CARBONCHIO s.m.

0.1 carbonchi, carbonchio, carbunchi, carbunchio.

0.2 Lat. carbunculus (DELI 2 s.v. carbonchio).

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.); Libro pietre preziose, XIV in. (fior.); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.6 N Forme di tradizione diretta e indiretta coesistono nel Libro pietre preziose, XIV in. (fior.) e nella Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).

0.7 1 [Min.] Pietra preziosa dotata di intensa luminescenza. 2 [Med.] Bubbone, pustola cutanea. 2.1 [Med.] Escrescenza o pustola che si forma nella parte esterna dell'occhio (forse per deposito di materiale lacrimale?).

0.8 Roberta Cella 18.10.2001.

1 [Min.] Pietra preziosa dotata di intensa luminescenza. || Cfr. carbùncolo. Alcune fonti precisano che la luminescenza compare o aumenta al contatto della pietra con l'acqua, per scomparire o diminuire al contatto con il fuoco, cfr. es. 1 [4].

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 35.5, pag. 356: Diamante, né smiraldo, né zafino, / né vernul'altra gema prezïosa, / topazo, né giaquinto, né rubino, / né l'aritropia, ch'è sì vertudiosa, / né l'amatisto, né 'l carbonchio fino, / lo qual è molto risprendente cosa, / non àno tante belezze in domino / quant'à in sé la mia donna amorosa.

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), pag. 402.3: Quella tomba iera tutta piena d'oro e di pietre preziose, di qualunque nel mondo trovare si potesseno, sì come zaffini e ismiraldi e di diamanti e di rubbini e d'iaspri e di carbonchi e di molte altre pietre assai ricche.

[3] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 310.31: Capitolo XXIIJ. De la virtù del Carbunchio. || Nel testo compare poi la forma carbonculo, cfr. carbùncolo 1 [5].

[4] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 18.3227, pag. 317: Luce il carbonchio nell'oscuritate, / Muore nel fuoco sì come carbone: / Bagnato in acqua, torna in chiaritate.

[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 10, vol. 2, pag. 222.6: e tutto dì si trova, ch'è migliore un buon secolare, che un negligente religioso, e una buona maritata, che una malcontenta vergine; come pone anco s. Gregorio esempio, e similitudine delle pietre preziose; onde dice, che fra le gemme comunemente parlando lo carbonchio è più prezioso, che lo smeraldo, e nientemeno spesso si trova un sì prezioso smeraldo, che è migliore, che un carbonchio comune.

[6] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 9, pag. 85.30: [[nel palagio]] trovò addornezze incredibili a noi, però ch'egl'era tutto listato d'oro e ornato di preziose, porti e uscia tutte eran d'avorio, ogni legname che v'era arcipresso o altri odoriferi legni, e per virtù di carbonchi e d'altre preziose nele camere si vedea lume di notte come di dì.

[7] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 19.51, pag. 391: Sopra quante [[pietre preziose]] ne sono, / lo nobile carbonchio a l'uom più costa. / Di molte specie trovar se ne pono; / ma quei che son di maggior valimento / intender dèi che nel mio dir ragiono. / Nel fuoco muor, che par carbone spento; / ma poi ne l'acqua torna in suo costume / e a l'uom porge vertù e ardimento. / Quel, ch'io ti dico, di notte fa lume; / dilegua la tempesta per natura; / dai frutti sperge gli uccelli e consume.

[8] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 141, pag. 181.4: I carbonchi si truovano simigliante ne' nicchi che sono nell'acque dolci; e sono di grandine che cade dall'aria in loro; e elli si chiudono, e vanno nel fondo, e quivi dimorano CC o CCC anni, in quello fondo, e le genti le truovano. E quando elli non sono di stagione, simigliantemente putono, come le perle, e non vagliono nulla. Non intendere che tutta la piova che cade ne' nicchi e la grandine, diventino perle o carbonchi, se non lo primo giorno della luna di giemini, quando la luna è nel suo segno; allora diventa la piova che vi cade entro, perle.

2 [Med.] Bubbone, pustola cutanea.

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 34, pag. 157.33: Quisto poviromu Lazaru stava malatu a la porta di la casa di killu riccu, et era plinu tucti li carni de carbunchi. Kistu Lazaru disiava de saturarisi de li mulliche e rimasugli ki cadianu da la tabula de killu richu, et non era nullu di la famigla de killu richu ki nde dassi a kistu poveru mendicu: non avia autru, si non ki lli cani vinianu et lichàvallj killj plagi ki avia.

- [Vet.] [Masc].

[2] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di lu mali..., pag. 578.15: E si pir li predicti curi li humuri nun si ponu stagnari oi siccari, pirokí discindinu a li gambi e fanuchi pirtusi e vissiki e carbonchi, allora incontinenti killi vissichelli cochi cun ferru ritundu caldu...

2.1 [Med.] Escrescenza o pustola che si forma nella parte esterna dell'occhio (forse per deposito di materiale lacrimale?).

[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 44, col. 2.11: Et sappi che ongni passione d'occhi si è pericolo il digiunare e il vedere, e ispeçialmente contro alla sua voluntà. Al carbonchio e bothor che nasce nello lagrimale: R(ecipe) bituro e polpa di levame, misti et super pone; et anco si dée ponere a ongni taglio e rottura di ferro impiastro maturativo, è fine.

[u.r. 15.10.2020]