MALAGURIA s.f.

0.1 mala agura, malaguria.

0.2 Da auguria.

0.3 Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.).

N Att. solo fior.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Presagio sfavorevole.

0.8 Linda Pagnotta 10.03.2000.

1 Presagio sfavorevole.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 92, vol. 1, pag. 551.12: E levando il loro istendale con grande festa, e essendo l'arcivescovo di Pisa in sul ponte parato con tutta la chericia per fare all'armata la sua benedizione, la mela e la croce ch'era in su l'antenna dello stendale cadde; onde per molti savi si recòe per mala agura del futuro danno.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 24, terz. 86, vol. 2, pag. 10: Allor cadde la mela colla Croce / dallo Stendale, e questa malaguria / tenuta fu; ma pur n'andaro a foce.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 35, vol. 2, terz. 73, pag. 129: Onde la gente, ch'era aguriante, / disse: Per certo quest'è malaguria, / d'aver mutato a Marte suo sembiante; / e voglia Iddio, che contro a noi con furia / non si rivolga pe 'l caso presente, / volendo vendicar sì fatta 'ngiuria.

[u.r. 15.02.2007]