BUFFONE s.m./agg.

0.1 bofonni, buffon, buffone, buffoni, bufon, bufono, bunfone.

0.2 Da buffare 2.

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Stat. pist., 1313; Stat. lucch., 1362.

In testi sett.: Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); F Bonvesin, Expositiones Catonis, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.6 N Cfr. Bertolini, Rec. Schizzerotto, in partic. pp. 745-48.

0.7 1 Persona che nel Medioevo aveva il compito di rallegrare i principi e i signori delle corti con burle e facezie; giullare di piazza, istrione; fig. persona bugiarda e truffaldina. 1.1 Agg. Estens. Ridicolo.

0.8 Rossella Mosti 19.04.2001.

1 Persona che nel Medioevo aveva il compito di rallegrare i principi e i signori delle corti con burle e facezie; giullare di piazza, istrione; fig. persona bugiarda e truffaldina.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1509, pag. 228: ma già non ublïare, / se tu puoi megliorare / lo dono in altro loco, / non ti vinca per gioco / lusinga di buffone: / guarda loco e stagione.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 878, pag. 49: Sapiai segnior, questo sermon / Non è miga de bufon, / Ançe è 'n sermon de grande pagura / Donde eo sí n'ó molto grande rancura.

[3] F Bonvesin, Expositiones Catonis, XIII tu.d. (mil.): Consei privao comette al savio companion, / Lo qual no sia zanzé ni senta de buffon... || Ma il ms. B legge: «Lo quale non sia zanzero ni senti de buffoni»: cfr. Beretta, Bonvesin, p. 121.

[4] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 334, pag. 651: Mai açò ke vui n'abiai li vostri cor seguri, / ke queste non è fable né diti de buffoni, / Iacomino da Verona de l'Orden de Minori / lo compillà de testo, de glose e de sermoni.

[5] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 15, pag. 123.2: Quando elli scialacqua li beni suoi, donandoli ai buffoni che diceno male, e non li uça bene faccendone limosine et altri beni, questo ricco è dannato...

[6] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 190, vol. 2, pag. 313.14: Et neuno giollaro o vero huomo di corte o buffone, volgarmente intendendo, possa avere commiato in pecunia o vero dono alcuno o vero alcuni de la città, per cagione d'alcuno cavaliere novello, el quale si facesse...

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 144.76, pag. 613: Freschi de oir asai pu son / qualche jugolar o un bufon / o un malvaxe inganaor / ca un veraxe pricaor.

[8] Stat. pist., 1313, cap. 25, pag. 190.28: E li ditti officiali siano asolti da quello statuto nel quale si co(n)tiene ke siano tenuti di dare a Gaççino buffone una robba...

[9] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 40, pag. 25.22: e li giovani agiunsero al giuoco Cercese varii movimenti, sì come di ballare e danzare, e fecero venire di Toscana Ludio, lo quale era maestro di quella arte, la quale da prima venne di Creti e di Lidia, e imperciò che Ludio Toscano era ystrione, cioè buffone, overo giocolare, impuose al giuoco scenico nome d'istrione...

[10] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 63.2, pag. 58: La tençone ch'è fra li cortesani / e li bofonni, e gle prestatori / e li çudici, e li dicitori / e li medici, e negli tyranni, / [[...]] / tuto ò nulla respeto di quella / ch'i'ò soferta, çà sono anni duy, / cum ti, Floruça, che te pugni mego, / che ti dì' 'no' et yo de sì ti prego...

[11] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 98.4: e nota, lettore, in lui una condizione, per la quale l'Autore più tosto il nomina ch'altro, cioè perchè fu uomo di corte, cioè buffone...

[12] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 37, pag. 268.7: Allora il cavaliere, che cognobbe le sue buffe e 'l suo mal dire, il fe' menare in cucina e fe'gli dare mangiare come a sogliardo e poi il fe' cacciare via; e da costui dirivò il nome de' buffoni, e puossi dire che la maggior parte di quelli che sono oggi sieno veramente discesi di costui, però che sono poltroni e bugiardi e maldicenti de' gentili uomini...

[13] Stat. lucch., 1362, cap. 23, pag. 98.33: E che neuna persona, di qualunqua condictione sia, possa nella città di Lucha, borghi o sobborghi, contado, distrecto o forsa di quella, avere a alcuna festa la qual facesse o far facesse per alcuno anellamento d'alcuna donna o femina [[...]] alcuno buffone o giucularo o alcuno sonatore d'alcuno stormento...

[14] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 25.75, pag. 327: Costui è quel che non ebbe riguardo / de gli assassin del Veglio e che li prese / e che pagò il buffon, se fu bugiardo.

[15] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 6, pag. 176.8: Questo Ciaco fu fiorentino, bufono e omo de corte; e fo multo coroto in questo vitio…

[16] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 16, pag. 382.13: In questa seconda parte l'altore fa spressa menzione d'uno spirito degnio di fama e di memoria e ffu chostui un Marcho de' Calobandi da Vinegia, huomo buffone, cioè uomo di corte savio e d'assai, ma vizioso di questo vizio dell'ira, il quale si purgha in questo circhulo.

[17] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 42.6: Po' le vivanne viengo buffoni riccamente vestuti. Tal cantava, tal ballava, tal mottiava.

[18] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 27, pag. 60.16: Il Gonnella piacevole buffone, o uomo di corte che vogliamo dire, mostrò al marchese da Ferrara non meno che Bartolino.

[19] Gl Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 10, pag. 26.19: O questi son li trastulli de' buffoni, e' diletti che hanno li signori! Per altro non son detti buffoni, se non che sempre dicono buffe...

[20] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 7, 32.2, pag. 93: - Tu di' che questo Barlaàm sì santo / è uno ingannatore e un buffone, / e io ti dico che io non so' tanto / degno che basti a toccar suo bastone, / né di baciarli i piei o tanto o quanto, / né di sua gonna vedere 'l garone, / però ch'io ero morto ed e' renduta / la vita m'ha, che tutta era perduta.

1.1 Agg. Estens. Ridicolo.

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 72, pag. 82.5: La prima, che nel volto di colui che favella si richiede d'avere ardimento e vergogna. La seconda, che non faccia troppo acconci reggimenti del corpo, acciò che non paia buffone, né troppo rustichi e sconci, acciò che non paia villano.

[u.r. 20.10.2010]