0.1 ben-celar, ben-celare, ccielato, cel', cela, celà , çelà , celaa, celada, celadi, celado, çelado, çelady, celai, celale, celalo, celami, celamo, celan, celando, çelando, celandol, celandoli, celandolo, celandom', celandome, celandomi, celandosi, celandosse, celanno, celano, celansi, celante, celao, celar, çelar, celarà , celarai, celaràs, celarave, celare, çelare, celaremo, celarla, celarlo, celarloti, celarmete, celarmi, celaro, celâro, celaroe, celarono, celarse, celarsi, celarti, celarvi, celasi, celasse, celasseno, celassero, celassi, celasti, celata, celate, celatemelo, celati, celato, celatu, celau, celava, celavano, celavansi, celavi, cele, celé, celerà , celerae, celeraggio, celerai, celerammi, celerebbe, celerei, celeremmo, celeria, celerò, celeroll', celi, celiamo, celino, celisi, cella, cellà , cellada, cellado, çellado, cellando, çellando, cellar, çellar, cellarave, cellare, cellarè, cellar-te, cellata, çellate, cellato, cellava, celo, celò, celòe, celogli, celòne, celossi, cenllando, chela, chelatu, chilati, ciela, cielando, cielandolo, cielano, cielar, cielare, cielarlo, cielarono, cielasse, cielata, cielate, cielati, cielato, cielatta, cielatto, cielavano, cielerò, cieli, cieliate, cielo, zelando, zellada, zellado, zellando, zellar, zellata.
0.2 Lat. celare (DELI 2 s.v. celare).
0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).
In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Disticha Catonis venez. (ed. Mascherpa), XIII t.q.; Memoriali bologn., 1279-1300; Gramm. lat.-ven., XIII ex. (padov.); Legg. S. Caterina ver., XIV in.; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.
In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.5 Locuz. e fras. celare in sé 1.1.1.
0.7 1 Sottrarre o tenere sottratto qsa ai sensi (in partic. alla vista), alla conoscenza o all'intelletto di qno; nascondere, tenere nascosto. 1.1 Estens. Non dire, tacere. 1.2 Mascherare, camuffare (anche fig.). 1.3 Offuscare, mascherare la luminosità di qsa. 1.4 Pron. Sottrarre se stessi (i propri sentimenti, pensieri) a qno o qsa (alla sua vista, conoscenza, presenza, volontà); nascondersi, restare occulto. 2 Dissimulare; fingere, mentire. 3 Sost. Atto del sottrarsi alla vista, del dissimulare i propri sentimenti. 4 Astenersi dal fare qsa. 5 Esitare a fare qsa. 6 Signif. non accertato.
0.8 Maria Clotilde Camboni 25.02.2001.
1 Sottrarre o tenere sottratto qsa ai sensi (in partic. alla vista), alla conoscenza o all'intelletto di qno; nascondere, tenere nascosto.
[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 293, pag. 535: Semblança è de malicia celare lo malfato; / qi lo tas, par qe plaquali: quest'è ver atrasato...
[2] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz..18, pag. 61: Cotale dono non si de' celare...
[3] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 2.5, pag. 263: Com'omo, mentre avansa, / che cela lo procaccio e stanne muto...
[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 155.12: Ben dico c'alcuna volta il mandante non scrive la salutazione, o per celare le persone se lla lettera pervenisse ad altrui o per alcun'altra cosa o cagione.
[5] Disticha Catonis venez. (ed. Mascherpa), XIII t.q., L. 4, dist. 20, pag. 29.1: La parola Cela li costumi deli omini E quela medesema parola Desmostra li costumi.
[6] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 21, pag. 157.23: noi provaremo per tre ragioni che l'uomo non die dire ei suoi secreti alla moglie, perciò che le più delle femmine non possono celare quello che l'uomo lor dice.
[7] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 4, parr. 1-3, pag. 17.7: molti pieni d'invidia già si procacciavano di sapere di me quello che io volea del tutto celare ad altrui.
[8] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 7, pag. 14.3: dunque per questo si celeria la giustitia di Dio in punire, sechondo ch'è detto di sopra.
[9] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 9, pag. 111.10: questo fo per uno servo suo a Bruto celatamente decto, ma esso non volse che ciò celato fosse...
[10] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 62.40, pag. 254: «Celar voglio lo megliore e mustrarme peccatore; / lo mio core aio al Segnore, tenendo el capo umiliato».
[11] Memoriali bologn., 1279-1300, 8.23, pag. 19: Dunqua provedemento / azati al nostr'amare / in volerlo cellare, / ché de voler senza vui non sezorno».
[12] Gl Gramm. lat.-ven., XIII ex. (padov.), pag. 697.37: celor-ris, per fire celà .
[13] Gl Gramm. lat.-ven., XIII ex. (padov.), pag. 695.30: celo-as, per celare.
[14] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 629, pag. 278: e' vojo savere la toa naxïone, / de ki fiola tu èi e com tu ài nome.» / [R]esponde la polçella e dis: «Ben tel diroe, / alcuna mençogna e' no te ge usaroe, / k'el è sì manifesto k'el no se pò celaro...
[15] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 428, vol. 2, pag. 420.18: per cagione de li quali et de le quali la giustitia s'offende et la verità si cela et li testimoni calunniosi continuamente si producono...
[16] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 8, 46-57, pag. 187, col. 1.19: 'la mia letitia', çoè la mia luxe, mi a ti cela, çoè nasconde...
[17] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 83.18: In verità, quella fatta uccella, ma consapevole della colpa sua, cela la vergogna con le tenebre, e fugge la luce, ed ee cacciata da tutti gli uccelli per l'aria.
[18] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 21, pag. 62.4: ky alcuna fiata revela alli profeti, et alcuna fiata non; e zo pir tantu: ky quandu revela le cose secrete [a li profeti, li exalta, e quandu non li revela] sì lj tenj in grandj humilitati, a czo ki quando recipeno lo spiritu de la prophecìa, canusciano che digiano sentire de Dio, et quando li chela li cosj secreti, canoscano ky digiano sentire de loru medemj».
[19] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 3, vol. 1, pag. 117.11: Ma issu, intra lu sforzu di lu piatusu et forti prupunimentu sou pilyatu et oppressu, nìn celau la causa di lu sou advenimentu...
[20] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 20, par. 18, vol. 1, pag. 92.25: E enpercioché cotagle cose che le più fiade se fonno celatamente e acioché la vertade de le predicte cose non se possa celare...
[21] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 187.31: Mentre che lo notaro gridanno ad aita voce queste protestazioni allo puopolo faceva, commannao missore Nicola che tromme, trommette, naccari e ceramelle sonassino, che per lo maiure suono la voce dello notaro non se intennessi. Lo maiure suono celava lo minore.
[22] Contrasti Laur. XLII.38, XIV (tosc./merid.), 1.30, pag. 11: Or è in palese che mi fu raputo, / no· llo posso più celare. / Sed io davanti l'avessi saputo / che mmi dovesse incontrare, / davanti all'uscio mi sare' dormita / per la mia resta guardare...
[23] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 24, pag. 138.5: Eliseo vegandose piance' a li pè' quela dona Sunamite chi lo solea receive' e no sapiando la caxum de quelo pianto, dise a lo so garçum Gieçi chi la vorea levà' da li soi pei: «Laxala star, perçò che l'anima, çoè lo cor so, sì è in amaritudem e lo Segnò me l'à celao e no m'à dao a conoxe' la caxum de la soa amaritudem».
[24] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 6, pag. 137.3: nota che la factione et la belleçça del cavallo melgio se conosce quan è magro che q(ua)n fosse grasso, perciò che la grassieçça cela alcuna factione; et ad quisto modo se considerano le cavalle.
[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 302, pag. 536: Per longi tempi stea aunito e recreente / cui cela mal de femena e no 'l dis palesmente; / cui no 'l cela e diselo, saçate veramente / q'el n'ama ni desira lo mal comunamente.
[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 12.42, pag. 81: Ed avansando, in me più dolor monta, / e quazi dico nente vèr' ch'io celo...
1.1.1 Fras. Celare in sé: tenere per sé, non rivelare a nessuno.
[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 494, pag. 579: Çà no 'l dig eu per quelo: non è sen a calcar / amig qe 'g diga causa q'el vol en si celar.
1.1.2 Nascondere la propria identità, il proprio nome.
[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 37, pag. 61.3: Incontanente corse a T. cola ispada in mano, diciendo a T.: «Nepote delo ree Marco di Cornovaglia, oramai non ti vale lo cielare il tuo nome, chè ttroppo see cielato inverso di noi.
[2] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 23, pag. 71.17: - Signore - ciò disse Breus - , se Dio mi doni buona ventura, io non soe suo nome né non credo che oraindiritto abbia tre cavalieri in tutto lo reame di Logres che lo sappiano, ch'elli si va sì duramente celando in tutte le luogora u' elli viene, che giammai non vuole dire neente di suo essere a homo del mondo...
1.2 Mascherare, camuffare (anche fig.).
[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 27.9: E dipinse come Giove giacque con Asterile, trasformato in aguglia; e con Leda, in figura di cecino: e come, celato in magine di satiro, impregnò la bella Etiopia...
[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 139.15: Questi medesimi ad infingere e celare il sangue delle sue fedite usavano portare ne la battaglia drappi rossi, non perchè la veduta d' essi li spaurisse, ma acciò che a' nemici alcuna speranza di vincere non recasse.
[3] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Elena, pag. 157.28: perocchè 'l suo errore riceve degna scusa dal sommo Giove, il quale, vestito di piuma sotto immagine di Cecero, giacque con lei. Ma s'io fallassi, nulla scusa mi difenderebbe, nè alcuna ombra d'errore celerebbe il mio peccato.
1.2.1 Pron. Camuffarsi, essere o rendersi presente sotto un'altra apparenza.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 6, pag. 196.16: Et anche un savio huomo dice: chiunque si siede ad mensa, inprima del povero pensa, però, che quando tu pasci lui tu pasci Domenedio; perciò che Domenedio si ciela in similitudine del povero huomo.
[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 1, pag. 212.13: narra come Tifeo andò laci; e come quivi gl'iddiei si celaro con isvariate figure...
1.3 Offuscare, mascherare la luminosità di qsa.
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 57, pag. 124.9: E benchè alcuna cosa vi fosse, che rendesse lume, la polvere il celerebbe, ed è cosa grave, e nojosa, eziandio in luogo aperto, ma più ove ella ritorna, e riposa in se medesima.
[2] Poes. an. (ed. Panvini), XIV pm. (tosc.), 131.10, pag. 634: Ché fate sì come 'l sol[e] che appare, / che cela claritat'e su' splendore / a tutte stelle ed a chi più dà spera: / così, bella, poi ch'a Natura pare, / a tutte donne celate 'l bellore, / quando fra lor appar vostra lumera.
1.3.1 Diminuire la propria lucentezza.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 5, pag. 201.19: parevan li loro visi pieni di tenebre, e pareva che il giorno celasse, e la notte apparisse sopra al campo di loro. || Cfr. Fet des Romains, p. 510: «que li jors fust pales».
1.4 Pron. Sottrarre se stessi (i propri sentimenti, pensieri) a qno o qsa (alla sua vista, conoscenza, presenza, volontà); nascondersi, restare occulto.
[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 673, pag. 551: Vero è 'sto proverbio, no se cela oramai: / unca de legno seco bon cerclo no farai; / e femena q'è norida ê malveci asai, / pe' batre ni per los unca no 'nde la trai.
[2] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 1.5, pag. 75: Da lei neente vogliomi celare: / lo meo tormentar [cresce], / como pien è, dicresce / e vivo in foco como salamandra.
[3] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 16, pag. 127.3: Nullo luogo è, ove l'omo si possa nascondere da Dio, anti l'omo fuggendo va in mano di Dio! Sì come addivenne di Jona profeta, che ssi volea nasconder da Dio, et Dio lo fece prendere al pesce et tenerlo tre dì. Unde, in grande errore funno li padri nostri! Che credeano potersi celare da Dio.
[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 88, pag. 254.20: Gli Eppicurj credettero, che filosofia non avesse più che due parti, ciò furono la naturale, e la morale, e levar via la razionale. Poi appresso, che furono costretti dalle cose medesime a spartire le dubbiose dall'altre, e a riprendere le false, che si celano sotto 'l colore della verità...
[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 11, proemio, pag. 172.7: Li rimedi della vanagloria sono vij. Lo primo è nascondersi dalla faccia delli uomini; onde Isaia, capitolo XXXJ, dice sopra l'uomo: «Com'è colui, che ssi nasconde dal vento, e cela dalla tempesta».
[6] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 72, terz. 47, vol. 3, pag. 302: Sentendo il Re, com'egli eran crudeli, / comandò, ch'ubbidisser tutti quanti, / e che niun dal suo voler si celi.
[7] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 102.32: facto fo che venendo la nocte e la luna celandosse, tutti li Troyani e Paris co lloro secretamente se armaro bene...
[8] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Is 32, vol. 6, pag. 496.4: [2] E l'uomo sarà come quello che si nasconde dal vento, e celasi dalla tempesta, sì come li rivi dell'acque nella sete, e come l'ombra della pietra soprastante nella terra deserta.
2 Dissimulare; fingere, mentire.
[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 4.51, pag. 106: Ben è gran senno, chi lo pote fare, / saver celare - ed essere signore / de lo suo core quand'este 'n errore.
[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.537, pag. 146: La reina, zo vegando, - / fin alantor stâ celando - / a l'imperaor dexeise / e duramente lo represe.
[3] Poes. an. urbin., XIII, 9.50, pag. 556: «Signore, et eo la recevo la mamma tua e mmia sperança; / daràioli aiuto e cconsillo, iuxta la mia poca possança. / Dolore d'esmesurança / avemo de questo facto, ke nno lo potèm gir celanno».
[5] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 48.1, pag. 593: S'io curo de celar, ligiadro fiore, / l'amor de voi, che dentro al mio cor tegno...
[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 7, vol. 2, pag. 53.1: Lu quali avendu truvatu que so filyu lu aguaytava per aucidirilu nì li putia cadiri in animu di cridiri que so verasu sangui prucidissi a tantu di felunia, menau sua mulieri ad una parti et pregaula que issa non se celassi, ma li dicissi tucta la viritati: oy se issa avissi cunciputu quillu filyu d'altru homu, oy per aventura se illa se l'avissi suppostu commu filyu, et non li fussi filyu.
[7] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 13, pag. 139.3: Allora Florio, non potendosi quasi più celare, però che ira e amore dentro l'ardeano, rispose...
3 Sost. Atto del sottrarsi alla vista, del dissimulare i propri sentimenti.
[1] Bonagiunta monaco (ed. Pollidori), XIII ex. (fior.), 3a.28, pag. 106: [Poi] per greve celare / à rinchiuso l'aspetto...
[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 78.10, pag. 228: Che 'l cor, c'Amor comprende bene a l'argo, / fa ben palese ch'E' ta' vertù gli aporta; / e là ove Amore, di sé, sta da largo, / mostra il contrado, che 'l celar nom porta. / Ma credo ben che molti son, co lingua, / porgon c'Amore à lor preso lo core, / che già di lLui non vederan sol l'ombra.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 118 (?).2, pag. 198: Non mi credea tanto aver fallato, / ca mi celasse mostrar so clarore / la rosa del giardino, a cui son dato, / perder potesse per altrui furore.
[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 14.1, pag. 93: Di dir già più non celo, / poi tante pene ò, possa / dogl[i]a m'è 'n cor ripreza...
5 Esitare a fare qsa. || (Ageno).
[1] Meo Abbracc. (ed. Ageno), XIII sm. (pist.>pis.), 6b.30, pag. 48: E 'n dir assai fedel, mia donna, paro, / e 'n core innamorato; / ma ciò pensando, fall'esser poria, / ché spesso vizo dolse core amaro / ten', e poi ch'è provato, / nente si cela a mostrar che dizia.
6 Signif. non accertato. || Banchi ipotizza una lacuna fra «l'altre» e «celano».
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3 cap 10, pag. 119.15: E vennervi li Boreste e' Carmoni, che sono sì verso lo fine del mondo, e talora di dì e talora di notte l'altre celano loro, che montagne che sono a lo 'ncontro.
[u.r. 11.04.2023; doc. parzialm. aggiorn.]