar a muodo de una onda...

[8] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Gb 41, vol. 5, pag. 138.6: Uscirae delle nari sue fumo, sì come di pentole accese e bollenti.

1.2 Fig. [Detto del mare o delle onde:] essere molto agitato, con schiume.

[1] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 317.10: e pare che senta la luna, e costrigne l'onde quando bollono; e nasce in Arabia.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.6, pag. 621: Sengnor mercanti e marinar, / a chi covén usar per mar / e meterve in grande aventure, / chi, taror ven, son monto dure, / e passar lo gran pelezo, / chi boje como un lavezo…

1.3 Fig. [Detto di gente riunita].

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 280.24: In mezzo si vedevano le navi ferrate, e agre battaglie; e tutta Leucate vedresti bollire di gente ischierata per combattere, e risplendere il mare per loro.

2 Essere in cottura in acqua bollente (o in altro liquido), lessarsi.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 49.4: prendi di buona pece liquida, ed altrettanto di buon lardo o di sevo, e faraili bollire insieme, tanto che si schiumino, e poi li leverai dal fuoco.

[2] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 92.15: Tuo' de lo levestigo e de la ruda e de la maçorana e metilla a boir cum bon vin e puo' bevis quello vin e seras varido de la solluçion e sì è cosa provada per çerto.

[3] Ricette bologn., XIV pm., pag. 264.14: Toi garugli de papavero quanti tu voli e bugliano in l'aqua uno bono tenpo...

[4] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 29, pag. 39.20: prende merda di becco, le scorze e radice d'olmo, e falli bolire in acqua desfine che virà rosa; possa con la detta acqua distempera quella merda e lavalo di questa per tre die e fie sano.

[5] Ricetta in koinè sett., XIV, pag. 78.26: Tuo' del orço e failo imbrustularlo; quando questo è fato, tuo' e failo bulir chom el plantagn. Quant el haverà ben bolito, và chiò lò de la aqua mediesema ch'el à bulì entro e tuo' el rosso d'un ovo e batilo ben e tu' del grasso della tella d'un becho e messeda tuto quanto e haveray fato un bon cristiero.

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 72, pag. 159.11: - Voi siete molto golosi; [[…]] e quando mangiate li ravazzuoli, non vi basta quando hanno bollito nel pignatto, mangiarli con quel buglione, ché voi gli traete del loro proprio brodo e friggeteli in un altro pignatto, e poi gli minestrate col formaggio. -

2.1 Trans. Far cuocere in un liquido bollente, lessare.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 189.7, pag. 380: Sì gli faccia intendente che ssi duole / D'una sua gotta, che d'averl'è usata: / Per ch'e' convien ch'ella sia stufata, / Ché colla stufa guerir se ne suole; / Po' bullirà ramerin e viuole / E camamilla e salvia, e fie bagnata.

[2] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 59.4: Se alquno sentise di tisicho, sì bóla i fiori de' ramerino cho' late di chapra, e usa della detta dichoçione…

[3] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di lu mali..., cap. 19, pag. 588.37: Pigla lu meli russu, et altritanti di li midulli di la carni salata, et unu pocu di calchina viva, e tantu di pipi pistatu; li quali cosi tutti bugli e tantu li mischa insembli ki diventinu unguentu, e mittilu supra li [c]occhi di la lingua quantu è bisognu…

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 68, pag. 182.25: tucte q(ue)ste cose bulla insemi et demenose inseme, fi' che cce façça ungue(n)to et di q(ue)sto unguento dui fiate in dì pona sup(ra) le plage della lingua, lavata ina(n)ti collo vino caldo...

2.2 Evaporare.

[1] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 66.22: Ciagliu è una grande città presso ala quale ha una montagna salata, e' paesani fanno bollire la terra di quella e l'acqua si converte in sale bianchissimo.

2.3 [In rif. alle pene infernali.]

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 12.47, vol. 1, pag. 196: Ma ficca li occhi a valle, ché s'approccia / la riviera del sangue in la qual bolle / qual che per vïolenza in altrui noccia.

[2] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 5.48, pag. 57: pone tre contrade riphe / dove la violentia sta punita / che contra tre persone torce 'l grife. / La prima contra 'l proximo è ardita / di sparger sangue et di pilliar avere, / onde nel fosso del sangue è bollita.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XII (i), par. 103, pag. 583.25: E per ciò che violentissimo fu, come mostrato è, il pone l'autore qui in quel sangue bollire e esser dannato.

- Trans.

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 12, 46-66, pag. 338, col. 1.1:Ma fica gli occhi a valle. Qui mostra che 'l sangue boglie a quilli che per forza noxeno al proximo: e quisti son tyranni.

3 Essere sottoposto a un forte calore, essere ardente ardere (anche fig.).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 447, pag. 116: Li og en pur fog ardente, dond par ke illó dalfina, / Ke stizan le filapole apres con tal rüina / Com stiz de ferr cosente ke buie in la fusina: / Da quii punaz ne guarde la nostra grand regina.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 28.90, vol. 3, pag. 468: E poi che le parole sue restaro, / non altrimenti ferro disfavilla / che bolle, come i cerchi sfavillaro.

[3] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 659.4: Ferve ec., cioè bolle, ovvero scalda ardentemente.

[4] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), tenz. 5, 2.12, pag. 775: E lo tuo cor, che 'n foco d'Amor bolle, / lo ver parlando, m'ha 'n ciò sì schiumato, / ch'io serò sempre duro e non mai molle.

[5] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 1, pag. 60, col. 1.21: Arde anche questa sapienzia la mente acciò che in ogni prossimo siccome in se medesima di questo amore bollia e diventi fervente, acciò che essa un'altra volta con insaziabili desiderii insino a pienissima unione e cognizione languendo non si resti di desiderare.

[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 24.9, pag. 32: che non bolle la polver d'Ethïopia / sotto 'l più ardente sol, com'io sfavillo, / perdendo tanto amata cosa propia.

4 Fig. Essere in stato di forte eccitazione, agitarsi.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 16, pag. 315.17: Bollendo il senato e il popolo di Roma di tanti mali, che nella cittade si facieno, Mario consolo allotta mettendovi lo 'ngegno suo, e mescolandosi co' buoni, il commosso popolo per sue belle parole arringando acquetò.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. 2.68, pag. 9: Cusì, odendo lor, turba'mi molto / e per tropo ansïare / lo sangue perso - e verso - di la vena / c'atorno el cor bulìa, / per le menbre mi se redusse al volto, / sì che di contempiare / me restiti, - e viti - che apenna / de mi ebbi baylia.

[3] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 100.19: et poy ki li apresentau multi duni et rikicci, incumminzau a trimari però ki la menti li anxiava et lu cori tuctu li buglia.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 10, cap. 75, vol. 2, pag. 551.15: Bollendo e ribollendo ragionevolemente la città in questo stato dubbioso e sospetto, come il male venne alli orecchi del nostro Comune tantosto vi mandò ambasciadori con cento uomini di cavallo.

[5] Buccio d'Aldobr., XIV ui.di. (tosc./orviet.), 65, pag. 439: « Amor[e] mïo, tutta bollo, / tal ho paura tu non mi si' tolto».

[6] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 22 [ser Ciano del Borgo a San Sepolcro].73, pag. 49: se l'ira bolle, saggiamente serbila / e, consigliato, suo dover compappilo…

- Trans. Agitare, mettere in stato di eccitazione.

[7] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 25, cap. 1, par. 2, pag. 389.23: Crudele stimolo tra gli altri peccati è lussuria, la quale non lascia mai l'affetto dimorare in pace; la notte bolle, lo dì angoscia.

[8] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 2, pag. 115.27: El è manifesta cosa, Pero, che in la çoventura bogle pu e rescada la tentacium de la carne, e da li cinquanta agni in su lo calor corporà se refreida...

4.1 Fremere per l'ira.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 13, vol. 3, pag. 121.1: Quella crudele raguarda colui che parla e che giura le bugie; e bolle con superbia ira.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 98, pag. 218.35: Benci, e gli altri, ch'erano in cucina, trovorono messer Gherardo, che bollia forte…

- Fig. [Rif. a un'eruzione vulcanica.]

[3] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis III.154, pag. 221: Non bollì mai Vulcan, Lipari od Ischia, / Strongoli o Mongibello in tanta rabbia; / Poco ama sè chi 'n tal gioco s'arrischia.

5 [Detto del mosto:] fermentare.

[1] Pratica del vino, 1342/48 (fior.), pag. 11.22: E quando tue inbotti il vino di mosto, e sia tramutato e bolendo tutavia, perché sia tramutato nolo choprire peròe se none legiere; e quando è ristato di bolire, e tu lo vi stringni molto bene…

[2] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 42, pag. 160.6: Ipistiro è una pietra rossa e relucente. Et ha queste vertute: chi lla mete in mosto, no bughie più e deventa claro e stae sano e dolze.

[3] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 161, pag. 297.3: In p(ri)mo se dea allu c. tre die lu furm(en)to lesso, et deaglise a beve(re) d(e) musto rece(n)te, na(n)ti ch(e) bulla, q(ua)n ne vole et lassalo stare i(n) loco se(re)nu voi fredo.

[u.r. 06.10.2010]