INVITO (1) agg.

0.1 invidho, invito, 'nvito.

0.2 Lat. invitus (DEI s.v. invito 2).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 3.

0.4 In testi tosc.: Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

0.5 Locuz. e fras. a invito 3; a meno d'invito 3.1.

0.7 1 Che fa o subisce qsa contro la propria volontà. 2 Che si oppone, che ripugna, che è di parere contrario. 3 Locuz. avv. A invito: con avversione. 3.1 Locuz. avv. A meno d'invito: con minore avversione, contrarietà, ripugnanza.

0.8 Pietro G. Beltrami 10.11.1998.

1 Che fa o subisce qsa contro la propria volontà.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 20, 88-99, pag. 459, col. 2.7: Qui destingue de che specia è tal violentia, e dixe: 'non a modo che l'uno omo vince l'altro, che 'l vinto è vinto invito'. Ma vince lei, çoè ch'è d'una specia de 'violença' che 'l vinto è contento, e questo ce farave ello per so pura e benigna voluntà e gratia.

[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 38, par. 39, pag. 809.8: «O santissimi popoli, vacanti a' sacrificii a me più cari, sanza ragione ma non sanza cagione inver di me adirati, non sia nell'animo vostro credibile me voluntario qui venuto ad impedirvi, ma invito, tirato dal mio cavallo, come poteste vedere; il quale, forse degli iddii ministro, alle necessarie e promesse cose ignorante m'ha arrecato.

[3] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 18.35, pag. 88: Ahi come a Giove dolfe! ma non sdisse / quel che 'mpromise, ma invito quello / fè, perchè 'l saramento non perisse.

2 Che si oppone, che ripugna, che è di parere contrario.

[1] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 368.8: Ogni cosa facesti, acciò che 'l tuo malizioso e scalterito oste non se ne andasse, ma colui diede le vele piene di vento a la certa fugga; tutte le cose facesti, acciò che il crudele fuoco d'amore non t'ardesse, e per tutto ciò i· lungo amore sedeo nel tuo invito petto.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 175.4: Costui si turbò forte, considerando la pura fede ch'aveva portata al signore; menòe il Conte al luogo de' tesori, dove prima ch'elli venisse nullo n'avea, e disse: Signore, quando io venni a te, io ci menai uno palafreno, e questi drappi qua su serbati recai nel mio dosso; l'altre cose sono tutte tue; maritate hai per mia industria tre figliuole a tre re, ed hai tutti questi tesori; questa sia la ragione ch'io ti rendo: e con li detti panni e uno palafreno, invito il Conte, si partìe.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 17, pag. 402.2: Consigliare si dee l'uomo in tutte le cose dubbie, le quali ricevono medicina di consiglio: e nota qui da cui si dee domandare consiglio; e dice che chiedere si dee da persona che 'l voglia dare, e che 'l sappia dare dirittamente, cioè sia savio, e che ami, cioè sia fedele consigliere; onde non da nimico, nè uomo col quale abbia avuto discordia, non da furioso, non da uomo mal disposto, non da invito.

3 Locuz. avv. A invito: con avversione.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 742, pag. 126: Quand eo vedheva andar lo pover malvestio / Ni da giaser trovava, eo 'l vedheva a invidho...

3.1 Locuz. avv. A meno d'invito: con minore avversione, contrarietà, ripugnanza.

[1] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 38, pag. 28.5: Ché llieve cosa è che, se lla femina se penti quando ella à lasciato il suo leale amico, che un altro la priega, chella li le 'tollea a meno d'invito.

[u.r. 02.09.2019]