CALDÈO agg./s.m.

0.1 caldea, caldee, caldei, caldeo, caldero, chaldee, chaldei.

0.2 Lat. Chaldaeus (DEI s.v. caldèo).

0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 1.1.1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

0.7 1 Che abita la Caldea; che proviene o è proprio della Caldea. 1.1 [Detto del linguaggio:] parlato in Caldea. 2 Sost. Abitante o originario della Caldea. 2.1 [Personificazione del demonio]. 3 Sost. Lingua della Caldea.

0.8 Paolo Squillacioti 28.08.2001.

1 Che abita la Caldea; che proviene o è proprio della Caldea.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (i), par. 26, pag. 24.29: Ad evidenzia della quale è da sapere che gli antichi filosofi caldei, e appresso loro gli egizi, furono li primi che per considerazione conobbero il movimento dell'ottava spera e de' pianeti e similemente quello che per li movimenti de' corpi superiori negl'inferiori ne seguiva...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (ii), par. 43, pag. 274.8: «Così come per forza d'ingegno essi adoperarono di conoscere i secreti riposti nel seno della natura e la cagion delle cose, e per saper queste seguivano gli Studi caldei, gli egizi, gli italici e gli altri, quantunque lontani, e così per conoscere il vero Idio si dovevan faticare e andar cercando quegli che maestri e dottori erano della ebraica legge, acciò che di ciò gli ammaestrassero»...

[3] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), Dan 5, vol. 8, pag. 51.8: [7] E gridò il re fortemente, che fossero introdutti li maghi caldei e li divinatori.

1.1 [Detto del linguaggio:] parlato in Caldea.

[1] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), Prol. Tb, vol. 4, pag. 491.20: E perchè la lingua Caldea è vicina alla Ebrea, trovai uno peritissimo in ciascuna di queste lingue, e pigliai la fatica di uno dì; e chiamato uno notaio, tutto quello che colui mi diceva in ebreo, io tradussi in lingua latina.

1.1.1 [Detto della scrittura:] scritto con l'alfabeto e nella lingua della Caldea.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 73.21: E Carmentis enprima fece lectere latine e le grece fece Cappinus, Moyses l'ebree, Fenices le chaldee e egiptios.

2 Sost. Abitante o originario della Caldea.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de passione sancti Iob, 112, pag. 281: Intant ke Iob parlava col mess k'era presente, / Un oltro mess stremio venuo fo incontinente: / «Pur mo», zo diss lo messo, «quella perversa zente / Ke fin dig li Caldei, sí t'an offess grevmente.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 17, pag. 55.4: E poscia molte battaglie intorno a se fatte, le quali non ci cadrebbe in acconcio di dire, per diversi avvenimenti venne il regno in quelli di Scitas e a' Caldei...

[3] Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.), pag. 34.5: Lo primo imperadore sì funo li Lassiriani et li Caldero, et fu loro imperadore Bellinino...

[4] St. de Troia e de Roma Ricc., XIV (rom.>tosc.), pag. 8.27: Regnò la predecta Semiramis xl anni, poi per la usança sua fe' regnare molte femine in Siria e caldei in Egypto.

[5] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 163.11: Et tucte queste cose preditte in Babillonia li Caldei senne portaro.

2.1 [Personificazione del demonio].

[1] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 1, pag. 358.20: [[Dio]] disse ad Abramo: Esci dalla tua Terra, e del tuo parentado (ciò erano gli Caldei, ch'erano quasi diventati demonia) acciocchè abiti nella regione de' vivi.

[2] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 2, pag. 366.25: Discendi, che non hai più sedia d'onore, essendo diventata figliuola di Caldei, cioè del demonio.

3 Sost. Lingua della Caldea.

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, Prologo, pag. 7.2: Il quale libro fece traslatare di caldeo e de arabicho in volgare castellano lo Re don Alfonso...

[u.r. 09.10.2020]