CAGNAZZO agg.

0.1 cagnaci, cagnassa, cagnazze, cagnazzi, cagnazzo.

0.2 Da cane 1, formato sul femm. cagna.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).

0.6 N Per la derivazione di Cagnazzo, nome di un diavolo della quinta bolgia in Inf. XXI, 119, cfr. ED s.v. Cagnazzo.

0.7 1 Di colore scuro, fosco. 2 Brutto, deforme.

0.8 Sara Alloatti Boller 01.06.2001.

1 Di colore scuro, fosco.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 32.70, vol. 1, pag. 552: e aspetto Carlin che mi scagioni». / Poscia vid'io mille visi cagnazzi / fatti per freddo; onde mi vien riprezzo, / e verrà sempre, de' gelati guazzi.

[2] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 151.15: Piega le dote de la donzella in quanto puoi peggio e inganna lo tuo giudicio con picculo iscalone. S'ella è piena, sia chiamata infiata, e se è cagnassa, nera; in de la snella può aver peccato la magreza...

[3] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 395, pag. 597.5: « Fusche» cioè cagnazze overo brune.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 92, pag. 212.24: -Vuogli verde? - No. -Vuogli sbiadato? - No. - Vuogli cagnazzo? - No.

2 Brutto, deforme.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 4, pag. 523.30: ella aveva il più brutto viso e il più contraffatto che si vedesse mai [[...]]; e il suo nome era Ciuta, e perché così cagnazzo viso aveva, da ogni uomo era chiamata Ciutazza...

[u.r. 08.10.2020]