BOLZONE (1) s.m.

0.1 bolcione, bolcioni, bolcone, bolçuni, bolgione, bolzone, bozom, polçone.

0.2 DEI s.v. bolzone 1 (fr. ant. bouzon).

0.3 Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.); Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.).

0.7 1 [Armi] Freccia terminante con una capocchia di metallo. 2 [Milit.] Testa metallica dell'ariete. 2.1 [Armi] Estens. Ariete.

0.8 Elisa Guadagnini 29.01.2001.

1 [Armi] Freccia terminante con una capocchia di metallo.

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 8.14, pag. 470: Apparve luce, che rendé splendore, / che passao per li occhi e 'l cor ferìo, / ond'io ne sono a tal condizïone: / ciò furo li belli occhi pien' d'amore, / che me feriro al cor d'uno disio / come si fere augello di bolzone.

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 29, 22-36, pag. 643, col. 1.15: Fasse archi che hano 'tre' corde e sitano insieme 'tre site'; e cussí balestri che sitano inseme tre bolçuni o ver quadrelli.

[3] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 51, pag. 96.33: si diedero a difendere la terra, e a volere morire per amor delle mura; elle gittavano le lancie, li sassi e li bolcioni a' nemici, e anzi volevano morire in su le mura che si volessero da' merli levare.

- [Con prob. signif. osceno].

[4] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), tenz. 15, 2.16, pag. 802: Non piacquer mai sonette a tai persone; / ma, s'ei t'accoste, dónai del bolgione.

2 [Milit.] Testa metallica dell'ariete.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 14, pag. 159.12: Questo gatto ha dentro una trave ove si mette un ferro uncinuto, il quale è falce chiamato, col quale, perocchè piegato, del muro si traggono le pietre, o vero che il capo gli si veste di ferro, ed è chiamato in volgare bolcione, e per lettera montone, perchè ha durissima fronte, e con esso si fanno le mura cadere, o vero ch'a modo di montone torna addietro, acciocchè con grande forza menato più fortemente percuota. Il gatto è detto per lettera testuggine a similitudine della verace testuggine, perchè secondochè quella or mette fuori il capo, or lo ritrae dentro, così il dificio, cioè il bolcione, ch'è nel gatto, or mette fuori la trave, ed ora la reca dentro, acciocchè più fortemente percuota.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 6, cap. 4, pag. 174.4: E tanto fecero con bolcioni ferrati, che fecero una gran fratta nel muro, e poteano andare dove loro piaceva, se non fusse uno solo uomo lo quale vi rimase che aveva nome Sciva, del quale disse Lucano che fece ciò che XXX.m e Cesare con loro non dovevano potere fare.

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 28.16: E spesse volte, percossa dall'onda per lato, dae grande fragore; e picchiata, non suona più lievemente che suoni lo bolcone del ferro, o vero lo balestro quando perquote le rocche che si debbono disfare.

2.1 [Armi] Estens. Ariete.

[1] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 8.216, pag. 735: e lì fém un tal processo: / che un borgo pim e grasso, / murao, merlao tuto entorno, / che lì susa era, ê men d'un jorno / com bozom missem a basso; / e tuto l'atro casamento, / stalo e maxon de quello logo / fon cremae e misse a fogo, / rüina e disipamento.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 5, cap. 78, vol. 1, pag. 701.17: cominciarono a percuotere le mura co' bolcioni tanto che ggià l'avieno forate e aperte delle mura da ppiè...

[u.r. 20.01.2012]