BRUCARE v.

0.1 bruca, bruga, brughi.

0.2 Da bruco.

0.3 Dante, Rime, a. 1321: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Rime, a. 1321.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Mangiare, rosicchiare. 1.1 Fig. Logorare, indebolire. 2 Tendere verso qsa.

0.8 Maria Clotilde Camboni 29.07.2001.

1 Mangiare, rosicchiare.

[1] Filippo di ser Albizzo, Rime, a. 1365 (fior.), 73a.1, pag. 74: Sì come il vermicel petito bruga, / latitando tra foglie sua bassezza, / da'ti diletto in non falsa mandruga, / leccando in poesì ogni saviezza.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 12.70, pag. 219: E pognam che fra lor serpe non brughi: / pur nondimeno a la natura piace / che chi là vive alcun vermo li frughi.

1.1 Fig. Logorare, indebolire.

[1] Dante, Rime, a. 1321, 46.33, pag. 168: la morte, che ogni senso / co li denti d'Amor già mi manduca: / ciò è che 'l pensier bruca / la lor vertù, sí che n'allenta l'opra.

2 Tendere verso qsa.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 9.93, pag. 364: Ed ello a noi: «Se tanta grazia luca / in voi, quant'è 'l disio, fatemi saggio / del cammin vostro e onde move e bruca».

[u.r. 26.09.2008]