CERVOGIA s.f.

0.1 cervese, cervigia, cervisia, çervisia, cervogia, cervugia, ciervogia, ciervugia. cfr. (0.6 N) cenice, cernis, cernises.

0.2 Dal fr. ant. cerveise / cervoise o direttamente dal lat. cervisia. || Cfr. 0.5.

0.3 St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.): 1.

0.4 In testi tosc.: Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.).

0.5 Si riuniscono qui, per la coincidenza semantica, i lemmi cervese, cervisia e cervogia: il tipo cervisia sembrerebbe però derivare direttamente dal lat. cervisia, mentre per cervese e cervogia pare necessario postulare la mediazione gallica, secondo i tipi rispettivamente col dittongo -ei- e -oi-.

0.6 N Le forme cenice, cernis e cernises in Tavola ritonda, XIV pm. (fior.) sono considerate dall'ed. «strane forme» di 'cervogia' da ricondurre ad una base lat. cervisia: cfr. Polidori, Tavola ritonda, parte II, p. 39.

0.7 1 [Gastr.] Bevanda fermentata simile alla birra.

0.8 Paolo Squillacioti 19.02.2010.

1 [Gastr.] Bevanda fermentata simile alla birra.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 194.22: Ma pertanto quelli de Numantia erano tanto connestrecti de fame, fecero lo consilio e dissero, ka melio ene morire ne la vattalia, ke morire de fame et bebero una cervese et essi ne diceano cesarina et tutti foro forte nebriaki.

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 124.4, pag. 246: Sacci ch'i' ho cambiati i grechi fini / a la cervugia, fracida bevagna, / e le gran sale e' nobili giardini / a mosch'e a neve e a loto di montagna...

[3] Gl Zucchero, Santà , 1310 (fior.), pag. 141.9: Ciervogia si è una maniera di beveragio che ll'uomo fa di grano (e) di vena (e) d'orzo; ma quella che ssi fa di grano (e) di vena sì vale meglio, p(er)ciò che non enfia sì malamente nè non ingienera tanta ventositade. Ma come ch'ella sia fatta, o di grano o d'orzo o di vena, inp(er)tanto sì fa mala testa, e enffia la forciella, (e) fa mala alena, (e) mai denti, (e) rienpie di grossi fumi le ciervella; e chi lla bee col vino si inebria tostamente. (E) fa bene orinare, (e) fa bella buccia (e) biancha (e) morbida. E la ciervugia fatta di seghale (è) sop(r)a tutte la migliore.

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 423.4, pag. 255: Cento milia Galici de Senona / cum artanti Süevi en conpagnia, / vagi del vino ch'igli non avia, / lassando la cervisia e la medona, / venne en Ytalia, edificòe Verona, / Bergamo, Bressa, Melano e Pavia, / enanti el parto de santa Maria / trecento cinquanta anni se rasona.

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 83, vol. 3, pag. 174.19: Alla fine si levò in Guanto uno di vile mestiere, che facea e vendea il melichino, cioè cervogia fatta con mele, ch'avea nome Giacopo d'Artivello, e fecesi mastro della Comuna di Guanto.

[6] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 253.25: Cenere, del vasello denari 2. Cervogia, del tinello denari 2.

[7] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Deut. 14, vol. 2, pag. 277.10: E di quella pecunia e denari compera ciò che ti piacerà, ovvero d'armenti, ovvero di pecore, vino e cervogia, che si fa di grano e d'orzo e d'altre cose, od altro; ciò che desidera l'anima tua comperrai, e mangerai innanzi alla presenza di Dio tuo Signore...

[u.r. 19.12.2017]