CACARE v.

0.1 caca, cacare, cacari, cacato, cacheremo, cacherò, cachi, cachiròti, cachò, cacò, cacòe, cagano, chachare, chachò.

0.2 Lat. cacare (DELI 2 s.v. cacare).

0.3 Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.): 1.5.

0.4 In testi tosc.: Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Ingiurie lucch., 1330-84, [1330]; Boccaccio, Decameron, c. 1370.

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.).

0.5 Locuz. e fras. caca in acqua 1.1; cacare nel vaglio 1.2; lasciarsi cacare in capo 1.3; sèvi di lungi delle miglia più di be' la cacheremo 1.4; tenere un gran cacare 1.5.

0.7 1 Defecare (anche fig.). [Come appellativo ingiurioso:] locuz. agg. Caca in acqua. 1.2 Fras. Cacare nel vaglio: fare un'impresa inutile. 1.3 Fras. Lasciarsi cacare in capo: farsi fare un sopruso senza reagire. 1.4 Fras. Sèvi di lungi delle miglia più di be' la cacheremo: le miglia sono tante da non poterle indicare con un numero. 1.5 Fras. Tenere un gran cacare di qsa: avere fastidio (di qsa). 2 [In senso spregiativo:] partorire.

0.8 Rossella Mosti 27.08.2001.

1 Defecare (anche fig.).

[1] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 1, par. 17, vol. 2, pag. 336.7: E niuno huomo simelemente fare degga alcuna sucçura en glie grade d'essa fonte overo entorno a esse grade a tre passa, overo alcuna cosa socça overo puçulente bugliare, né pisciare overo cacare.

[2] Ingiurie lucch., 1330-84, 275 [1374], pag. 76.1: - Io te strisserò sì la gola che tu n'arai assay parechi dì et cachiròti i(n) nella gola et i(n) della strossa. - Io te far(r)ò chachare i(n) nella gola et no(n) te ne por(r)a' aiutare.

[3] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 77, pag. 61.4: A fari cacari sencza umuri et sencza doluri.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 211, pag. 549.12: Alcuni altri, sappiendo la novella, cominciorono a cantare: - A chi vuole indovinare, in bocca li possa un can cacare. - E così si rimasono i comperatori scornati per un buon tempo...

[5] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 7, pag. 139.17: El c. che à la 'nfermetà de l'arragiato ov(er)e efforato et sempre caca merda liquida, [[...]] sacce che non campa, ma cecto morerà.

1.1 [Come appellativo ingiurioso:] locuz. agg. Caca in acqua.

[1] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), IV, ott. 15.1, pag. 225: O Pisan caca in acqua, o traditori, / dov'è l'argoglio, e la superbia vostra? / Perchè soffrite tanti disonori / dal Fiorentin, ch'all'uscio vi si mostra? / Vitiperata gente, uscite fuori / a vendicare i morti della giostra.

1.2 Fras. Cacare nel vaglio: fare un'impresa inutile.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 214, pag. 556.27: e al gentiluomo parve avere cacatonel vaglio, veggendosi aver perduta la ronzina e 'l porco suo che avea insalato, e quello che avea imbolato, e ancora fiorini dodici...

1.3 Fras. Lasciarsi cacare in capo: farsi fare un sopruso senza reagire.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 178, pag. 442.27: Giovanni si volge a Piero, e risponde subito: - Deh, sia col nome del diavolo, se noi ci lasceremo cacare in capo.

1.4 Fras. Sèvi di lungi delle miglia più di be' la cacheremo: le miglia sono tante da non poterle indicare con un numero. || (Branca).

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 8, pag. 240.24: Disse allora Ferondo: «O quanto siam noi di lungi dalle nostre contrade?» «Ohioh!» disse il monaco «sèvi di lungi delle miglia più di be' la cacheremo

1.5 Fras. Tenere un gran cacare (di qsa): avere fastidio (di qsa).

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 122.8, pag. 244: Un marcennaio intende a grandeggiare / e pòggiavi sì smisuratamente, / che sofferire già nol può la gente, / veggendol così forte vaneare. / Deh fatel ritornare a vergheggiare, / come soleva fare anticamente, / ché, s'i' non sia del mi' capo dolente, / del su' fatto mi tien un gran cacare!

2 [In senso spregiativo:] partorire.

[1] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 69, pag. 31.25: io t'offendarò ne la persona», o ponessi mano adosso ad altrui iniuriosamente, e dicessi: «pocta che ti cacò»...

[2] Ingiurie lucch., 1330-84, 3 [1330], pag. 19.5: - che maledecta scia la pocta che ti cachò.

[3] Ingiurie lucch., 1330-84, 104 [1348], pag. 39.7: - E' co(n)viene che io ti caccii di Luccha (e) aiutitene chi vuole (e) al dispecto di chi ti cacòe in t(er)ra.

[u.r. 08.10.2020]