BUCCIO s.m.

0.1 buccio, bucio, bucchio.

0.2 Da buccia.

0.3 Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.): 1 [5].

0.4 In testi tosc.: Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

0.5 Locuz. e fras. lasciare del buccio 1.2; costare del cuoio e del buccio 1.3; temere del cuoio e del buccio 1.4; rompere di buccio in buccio 6.

0.6 A Doc. sen., 1235 (sen.): Belriso mollie di Buccio.

0.7 1 Pelle dell'uomo, in particolare la pelle del viso. 1.1 Estens. Espressione (del viso). 1.2 Fras. Lasciare del buccio: lasciare la vita (pelle), morire. 1.3 Fras. Costare del cuoio e del buccio: portare gravi conseguenze (economiche e finanziarie), patire grave danno. 1.4 Fras. Temere del cuoio e del buccio: temere per la propria vita (pelle). 2 Pelle di un animale. 3Parte esterna di frutti, tuberi, ecc., più o meno molle e membranosa, variamente colorata, che avvolge i frutti come una pelle, buccia. 4 Strato più interno e molle della scorza degli alberi. 5 Tratto della canna fra un nodo e l'altro. 6 Fras. Rompere di buccio in buccio: fare a pezzi, conciare per le feste (?).

0.8 Renata Zala-Joos 21.10.2001.

1 Pelle dell'uomo, in particolare la pelle del viso.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), pag. 180.6: e no troppo magro nè troppo grasso, nè molto charnuto nel viso; e è colorito intra rosso e bianco, e àe il buccio e la charne sottile e rilucente.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), pt. 1, cap. 10, pag. 92.27: Le ventose purgano il sangue sottile, il quale è nele vene piccole che sono intra -l bucio e la charne, più che no fa il torre sangue.

[3] Zucchero, Fisionomia, 1310 (fior.), pag. 7.21: Chi àe colore sì rosso e bene vermiglio, sì è segno d'abondanza di sangue, e chi l'àe mischiato intra rosso e bianco, sì è segno d'iguali e di buona natura; e se ´l buccio del viso è bianco, e abbia uno poco di rosso, sì è segno di mattia e di leggiere coraggio.

[4] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 1.17, 6, pag. 11: Poi si rivolse, senza far più resta, / al quinto savio, ch'era molto vecchio / (la sua età vi vo' far manifesta: / perch'egli aveva 'l buccio tutto recchio, / dicevasi c'aveva novanta anni / passati veramente, senza inganni).

- [In contesto fig.].

[5] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 28, pag. 220.6: Unde ad te conviene voitare questo tuo bucchio di questa carne et fetore, di questo malo amore et desiderio della carne. Et quando elli sarà voito tu potrai mectervi et congregare questi beni spirituali, et allora riceve l'omo et gusta di questi beni.

[6] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 28 pag. 220.10: Et quando elli sarà voito tu potrai mectervi et congregare questi beni spirituali, et allora riceve l'omo et gusta di questi beni.Unde dicea Iob: «Diseccata è la carne mia et lo bucchio m'è rimaso. Et la bocca colle labbra sopra i denti miei».

1.1 Estens. Espressione (del viso).

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 71, terz. 77, vol. 3, pag. 294: Disse la Donna: Perchè se' tornato? / Ed e' rispose: Quel vostro Castruccio / mi fe carezze, e poi mi diè commiato. / La Donna del bel viso turba il buccio, / ed allo 'mperadore il mandò a dire; / pensa, se dovie gonfiar di cruccio.

1.2 Fras. Lasciare del buccio: lasciare la vita (pelle), morire.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 59, terz. 86, vol. 3, pag. 163: [[e fur la maggior parte presi, e morti...]] Soldati Fiorentin, non senza cruccio / n'ucciser dieci, e gli altri là levaro; / ma pur lasciar, com'è detto, del buccio.

1.3 Fras. Costare del cuoio e del buccio: portare gravi conseguenze (economiche e finanziarie), patire grave danno.

[1] A. Pucci, O lucchesi, 1370 (fior.), st. 4.5, pag. 17: Ricordivi che poi, morto Castruccio, / Nelli anni mille trecento ventotto, / Arrigo suo figliuol, non senza cruccio, / Corse la terra, e fu signor di botto. E costò a Lucca del cuoio e del buccio, / Perchè di tutti pagava lo scotto.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 60, terz. 28, vol. 3, pag. 169: Quell'anno i Ghibellini ebber Cesena, / ma costò loro del cuoio, e del buccio, / perchè ne fur cacciati con lor pena.

1.4 Fras. Temere del cuoio e del buccio: temere per la propria vita (pelle).

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 83, terz. 47, vol. 4, pag. 93: Sentendo questo i figliuo' di Castruccio, / ch'eran col Re Giovanni per istatichi, / temendo forte del cuoio, e del buccio, / e ch'egli il loro stato non diradichi, / fuggír di Parma, e girne in Carfagnana...

2 Pelle di un animale.

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 28, pag. 219.25: Dico ke conviene che l'omo abbia lo vaço voito s'elli vi vuole alcuna cosa congregare, ché se lo vaço fusse pieno nulla vi potresti mettere. Unde ad te conviene avere lo vaçello voito sì come è l'otre, che dell'otre è cavata la carne et è rimaso solo lo bucchio, et però è capace.

3 Parte esterna di frutti, tuberi, ecc., più o meno molle e membranosa, variamente colorata, che avvolge i frutti come una pelle, buccia.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 5, pag. 154.37: E sapiate che ll'uve mature sono chalde e umide tenperatamente [[...]] Ma voi dovete sapere ch'elle sono di diverse nature, secondamente che ll'uomo le truova diverse in colore e in sustanzia. In sustanzia le truova l'uomo grosse e minute, e di quelle ch'ànno il bucio grosso e sottile.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 5, pag. 159.4: Delle susine. Susine sono di loro natura frede [[...]]. Quelle che sono nè verdi nè mature, e àno il bucio sottile, sì lle dee l'uomo mangiare a digiuno per la forciella rafredare, e danno apetito di mangiare.

4 Strato più interno e molle della scorza degli alberi.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 5, pag. 157.2: Della natura de' ciederni. Cederni sono di diverse maniere, perciò che sono di quatro diverse cose fatti [[...]] e della buccia medesima istropiciatone i denti, sì conforta le giengie e fae buono odore di bocha. Lo bianco dentro ch'è apresso il bucio, sì è fredo e umido nel primo grado, e di sua natura rafreda la forciella, ma non si quocie legiermente alo stomaco.

5 Tratto della canna fra un nodo e l'altro.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 5, cap. 11, pag. 185.12 e 17: vuolsi torre un buccio di canna, il quale abbia da ogne capo il nodo, e farvi dal lato una apertura, e mettervi entro un poco di mele [...] e quando verranno a ber l'api, v'enterranno entro. E tu va poi subito, e togli il buccio, coprendo l'apertura col dito grosso.

6 Fras. Rompere di buccio in buccio: fare a pezzi, conciare per le feste (?). || Si tratta prob. di un'espressione coniata episodicamente per la rima, partendo dal signif. 'pelle' (cfr. 1.2, 1.4) o 'buccia' (nel senso di 'strato').

[1] A. Pucci, Noie, a. 1388 (fior.), 24, pag. 3: A noia m'è tanto ch'i' me ne chrucio / chi sta con dona in chiesa a merchatare, / che ronper si voria di bucio in bucio.

[u.r. 30.03.2023]