CÀLICE s.m.

0.1 calese, càlese, calesi, càlesi, calex, calexe, calexo, calice, caliche, calichi, calici, calicie, caliscie, calixe, calixi, callece, callice, carexo, chalicie, challexe, kalice, kallesse.

0.2 Lat. calix, calicem (DELI 2 s.v. calice 1).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Doc. sen., 1289; Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Stat. pist., 1313; Stat. lucch., XIV pm.; Gloss. lat.-aret., XIV m.; Doc. amiat., 1363 (2); Stat. prat., 1335-75.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Passione genovese, c. 1353.

In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Stat. catan., c. 1344.

0.5 Locuz. e fras. bere il calice 2.3; bere il calice di Cristo 2.3; bere il calice di Dio 2.3; calice amaro 2; calice della morte 2.1; morire di calice 2.2; ricevere il calice di Cristo 2.3.

0.7 1 [Eccles.] Recipiente per liquidi che va restringendosi nella parte inferiore, usato dal sacerdote durante l'ufficio liturgico. 1.1 [Relig.] Bicchiere usato da Cristo nell'Ultima Cena. 1.2 [Per uso non liturgico]. 2 Fig. Passione di Cristo; esperienza dolorosissima che richiama quella di Cristo in croce. 2.1 Fras. Calice della morte. 2.2 Fras. Morire di calice. 2.3 Fras. Bere, ricevere il calice (di Cristo, di Dio).

0.8 Paolo Squillacioti 09.10.2001.

1 [Eccles.] Recipiente per liquidi che va restringendosi nella parte inferiore, usato dal sacerdote durante l'ufficio liturgico.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 87.22: Un uomo è accusato che tolse uno calice d'uno luogo sacrato et è lli apposto che sia sacrilegio, et esso si difende dicendo che non è sacrilegio ma furto.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura rubra, 371, pag. 146: Lo calex k'el m'á dao no vo 't ke 'l beva im pax, / Azò ked eo desfaza l'ovra del Satanax?

[3] Doc. sen., 1289, pag. 51.40: Et anco n'acetto quattro nappi piani et chuslieri d'ariento, et vollio che ne sieno fatti due calici, et l'uno sia dato ai frati di sancto Agostino a luogho di sancta Aghata et l'altro a luogho dei frati di sancto Domenicho in Camporegi.

[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 204.39: l'arbor, el qual elli adorava, ello lu sfesse, e lo ydolo dela vipera de oro lu lo mudà in un calixe.

[5] Stat. pist., 1313, cap. 4, pag. 183.18: salvo uno calice, torribile, uno bacino e navicella, li quali co(n)tinuamente s'adoperano.

[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 3, pag. 661.20: non litigare, non contendere; reverenzia mostrare per atto a' compagni, [[...]] ai paramenti, ai calici, e, brievemente, ad ogni cosa che è ordinata e consecrata al servigio del santissimo Corpo di Cristo...

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 7, pag. 20.14: chistu Gregoriu per sua orationi sì fichi smoveri unu monti da unu locu ad unu autru; per lu secundu miraculu, de insuldarj la lampa ructa, sì fu simili de unu autro patri sanctu chi se clamava Dunatu, lu quali per virtuti de orationi sì consuldau unu calice, lu quali era ructu et spiczatu».

[8] Stat. sen., 1343 (2), L. 3, pag. 130.28: Neuno compri overo in pegno overo per altro modo ricieva overo fonda calice sagrato overo patena, croce overo terribile [sic] da oncienso se non è per acconciare overo per rifare di nuovo esse cose overo alcuna d'esse...

[9] Stat. catan., c. 1344, cap. 8, pag. 38.3: Ecciamdeu divi lavari li purificaturi di li calici e lu amictu e la tuvagla, la quali sta supra lu altaru, in la quali lu previti si purifica li manu, lu misi una fiata.

[10] Stat. lucch., XIV pm., pag. 76.16: Ancho questo guardino li frati, che -l calice da ministrare sia d'argento.

[11] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), Prologo, pag. 138.8: Per le virtute delle parolle le qualle dice el prèvede a l'altaro inel'offitio della messa, l'ostia, che pare pane morto, deventa corpo vivo, el vino che sè inel calice deventa sangue vivo.

[12] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 302.20: hic calix, cis, el callece.

[13] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. III, cap. 17, pag. 613.17: Anchora vetemmo etiamdeo che nessuno oblighe o ose d'obligare in pingno lo calice, la pathena, la croce, lo terribulo o le altre vestimente sacerdotale o libro de ghiesia o qualunque altri adornamenti de ghiesia.

[14] Doc. amiat., 1363 (2), pag. 91.12: It. lassa a s(an)c(t)o Lonardo p(er) comperare overo caliscie overo pianeta come a santesi pa(r)rà.

[15] Stat. prat., 1335-75, cap. 7, pag. 637.35: Ordiniamo ch'el camarlingho magiore sia tenuto di guardare e serbare tucte le cose della compagnia e spetialmente tucti paramenti, calice, libbri, tovaglie et altri adornamenti della compagnia e al cuminciamento del suo uficio li sieno asegnate e scripte tucte le cose che lli sono date in guardia.

[16] San Brendano ven., XIV, pag. 152.10: in lo quarto dì eli trovà uno càlese molto grando de la maniera de lo canevo e la patena è de color de la colona...

[17] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 12, pag. 99.21: Uno calice d'ariento avea 'naorato in mano colla ostia.

1.1 [Relig.] Bicchiere usato da Cristo nell'Ultima Cena.

[1] Passione genovese, c. 1353, pag. 28.41: E seando Criste alla menssa in la ceyna, ello sì preyxe lo pam e sì lo beneyxì, e lo calexo dello vim atressì, e ordenà in quella meyssma ceyna quello sagramento sprecioxo, zoè lo corpo e lo sangue so, e sì lo dè a mangiar e a beyver alli soy discipuli.

[2] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 364, pag. 50: Puoi apresso la mano destese, / el calice con lo vino prese / levando in alto con sua mano, / rendendo laude a Deo sovrano...

[3] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 41.5, pag. 319: Poi 'l calice del vino benedisse: / - Quest'è il mie sangue, bevete e gustate. -

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, prol., vol. 1, pag. 92.8: Et prisi lu calichi, et regraciau a Deu, et dedi ad illi, et dissi: - Biviti di kistu tucti, ka kistu esti lu sangui meu di lu novu testamentu, lu quali pro multi sirrà spasu ad remissioni di li peccata.

1.2 [Per uso non liturgico].

[1] x Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), L. V, pag. 62: Quivi erano li dipintori, quivi li statuarij, [[...]] quivi gl'orafi, che facevano li calici d'oro...

[2] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 43, pag. 28.17: ond'elli desiderosamente prese il calice e, atinta l'acqua del fiume, divenuto molto lieto, il portoe ove il fummo era apparito...

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 67.31: Qui il tesoro di Troja tolto e robbato dai templi incesi, e le mense delli Dei e li calici dell'oro solidi, e le vestimenta de' pregioni d'ogni parte si raccoglie.

[4] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 1, 11, pag. 25.10: La vergene gloriosa vene e aduse un calese bellissimo e dèli bevere cum esso; e de presente la vedova fo liberada da l'enfermitade.

[5] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XII (i), par. 112, pag. 585.32: il quale Aduardo, suo fratello, sepellito tutto l'altro corpo con molte lacrime, seco se ne portò in Inghilterra, e quello, pervenuto a Londra, fece mettere in un calice d'oro...

[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 7, pag. 92.18: E così in doi miracoli seguità la vertue de doi santi pairi: çoè in mover la prea seguità lo faito de Gregorio, chi mové lo monte, e in la lampa la vertue de Donao, lo qua orando reduse un calice roto a la pristina integritae.

[7] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 40, vol. 1, pag. 205.12: io vedeva innanzi a me una vite, [10] nella quale erano tre propagini, crescere a poco a poco le gemme, e dopo i fiori l'uve maturarsi, [11] e lo calice di Faraone nella mano mia; e io tolsi adunque l'uve, e premettile nel calice ch'io tenea, e diedi a bere a Faraone.

2 Fig. Passione di Cristo; esperienza dolorosissima che richiama quella di Cristo in croce.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 32, pag. 163.17: Le loro pene, di quelli miseri, non si possono dire, tante sono e tali, ma una parte di quel calice si è fuoco e solfo. Mal calice è questo, il fuoco è la più forte cosa che ssia, e 'l solfo la più puzzolente, a dimostrare che queste due cose sono generali in tutti i vizii e peccati.

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 34, pag. 253.4: Cristo in della Scriptura chiamoe la croce «calice», unde Elli disse in della passione: «Pater si fieri potest transeat a me calix iste», Padre io ti prego, se essere puote, che questo calice passi da me.

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 36, vol. 2, pag. 4.3: E però disse, che il Padre gli dava il calice, non li Giudei.

[4] Discorso sulla Passione, XIV sm. (castell.), pag. 168.5: levò gli occhi al cielo e disse: «Padre mio, abine mis(er)icordia, ch'io no(n) bea questo calici così amaro! [[...]]».

- Fras. Calice amaro.

[5] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 48.7, pag. 321: Cominciò dir: - O Padre mie sovrano, / s'egli è possibil, el calice amaro / passi da me, dolce Signor mie caro.

[6] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 11, prol., vol. 2, pag. 9.22: Patri meu, si non pò passari kistu amaru calichi, ki eu non lu biva, sia facta la vuluntati tua.

2.1 Fras. Calice della morte.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 439.22: E ch'elli volesse, appare per le parole dell'orazione piena di sangue, dove disse: «Se possibile è, passi da me questo calicedella morte; non sì com'io voglio, disse, ma come piace a te, Padre, sia».

2.2 Fras. Morire di calice.

[1] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 9.148, pag. 86: Ài ubbidito al tuo padre morendo / di calice, di sete, e d'achiavello, / lassandoti menare e tu venendo, / o sangue dolce, sì com'al macello...

2.3 Fras. Bere, ricevere il calice (di Cristo, di Dio).

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 26, pag. 110.19: Xristu li respuse: 'Biberiti lu caliche ki eu biberò?' - zo è, 'porriti substenire la paxione la quale ò sustenuta eu?'.

[2] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 26, pag. 185.23: apertamente si dà ad intendere che senza aperta persecuzione corporale è uno martirio di cuore, poichè a quello fu detto che doveva bevere lo calice di Cristo, il quale per martirio non morì...

[3] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 40, pag. 183.1: non vuoi tu ch'io beva 'l calice che mi ha dato il Padre mio?

[4] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 9, pag. 412.16: non dobbiamo però dare mala vista di noi, e non possiamo, come dice esso Apostolo, insiememente bere lo calice di Dio, e quello delle demonia.

[5] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 27, pag. 198.8: sì li dise: «Poé-voi beive' lo carexo che beverò mi?», çoè «sostenei' la pasium che sosterò mi?».

[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 27, pag. 198.15: poa che a quelo fu dito ch'el(i) devea(m) receive' lo calice de Criste lo quar per martirio non morite.

2.3.1 [In ambito amoroso].

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 278.14, pag. 182: Né mi remane onça di carne o libra, / che nera non se pesti come pévere; / ma pur convienmi tal calice bévere.

[u.r. 08.10.2020]