GENTILEZZA s.f.

0.1 çentelisia, çentileça, çentileçe, çentilezza, centilisia, çentilixia, çentilleça, çintileça, genteleça, genteleza, genteleze, gentelezza, gentileça, gentileçça, gentileççe, gentilessa, gentilez', gentileza, gentilezza, gentilezze, gentiliça, gentilicia, gentiligia, gentiligie, gentilisia, gentiliza, gentillezza, gientileçça, gientilecza, gientilessa, gientileza, gientilezza, ginteleça, gintileça, gintilicia, ientilezza, zentileza, zentilezza, zientilezza, zintilisia; f: gentileçe.

0.2 Da gentile 1.

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, 1230/1250 c. (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Betto Mettefuoco, XIII sm. (pis.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Nota l'uso di gentilezze sing., non solo sicilianismo (cfr. Vignuzzi, Il volgare, p. 362 e Trifone, La svolta, p. 439).

0.6 N Si preferisce mantenere l'unità della voce, nonostante l'allotropia dei suffissi ‑ezza, ‑ezze, ‑igia e ‑izia.

La forma gentileçe è nel testo di L di Giacomo da Lentini cit. sotto 3 [1] (CLPIO L 429 JaLe); gientilleza nel testo di V di Guido Guinizzelli cit. sotto 1 [3] (CLPIO V 106 GuGu); gientileze in Monte Andrea, CLPIO V 865 MoAn (non cit.; Minetti gentilez[z]e).

Per la sinonimia con nobiltà cfr. Dante, Convivio, 1304-7, IV cap. 14, pag. 351.5: «Se la gentilezza o ver nobilitade (che per una cosa intendo) si generasse per oblivione...».

Voce edita in Studi Carpi, pp. 159-65.

0.7 1 Valore intrinseco alla persona, proprio idealmente di chi appartiene al ceto sociale più elevato (ridefinibile per analogia, o in polemica con tale visione, in senso puramente morale e spirituale); eccellenza morale degna di una persona di rango elevato. 1.1 [Ret.] [Nell'oratoria, nell'epistolografia, nelle dediche: attributo rif. alla persona cui ci si rivolge]. 1.2 Eccellenza sotto un particolare punto di vista morale (gentilezza d'animo, di costumi, di cuore). 2 Grado sociale, posizione elevata nella scala sociale per nascita e appartenenza familiare; appartenenza alla classe sociale della nobiltà. 3 La classe sociale di coloro che possiedono titoli, prerogative e privilegi trasmissibili ereditariamente; l'insieme di coloro che vi appartengono, o un gruppo di questi. 4 Manifestazione di gentilezza, atto conforme a gentilezza. 5 Elevatezza nella scala dei valori naturali; perfezione, valore. 6 Natura propria, qualità intrinseca.

0.8 Pietro G. Beltrami 10.06.1999.

1 Valore intrinseco alla persona, proprio idealmente di chi appartiene al ceto sociale più elevato (ridefinibile per analogia, o in polemica con tale visione, in senso puramente morale e spirituale); eccellenza morale degna di una persona di rango elevato. || Cfr. nobiltà 3.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 11 (42), pag. 239.2: La quale electione ve rep(re)se(n)to da pa(r)te del dicto (Com)muno, p(re)gando la vostra d(omi)nat(i)o(n)e che voi la n(ost)ra potesteria voglà recevere scì como se (con)vene, guardando cha i(n) regem(en)to s'acatta onne honore là o la gentilisia resplende, la bontà apare e -l save(re) s'acognose manifestam(en)te.

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), Ball. 5. Fermamente intenza, 63, pag. 78: E l'onor li daràe / sì compiuto guiderdone, / che si ricorderàe / quando fie di lui menzione, / quelli che più nd'aràe / più fie ricco per rasione / di quella riccheza, / onde nasce grandeza / e tal gentileza / ch'è diritta e vera.

[3] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 4.36, pag. 462: ché non dé dar om fé / che gentilezza sia fòr di coraggio / in degnità d'ere' / sed a vertute non ha gentil core, / com'aigua porta raggio / e 'l ciel riten le stelle e lo splendore.

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 94, pag. 6: A grevezà li poveri no ven da zentileza...

[5] Sommetta, 1284-87 (fior.), pag. 197.6: Come si scrive ai cavalieri. Nobile e savio cavaliere; vel huomo di molta gentileçça et savere; vel honorato e pregiato cavaliere...

[6] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 26, parr. 10-13.8, pag. 120: E sua bieltate è di tanta vertute, / che nulla invidia a l'altre ne procede, / anzi le face andar seco vestute / di gentilezza, d'amore e di fede.

[7] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 40, pag. 450.12: Non bene gentilessa appare, Messer, in cortezìa e belli costumi, tanto quanto in valente e grande animo avere sopra periculi e mali forti, e costante, e nulla cosa curare mai che peccato, e per forsa di senno e di valore trare di male bono, gaudio di doglia.

[8] Poes. an. urbin., XIII, 20.9, pag. 581: Amor, la Tua belleça, / Amor, l'avenanteça, / Amore, l'adorneça, / Amor, la ginteleça / me tTe fa delectare.

[9] Betto Mettefuoco, XIII sm. (pis.), 78, pag. 296: Fallo, c' amo l'altessa / somma di gentilessa, / al mio parer, che sia, / in cui tut[t]o m'avia - arimembrando.

[10] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 58, pag. 163.15: Oi, ventura periculosa, oi, ventura obscura, perké n'ài obscurati sì duramente? Perké n'ài tolto quello in cui era gran senno, prodeça, gentileça, grandeça del core e d'opere, possança, cortesia, gran conseglo et honore, in cui era complimento de tute bonitate?

[11] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 1.19, pag. 68: Veio la gentilezza / che non aia ricchezza / retornar a vilezza...

[12] Dante, Convivio, 1304-7, IV canz. 3.101, pag. 258: È gentilezza dovunqu'è vertute, / ma non vertute ov'ella...

[13] Gl Dante, Convivio, 1304-7, IV cap. 3, pag. 273.10: dove è da sapere che Federigo di Soave [[...]] domandato che fosse gentilezza, rispuose ch'era antica ricchezza e belli costumi.

[14] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 32, pag. 81.21: Gentilezza è una sicura virtude smirata, che dona dolce cuore e ardito di sormontare tutte le altre cose".

[15] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 32, pag. 82.20: E chi ha vergogna di vedere villania, questa è verace gentilezza.

[16] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 12.10, pag. 213: È gentilezza di virtute forma / Che nel soggetto disposto s'aspetta / Quando il ciel fa di qualitati l'orma.

[17] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 106.7, pag. 83: çentileça è vertute di core, / prompta di bene, scifa di pecato.

[18] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 217, pag. 107.19: Tropo è bella cosa la çentilleça...

[19] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 15, pag. 142.27: E posto che manifestamente la nazione di questa giovane esser vile si conoscesse, sì conosciamo noi lei esser tanto gentile o più, quanto se d'imperiale progenie nata fosse, se riguardiamo con debito stile che cosa gentilezza sia, la quale troveremo ch'è sola virtù d'animo.

[20] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 44.10, pag. 589: Ance prendo conforto, emmaginando / la sua beltate e la gran gentilezza, / che fan tuttor più piacer sua bellezza.

[21] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 8, pag. 97.10: E Forandano, che era savio uomo e sapea biene latino, disse al conte como erano troiane e como aveano fatto loro castello ella foresta, e disse che era en meçço tra el laco e 'l Tevere, e ancora de Coragino e de sua dama Solina e de loro gentileçça, e como apresso al Tevere enla foresta erano molte altre troiane e grande barone.

[22] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 55.5: Ma se me fanno chiaro adornezza e prodezza di costumi, credo che, illuminato di virtudi, tra i nobili stare posso per vera gentilezza.

[23] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 11.10, pag. 31: Ne le scrite sentenze toe se vede / la gentileza de l'ingenio divo, / et qual si' stato in catolicha fede.

[24] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 23, pag. 206.27: et intra sé stisso diceva che yamay a lo mundo illo non avea veduto femena nén citella che quanto a chesta tanto le stesse in core, mayuremente che con ella concorrevano duy cose princepale, zoèy la gentilicia de la soa grande natura e la smesurata copia de la soa grande belleze.

[25] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 214, pag. 557.10: Ma li gentili d'oggi tengono essere gentilezza vivere di ratto su l'altrui ricchezza.

1.1 [Ret.] [Nell'oratoria, nell'epistolografia, nelle dediche: attributo rif. alla persona cui ci si rivolge]. || Cfr. nobiltà 3.1.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 17 (66), pag. 242.16: Alla vostra gentilisia d(e)bia plaxere audire noi p(er) la sua gr(ati)a (e) honore.

[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 59, pag. 166.8: L'una per la gentileça ke 'n voi è, e ki è gentile, tute soi opere devreaveno pertinere a gentileça.

1.2 Eccellenza sotto un particolare punto di vista morale (gentilezza d'animo, di costumi, di cuore). || Cfr. nobiltà 3.2.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 55.18: E la convignivol beleça e la çentelisia e la proeça de voi entrambi semeiantrementre consente e çudega voi doi esser ensembre.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 51, pag. 168.12: È segnio di gentileza d'animo amare l'uttilità dela buona nominanza...

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 16, pag. 210.15: Appresso diremo che cosa è cortesia, e ched e' conviene ai fanti dei re e dei prenzi ch'ellino sieno cortesi. Ma primamente diviseremo due maniere di nobilezza, vuoli gentilezza. L'una si è secondo verità, la quale l'uomo chiama gentilezza di costumi e di virtù.

[4] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 25, pag. 684.26: Molto bellissima, viso sereno, il giovanesco onore ti loda e avere ti disidera, il quale avanza gli altri per gentilezza di costumi ecc.".

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 34, pag. 306.33: che la tua natura è tale che né i doni di Pallade, né quelli di Giunone, né gentilezza d'animo riguarda, ma solamente il libidinoso piacere...

[6] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 8, pag. 647.8: Fa via, fa, come fue maladetta quella mattezza di cavalieri? La qual fece che A. Albino, nobile cittadino per gentilezza di costumi e perfezione di tutte le cose, nel campo da l'oste colle pietre fosse lapidato per false e vane sospezioni.

[7] <Cavalca, Trenta stolt., a. 1342 (pis.)>, cap. 23, pag. 241.22: Sono alquanti altri, che posti in gravi battaglie combattono, e resistono, ma non per carità, nè gentilezza di cuore...

[8] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 95, pag. 370.24: E sappiate che lunga persona e lungo tempo non fae però pro' cavaliere, ma il buono coraggio e 'l fervente cuore vuole avere gentilezza di cuore e cortesia, però che fae l'uomo pro' e ardito e franco e sicuro.

[9] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 36, pag. 254.18: Fermezza è ferma gentilezza di coraggio, la quale sta ferma ne' suoi provedimenti.

- [In partic., per ragioni genealogiche:] gentilezza di sangue, di nascita (nazione), di casato, di schiatta.

[10] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 5.2: Ché, si ben consideriamo, amico mio, non con o[c]chi di talpa, ma d'aquila o de ciervieri, gentilessa di sangue, bealtà di persona, libertà di corpo u di podere, ricchessa di terra o d'auro, e chatuna grandessa seculare, che la sapiensia falsa d'esto mondo conosciere ed amare insegnia noi, stimeren malvagia, vile et vana e da fuggire in tucto a cor vero valente...

[11] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 1, cap. 14.4, pag. 43.26: Come, fuor gentilezza di natione, / Molti son popolari, / Artefici e altri assai, / Ed anco ricchi, che vogliono menare / Como gientili lor modi e llor vita...

[12] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 259.8: Un giovane v'ebbe, che fu chiamato Ceso Quinzio, fiero e animoso sì per gentilezza di casato, sì per grandezza di corpo e di fortezza.

[13] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 32, pag. 197.9: Ma il consolato è ora comune e aperto a noi patricii, e a voi della plebe, e non si dà ad alcuno per gentilezza di schiatta, sì come dinanzi, ma in guiderdone di virtù e di prodezza.

[14] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 89.2: Questo sanno i tosi e i rasi, che né gentilezza di sangue né molta bellezza è quella che mette nell'animo saetta d'amore...

2 Grado sociale, posizione elevata nella scala sociale per nascita e appartenenza familiare; appartenenza alla classe sociale della nobiltà. || Cfr. nobiltà 4.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 43 bis, pag. 145.1: che le peccunie glorificano e fanno gentili coloro che non ànno punto di gentilezza, et la povertà rabassa la casa ch'è bene alta di gentilezza.

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2584, pag. 265: o se t'insuperbisti / o in greco salisti / per caldo di ricchezza / o per tua gentilezza / o per grandi parenti / o perché da le genti / ti par esser laudato...

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 4, pag. 9.10: E sai bene come la vaga Ventura m'avea allargata la mano sua, e arricchito di doni suoi desiderati e goliati, cioè di gentilezza e ricchezza, amistadi, onori, di cittadinanza ed essere bene nutricato e costumato...

[4] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 6.53, pag. 216.8: e i più di gentilezza / e di richezza - e di bellezza - han danno.

[5] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 27.11, pag. 794.12: ké le persone non so' d'ugualiança, / de gentileça e de nobilitade. || Per il senso dell'opposizione cfr. nobiltà 0.6 N.

[6] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), Son. 86.1, pag. 307: Madonna, amor non chere gentilezza / né grande massa ch'omo ag[g]ia d'avere, / ma ponesi colà dov'ha bellezza...

[7] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 35, pag. 104.25: Et per questo dovemo ciaschuno che vuole acquistare honore punire arditamente li ma'factori, e non guardando a gentileçça, né a riccheçça, né che lo malfactore sia parente overo amico.

[8] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 9.124, pag. 517: la gentileça e la rickeça sia / è ·ttut[t]a consumata e gita via, / siccomo sale! / Amico né ·pparente no li vale / ke lo retrag[g]a de pena eternale.

[9] Palamedés pis., c. 1300, Pt. 1, cap. 2, pag. 5.5: e sappiate, signore, che se io andasse segondo quello ch'i' ò servito e segondo la gentilessa mia, io anderei molto più honoratamente che io non vado...

[10] Gl Gloss. prov.-it., XIV in. (it.sett./fior./eugub.), pag. 126.6: Parage .i. gientilecza. || prov. parage 'grado sociale, lignaggio, parentado'.

[11] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 2029, pag. 102: Et ancora li prexe a retrar / La nobiltà del baron, / Como lo iera stado savio e bon, / La çentilixia e lla francheça, / Ch'el ave in Roma, e l'alteça, / Como l'iera signor çeneral / De tuto lo rengno inperial.

[12] Armannino, Fiorita (04), 1325 (tosc.), pag. 385.24: In questo tempo era dictatore uno che havea nome Tullio Cicerone, huomo di grande senno et di molta scientia adorno, ma non era di gran gentileçça.

[13] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Fedra, pag. 34.39: Tutta la mia gentilezza o grandezza del mio legnaggio non mi possono difendere da Amore.

[14] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 6, pag. 98.7: perciò che la gentilezza pare una loda che da' meriti de' parenti viene.

[15] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 2, vol. 1, pag. 103.17: e tenianu multu a laydu li nobilissimi juvini que issi fussiru superchati in operi de furtiza da quilli, li quali issi superchavannu di gentiliza.

[16] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 141.25: Non pertantu tu valurusamenti lu refutasti commu homu qui era natu di non sachu quali tenebri e con sua exacrabili audacia intendia di usurpari la altruy gentiliza.

[17] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 10, pag. 251.19: e, d'altra parte, l'altissime ricchezze ci mancano, le quali leggiermente i difetti della gentilezza ricuoprono.

[18] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 2, pag. 416.24: uomo nato di somma gentilezza, d'interissima vita, amantissimo della patria, nel fiore della sua giovinezza.

[19] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 6, ott. 31.3, pag. 428: Natura ornato l'avea di bellezza, / quanto giovane donna disiare / poté giammai, e poi di gentilezza / di real sangue...

[20] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 40, vol. 2, pag. 39.10: sicchè tu sei fine della gentilezza di casa tua, ed io sono principio d'ingentilire la mia.

[21] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 26, pag. 102.6: in ciò che non si vogliono in questo mondo disprezzare perfettamente, ricordandosi d'alcuna gentilezza per la quale par a loro essere maggiori degli altri...

[22] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 501-10, pag. 132.26: fu adunque il principio della gentilezza di costoro forza e rapina e superbia, assai buone radici di così laudevole pianta.

[23] Gl Taddeo Dini, Sermoni, a. 1359 (fior.), pag. 497.21: Gli uomini del mondo reputano essere grande gentileçça quando l'uomo è nato di ricco huomo ed è stato grande tempo cittadino in quel luogo ....

[24] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 38.3: Questa villania dicere non lassava né per soa ientilezza né per soa onoranza dello consorte né per parentezze né per bene volere né per onestate né per alcuna via Missore Ubertiello de ciò crepava.

[25] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 81.33: e la soro mia Exiona, descesa de tanta gintilicia et nutricata in tanta delicanza, fonde portata con tanta vergogna e, desonestata a mudo de le meretrice, tenenola in perpetua servitute...

[26] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 26, pag. 140.12: Ma como sole in alquanti la nobilitae de la carne inçenerà' innobilitae de mente, in ço che no se vorem in questo mundo despresià' perfetamenti recordandose d'alcunna gentileça per la qua li par esse' maor che li atri, le dite done no aveam ancora perfetamenti refrenâ la lengua.

[27] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), 1 Cor. 1, vol. 10, pag. 87.6: chè non molti savii secondo la carne, non molti potenti, non molti di grande sapere e di grande gentilezza elesse Dio.

3 La classe sociale di coloro che possiedono titoli, prerogative e privilegi trasmissibili ereditariamente; l'insieme di coloro che vi appartengono, o un gruppo di questi. || Cfr. nobiltà 5.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 37.4, pag. 366: Angelica figura - e comprobata, / dobiata - di ricura - e di grandezze, / di senno e d'adornezze - sete ornata, / e nata - d'afinata - gentilezze.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 8, pag. 289.3: E con ciò sia cosa che il die de' Comizii, cioè dell'entrata della segnoria, accendesse le discordie del popolo, infiammata la gentilezza, essendone Nasica capitano, co' pezzi delle panche, ove si sedea, cacciaro via il popolo.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 60.24: Lu quali Mariu, d'altra guisa, fu citadinu magnificu, ma per la consciencia di sua novitati di natu non era favurivili a la gentiliza antiqua.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 86.6, pag. 322: E tutti me ridottavano i cavalieri della Valle Bruna, / Lo re Artus e tutta sua gentilezza, / Messer Lancialotto e quegli de l'alta inchiesta...

4 Manifestazione di gentilezza, atto conforme a gentilezza. || Cfr. nobiltà 6.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 7, pag. 27.10: Questa cichala significa una mainera de homini e di femene che ssi delecta tanto in seguitare le loro voluntade in de loro riccheççe et in de le loro belleççe et in del loro gentileççe et in tucti li dilecti mondani che abandonano lo procacciare de quelle cose che lli darebbeno la vita eterna...

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), Libro 11, pag. 749.10: O femmina, se tu ti fidi nel forte cavallo, che gentileza fai tu, se tu fuggi? combatti meco a piedi e a terra a battaglia a piede...

[3] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 59, pag. 221.31: Ella, intendendo che questi era Tristano, del quale ella avea tanto tanto udito prodezze e gentiligie, sìe solo lo mena seco.

[4] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), pt. i Prologo, pag. 7.4: nel quale si trattano le magnanimitadi di Italia ed altre gentilezze assai tratte dalle istorie antiche e dalli proprii originali, come leggendo potrai vedere e cognoscere la grande eloquenzia di questo autore.

[5] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 79.3: E hannovi i cristiani tre segni nel viso, l'uno dala fronte a mezzo il naso e poi da ogni gota uno, i quali si fanno dopo 'l battesimo con ferro caldo per grande gentilezza, e' saracini hanno solo quello della fronte...

[6] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 193.9, pag. 244: Come non usi qualche gentilezza / A tant'amor, quant'io bramoso avvampo, / Gelata prietra, fuor d'ogni atto umano?

[7] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 125.3, pag. 190: Quando fra l'altre donne avvien ch'io mire / Vostre divine et immortai bellezze / E ch'io contemplo gli atti e gentilezze / Ch'in voi pose natura e 'l grande ardire, / Convien per forza che l'alma sospire...

[8] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), i. st. 13.8, pag. 149: mostrando le to bele fateçe, / a tuta çente mostrave çentileçe.

[9] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), pag. 18.5: Re Danco, di voi in lo mio reame molto abo inteso grandeze, cortesie e çentileçe con molto savere...

[10] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 49, pag. 114.2: Gran gentilezza usò questo rettore, che considerò alla qualità e al modo, e all'uomo chi era, e grande disperazione fu quella del cavaliere...

[11] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 223.11, pag. 266: fra le marmotte d'intorno t'agira, / e con le talpe userai gentilezza...

- Persona che incarna la gentilezza.

[12] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 16, parr. 1-6, pag. 65.9: La terza si è che quando questa battaglia d'Amore mi pugnava così, io mi movea quasi discolorito tutto per vedere questa donna, credendo che mi difendesse la sua veduta da questa battaglia, dimenticando quello che per appropinquare a tanta gentilezza m'addivenia.

5 Elevatezza nella scala dei valori naturali; perfezione, valore. || Cfr. nobiltà 1.

[1] Zucchero, Fisonomia, 1310 (fior.), pag. 17.8: Quegli che àe le braccia lunghe in tale maniera che le mani possano toccare le ginocchia, sì è segno di gentilezza e di cuore, e de' essere motteggiatore di donne, e dee avere signoria...

[2] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 16, pag. 141.10: o dire e credere che il Figliuolo di Dio, rimanendo quello che era in deitade, prendesse nostra carne mortale, acciocché per questo modo facesse noi immortali, e levasse al cielo, facendoci partefici della sua divinitade, o inchinare la gentilezza della mente umana ad adorare gl'idoli sordi e muti, anzi le demonia, e gli uomini scellerati in forma e in figura di diversi animali, e dare loro onore divino?

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 69, vol. 1, pag. 363.21: Fu questione qual caso fosse, o la gentilezza della natura del leone, o la fortuna riserbasse la vita del detto fanciullo perchè poi facesse la vendetta del padre, com'elli fece, e fu poi chiamato Orlanduccio del leone di Calfette.

6 Natura propria, qualità intrinseca. || Cfr. nobiltà 2.

[1] Trattato de' falconi, XIV in. (tosc.), cap. 6, pag. 16.2: Dapoi ch'avem detto de' falconi, astori e ismerletti, e delle loro generazioni e ammaestramenti, e come si debbiano tenere, è da dire della natura degli sparvieri e della loro gentilezza.

[2] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 53, pag. 41.4: E poi ch'elli à una grue abactuto, non ne abacte a natura, per la sua gentilezza, non saprà essere sì affamato.

[u.r. 15.04.2019]