0.1 celata, cellata, cielata.
0.2 Da celare.
0.3 Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.): 1.
0.4 In testi toscanizzati: Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.).
In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300.
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Stato o condizione di chi o di ciò che è nascosto o che non è manifesto, visibile né percepibile, che è privo di contatti con l'esterno. 1.1 [Con rif. specif. all'obbligo cortese del celare la relazione amorosa:] stato o condizione di ciò che è volutamente occultato. 1.2 [In ambito bellico:] imboscata, agguato.
0.8 Maria Clotilde Camboni; Elisa Guadagnini 16.09.2008.
1 Stato o condizione di chi o di ciò che è nascosto, che non è manifesto, visibile né percepibile, che è privo di contatti con l'esterno.
[1] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 5.47, pag. 108: Quando la croce pigliao, / certo no lo mi pensai, / quelli che tanto m'amao / ed illu tanto amai, / chi [eo] ne fui bat[t]uta / e messa in pregionia / ed in celata tenuta / per la vita mia! || (Panvini): «segregazione».
[2] Meo Abbracc., Lett. in prosa, a. 1294 (pist.>pis.), 33, pag. 383.4: L'amistà fredda cielata d'amici lungiamente veduta: però convene ad essa socorso di parole almen o vizitatione. || Costruisci: «cielata d'amici lungiamente veduta fredda l'amistà», e cfr. freddare v.
1.1 [Con rif. specif. all'obbligo cortese del celare la relazione amorosa:] stato o condizione di ciò che è volutamente occultato. || (Orlando): intimità.
[1] Memoriali bologn., 1279-1300, 13.7, pag. 28: Pàrtite, amor, adeo; / che non fossi trovata / in sí fina cellata / como nui semo stati...
1.2 [In ambito bellico:] imboscata, agguato.
[1] f Plutarco volg., XIV ex.: Li Cartaginesi fecero una celata, e uccisero li soldati. || Crusca (1) s.v. celata.
[u.r. 17.04.2009]