CALO s.m.

0.1 cali, callo, calo.

0.2 Da calare.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1 [3].

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; x Doc. sen., 1348; Doc. pist., 1352-71.

0.7 1 Atto dell'abbassarsi o del discendere. 1.1 Diminuzione (quantitativa di un bene materiale). 2 Cessazione (di un atto), sosta.

0.8 Elena Artale 02.10.2001.

1 Atto dell'abbassarsi o del discendere.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 1, vol. 3, pag. 8.26: e quasi tutti i pozzi di Firenze guastò, e si convennero rifondare per lo calo del letto d'Arno.

[2] Petrarca, T.F. III, 1371, 18, pag. 572: Poi vidi alcuni alzarsi ed aprir l'ali / ove non bisognava ad ora ad ora, / e far dal ciel nel fango brutti cali.

- Fig. [In relazione a stati e alla loro potenza:] decadenza, disfacimento.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 15.111, vol. 3, pag. 251: Non era vinto ancora Montemalo / dal vostro Uccellatoio, che, com'è vinto / nel montar sù, così sarà nel calo.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 41, vol. 3, pag. 396.12: se cerchi adietro troverrai il cominciamento del calo della potenza del romano imperio alla venuta de' Gotti e di Vandali inn Italia, e molte turbazioni a santa Chiesa etc.

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 20.67, pag. 146: Il primo si disfece e cadde giue / allor che 'l feminin Sardanapalo / preso e morto per Arbaces fue. / E propio quando questo venne al calo, / Procas vivea, da cui prendo il principio, / come per me ancora altrove sa'lo.

- [In partic., di fiume:] differenza di livello (in basso). || (Porta).

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 339, vol. 2, pag. 508.15: ma trovarono i maestri che 'l calo d'Arno da Firenze infino là giù era CL braccia, e però lasciò di fare la 'mpresa.

1.1 Diminuzione (quantitativa di un bene materiale).

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 22.174, pag. 155: "No ucider - disse - che a l'infernal ballo / poristi andare, né anco non sii adulto, / né cosa tuor<e> che de l'altrue sia callo, / né dir mai falso palexe né occulto...

1.1.1 [Metall.] Riduzione cui va incontro un metallo (oro o argento) durante il processo di affinamento; diminuzione della quantità di fino in una lega. || Il fenomeno costituisce voce di spesa nei contratti e nelle partite di conti.

[1] x Doc. sen., 1348, pag. 31: E prometto di fare a tutte mie spese di cose che a ciò fare bisogni, e a ogni mio scemamento e calo che l'ariento facesse, e di rendarlo lo medesimo peso e lega d'ariento che mi darano.

[2] Gl Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 193.38: Firenze per ispese d'affinare oro e trarre a fine il cimento Primieramente, puoi ragionare ch'a fondere oro ti caleranno le libbre 10 d'oro, denaro 1 peso d'oro. E ragiona che del calo che farà l'oro tuo ad affinarlo, cioè dell'oro e dell'argento che arà tirato a sè il cimento quando l'oro s'affina, tu ne riarai dell'once 6 di calo pure 5.

[3] Doc. pist., 1352-71, Memoria allogagione tavola, vol. 1, pag. 156.14: et tucto l'ariento lavorato essere debbia e promisse dicto maestro Lunardo alla lega de' grossi di Firenze e dorare li ditti quadri et taula, [[...]]; et se bene staranno si debbiano marchiare col marchio dell'Opera di sancto Jacopo et se bene non stessero quelli racchonciare overo di nuovo fare se serà mistieri et alle sue spese e danpno e calo ancora alle sue spese a beneplacito de dicti Operari...

- [In partic., con rif. alla quantità di metallo nobile perduta nel corso della monetazione].

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 97, vol. 3, pag. 509.12: Ordinossi e fecesi una moneta grossa, alla quale diedono corso per soldi V l'uno, chiamandoli guelfi, di lega d'once XI e mezzo per libra, come la lega di grossi di soldi IIII l'uno, faccendone soldi VIIII e danari VIIII per libra, e rendene la moneta del Comune soldi VIIII, danari III, tre quinti; e costava ogni overaggio e calo soldi VI la libra di piccioli...

[5] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 191.28: Per ferri e pile, e per gli torselli, e per conciare masserizie, denari 1 piccioli per libbra. Per calo che fa l'oro a lavorarlo, denari 9 piccioli per libbra. Sommano queste 5 partite soldi 4, denari 9 piccioli per libbra.

1.1.2 [Di merce deperibile:] perdita di peso (?).

[1] Giovanni Villani (ed. Moutier) a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 73, vol. 7, pag. 180.12: Il comune ne fece venire di Romagna e di Maremma [[...]], al di dietro intorno di moggia milledugento [[scil. di grano]], e costò caro, che venne da fiorini undici d'oro il moggio, onde tra d'interesso e calo e spesa, il comune ne perdè più di fiorini trentamila d'oro. || Diversamente l'ediz. Porta: «ond'ebbe tra d'interesso colla spesa il Comune»: cfr. Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 73, vol. 3, pag. 469.3.

2 Cessazione (di un atto), sosta. || Cfr. calare 3.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 3, terz. 71, vol. 1, pag. 35: Con molta gente allor per via si misse; / e verso Roma, sanza verun calo / nel cavalcar, con sua gente s'affisse.

[u.r. 14.01.2009]