0.1 calla, calle, calli, callo, chale, challe.
0.2 Lat. callis (DELI 2 s. v. calle).
0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).
In testi sett.: Stat. venez., 1366; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).
In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Poes. an. perug., c. 1350.
0.5 Locuz. e fras. cadere in cieco calle 1.3.
0.6 N Per l'alternanza tra le forme calle e calla nella Commedia, nonché per la specificità semantica della seconda, cfr. ED s.v. calle.
0.7 1 Via, strada; sentiero (stretto e tortuoso). 1.1 Estens. Percorso, cammino (per lo più fig., di morale o di pensiero). 1.2 Fig. Espediente; mezzo (nell'espressione d'ogni calle: in tutti i modi, con ogni mezzo). 1.3 Fig. Condizione (materiale); stato, situazione (anche politica). Fras. Cadere in cieco calle: non avere via d'uscita, trovarsi in difficoltà.
0.8 Elena Artale 26.09.2001.
1 Via, strada; sentiero (stretto e tortuoso).
[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 143, pag. 180: e poi sanza soggiorno / ripresi mio ritorno, / tanto che nel paese / di terra navarrese, / venendo per la calle / del pian di Runcisvalle, / incontrai uno scolaio / su 'n un muletto vaio...
[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 32.186, pag. 89: Ned obriar che d'ogne monte el sommo / è sempre istremo e ratto, / e che finghiosi e pien d'oncin son valli / e li plusor for calli.
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 18.100, vol. 1, pag. 307: Già eravam là 've lo stretto calle / con l'argine secondo s'incrocicchia, / e fa di quello ad un altr'arco spalle.
[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 1.84, pag. 5: Ancora fa che sempre ti sovvegna / aver di sofferenza buone spalle, / sì come Iob e Iacobo c'insegna. / Per che, se vuoi veder di valle in valle / il mondo tutto, senza lei non puoi / cercar del mille il ventesimo calle.
[5] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. X, par. 3, pag. 513.24: e, per dimostrare quella via non essere usitata da gente, la chiama «calle», il quale è propriamente sentieri li quali sono per le selve e per li boschi, triti dalle pedate delle bestie, cioè delle greggi e degli armenti, e per ciò son chiamati «calle», perché dal callo de' piedi degli animali son premute e fatte.
[6] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 13, 9.4, pag. 165: e vi dimando ancor con reverenzia, / prima ch'io moia fra questi aspri calli, / che santo Barlaàm, d'obedïenzia, / trovi fra questi poggi e quelle valli...
- [In partic.:] (stretto) passaggio, varco. || Cfr. 0.6 N.
[7] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 4.22, vol. 2, pag. 55: Maggiore aperta molte volte impruna / con una forcatella di sue spine / l'uom de la villa quando l'uva imbruna, / che non era la calla onde salìne / lo duca mio, e io appresso, soli, / come da noi la schiera si partìne.
[8] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 9.123, vol. 2, pag. 151: «Quandunque l'una d'este chiavi falla, / che non si volga dritta per la toppa», / diss'elli a noi, «non s'apre questa calla.
- [A Venezia:] strada cittadina.
[9] Stat. venez., 1366, cap. 124, pag. 58.18: remagnando solamente desoccupate tre rive le qual si xé in lo ditto logo, çoè la riva la qual si è da cha' Vidal e la riva la qual si xé per meço la calle che se va in Riolto Novo e la riva la qual si xé per meço li casselleri.
- [Per esprimere l'idea di luogo pubblico] Fare qsa per rive e calle.
[10] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 33.36, pag. 225: ma fanno l'opre sue pe· rive et <per> calle, / açiò che ognun gli mira et pona mente / a gli comandamenti che 'n la fronte / portano scripti, et le sue vestimente / gli sian de gran magnificentia conte...
1.1 Estens. Percorso, cammino (per lo più fig., di morale o di pensiero).
[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 22, pag. 398.9: Sì come dice l'Apostolo: «Molti corrono al palio, ma uno è quelli che 'l prende», così questi umani appetiti per diversi calli dal principio se ne vanno, e uno solo calle è quello che noi mena alla nostra pace.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 17.59, vol. 3, pag. 283: Tu proverai sì come sa di sale / lo pane altrui, e come è duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
[3] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 6.12, pag. 21: A cui donqua direm del calle angusto, / per qual si va chon la virtù in compagna? / Degno è del mal così lagnarsi pria.
- Diritto calle: (la via della) rettitudine.
[4] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 1, pag. 263.13: e per istinguere questo errore che tanti amici le toglie, propuosi di gridare alla gente che per mal cammino andavano, acciò che per diritto calle si dirizzasse[ro]...
[5] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), tenz. 7, 2.13, pag. 779: Ma pur tanto e così mi par sia solle / nel tuo bel dire, che 'l deritto calle / fusse oblïato; onde alquanto mi dolle.
- [Di fiume:] corso.
[6] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 14.45, vol. 2, pag. 231: Tra brutti porci, più degni di galle / che d'altro cibo fatto in uman uso, / dirizza prima il suo povero calle.
- [Degli astri e del loro tragitto nella volta celeste].
[7] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, 2.10, pag. 18: Costui ne' calli celesti lucenti / Libero per addietro andar usato / Pe' cieli aperti a lui splendienti, / I lumi dicernea del sol rosato...
[8] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 2.44, pag. 87: Nell'onde d'Oceáno il sol si gitta, / E per occulto calle in Oriente / Torna da mane, non con luce fitta.
- [Di discorso:] deviazione.
[9] Poes. an. perug., c. 1350, 93, pag. 18: Ciò che qui sento socto le tuoi ale / dicer non voi per non stender mio tema / ché troppo seria lungo 'l nostro chale.
[10] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 1, pag. 541.12: E possiamo per brieve calle trapassare a coloro, li quali per lievi cagioni lo scorrimento della condannagione tolse. || Cfr. Val. Max., VIII, 1, Damn. 5: «possumus et ad illos brevi diverticulo transgredi».
1.1.1 [In un'ottica religiosa:] la vita mondana.
[1] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 1, ott. 55.7, pag. 396: Per trarci, Signor, d'esto duro calle, / croce portasti sopra le tuo spalle. -
1.2 Fig. Espediente; mezzo (nell'espressione d'ogni calle: in tutti i modi, con ogni mezzo).
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 3, pag. 488.6: la qual generazione se non prende forza di fallacia non trova fede al suo proponimento, e cerca laude per nascoso calle più che per aperta via. || Cfr. Val. Max., III, 3: «laudemque occulto magis tramite quam aperta via petit».
[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 309.85, pag. 383: Contratti e tradimenti d'ogni calle, / Saligia con li figli e con le mole / aruotan dentro contro al divin sole / a ciò che quel sia pien d'ogni sozzura...
1.3 Fig. Condizione (materiale); stato, situazione (anche politica). Fras. Cadere in cieco calle: non avere via d'uscita, trovarsi in difficoltà.
[1] Ottimo (terza red.), a. 1340 (fior.), pag. 165.8: Questo intellecto si compiagnea che vedea l'auctore cadere in cieco calle, e però chiese in suo adiutorio la seconda donna, cioè la seconda Gratia, la quale appella Lucia, cioè Grazia illuminante.
[2] Giannozzo Sacchetti (ed. Sacchetti), a. 1379 (fior.), Il biasimar, che tanto altero fai, 44, pag. 76: E questo sol procede / per cupidigia, che da lor non parte, / con avarizia da misera calle / sempre agognando d'oro farsi rede.
[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 76, terz. 96, vol. 4, pag. 21: Vennevi appresso poi Messer Guatano, / Cardinal degli Orsini, e col suo conio / la riformò, e di queto, e di piano. / E l'altre Terre ancor del Patrimonio, / e della Marca ne recò ad un calle / in istato pacifico, ed idonio. || Cfr. Giovanni Villani (ed. Porta), L. XI, cap. 144, vol. 2, pag. 701: «E poi a l'entrante di novembre vegnente messer Gianni Guatani degli Orsini [[...]] venne a Viterbo, e fece riformare la città e tutte le terre del Patrimonio in pace e in buono stato sotto la signoria de la Chiesa».
[4] ? Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 372, pag. 238.13: Anche ci ammaestra noi non ci diamo a la tristizia, e che co lei no[ne] [usiam]o in calle, cioè ne la valle de la tristizia.
[5] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 73.11: Onde, signor mio caro, i' me conforto, / per ben che contra noi Saturno e Marte / sian stati a ritenerne in calle torto, / che gli altri tutti son di nostra parte...
[u.r. 26.05.2021]