MALATO agg./s.m.

0.1 malà , malada, maladhe, maladi, malado, malae, malai, malata, malate, malati, malato, malatu, malay, mallada, maroti, maroto, mmalati.

0.2 Da ammalato, con sovrapposizioni con malatto (la forma gen. maroto parrebbe invece tratta dal prov. malaut).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Stefano Protonotaro, XIII m. (tosc.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Doc. pist., 1337-42.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Stat. moden., 1335; Stat. trent., c. 1340; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Lucidario ver., XIV.

In testi mediani e merid.: Poes. an. abruzz., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. casert., XIV pm.; Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Anche s.f. (malata).

Locuz. e fras. cadere malato 1.3; divenire malato 1.3; essere malato 1.3; forte malato 1; fortemente malato 1; malato a morte1.2, 1.4.1; malato a morte d'una gamba 1.2; malato del corpo 1; malato della persona 1; malato di Campoluccio 2.1; malato d'una gamba 1.1; malato forte 1; malato misello 2.

0.7 1 Affetto da malattia (malato di un male); infermo. 1.1 [Rif. ad una parte del corpo, anche in contesto fig.]. 1.2 Locuz. agg. Malato a morte: affetto da malattia mortale, moribondo. 1.3 Locuz. verb. Cadere, divenire,essere malato: ammalarsi. 1.4 Fig. Lo stesso che corrotto (detto di oggetti inanimati). 1.5 [Prov.]. 2 Sost. L'infermo. 2.1 [Med.] [In partic.:] malato di Campoluccio: lo stesso che malatto, lebbroso. 2.2 S.f. 3 Signif. non accertato.

0.8 Natascia Tonelli; Elena Artale 07.03.2007.

1 Affetto da malattia (malato di un male); infermo.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 632, pag. 549: Per ben andar la femena vestita et amantata, / ancor per tuto questo non è cortes trovata, / et ancora lo rame s'endaura per fïata, / e soto bela coutra sì sta causa malata.

[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), red. La, pag. 204, col. 2.7: E Dio l'impose penitenza: o volesse istare due dì in purgatorio, o sempre mai malato di febre e di male di fianco.

[3] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 3, pag. 148.11: ma di verno le puote l'uomo usare più siquramente, e spezial mente coloro che sono malati di freda malatia.

[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 41, pag. 55.9: «Io avi fame e vu me desse da manzar; io avi sede e vu me desse da bever; io fu' malado e vu me visitasse etc..»

[5] Stat. moden., 1335, cap. 10, pag. 377.8: Ancora ordenemo che li nostri ministri cum li masari siano tegnue e dibiano visitare li homini de la compagnia maladi e infermi segondo che a loro parerae...

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 5, vol. 1, pag. 32.7: Ad Artoriu, [[...]] apparssi la ymagini di la Minerva et cumandauli que issu Artoriu amunissi ad Augustu Cesar, malatu di gravusa malatia, que non stacissi per la malatia que issu non andassi a la batalya.

[7] Stat. casert., XIV pm., pag. 64.21: Et quando alcuno frate o soro fosse malato li mastri lu visiteno i(n) p(ri)ma (et) arecordenole la salute della a(n)i(m)a sua...

[8] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 11, pag. 44.10: Lu Conti intandu non era a Militu, ma era a Girachi, chì, malatu, per l'ayru curruttu si era partutu di Militu, dundi multi di li soi eranu stati morti per malu ayru.

[9] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 2, vol. 1, pag. 11.23: come l'uomo o lla femina e ' fanciulli si conoscevano malati di quella enfiatura, molti n'abandonavano...

[10] Lucidario ver., XIV, II, pag. 131.11: ch'el è scrito che nulla el fa in terra sença caxone, e una picola bestia non pò essere malata ni pò morire se 'mprima non è iudicata per Deo Nostro Segnoro.

[11] Stat. cass., XIV, pag. 64.15: Lu abbate deve habere omne sollicitudine (et) omne cura i(m)meru li frate delinquente, inp(er)czò che "lu medico no(n) è necessario ally sany s(et) a quilli li quali sono i(n)firmi (et) malati".

[12] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 14, pag. 139.20: E Palamides a questo scusandose con raysone disse cha era stato gravemente malato, per che li Grieci lo appero per scusato.

- Fortemente malato, malato forte (anche in ordine inverso): gravemente ammalato.

[13] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 14, pag. 182.21: Per che pare esser malatoforte palato de vostro core: c' alo sano sa meglio bucciella seccha in pacie c'ongni condutto in guerra...

[14] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 10, pag. 32.32: Chistu bonu homu Marcellu era fortimenti malatu; per la grande infirmitate chi illu avia, avinni ky in la sira de lu sabbatu sanctu illu fo mortu...

[15] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 9, pag. 493.19: Voi eravate pur testé così forte malata: come siete voi sì tosto guerita, che voi facciate tai cose?

- Malato della persona, del corpo.

[16] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 115.11: e perciò in mezzo della via l'uccise; né Catone non avea podere di difenderlo, perciò ch'era malatodi suo corpo, ma rimase intorno al morto per ordinare sua sopultura.

[17] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 115.20: dicea che no·ll'arebbe potuto fare, perciò ch' elli era malato di sua persona.

[18] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 44, pag. 70.22: ffae dire loro che lo ree ee malatodi sua persona.

- [In contesti fig., per esprimere una situazione di turbamento interiore].

[19] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.12, pag. 886: Povero e ric[c]o e disasciato / sono, e fermo e malato, / giovane e vec[c]hio, ed agravato / e sano spessamente...

[20] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), son. 4.7, pag. 124: In che mal punto fui nel mondo nato! / Ché 'n me, crïato, - tutto il male dura. / Di tale guisa, veg[g]io, son malato, / che, me celato, - tutto il bene escura.

[21] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 70.42, pag. 298: Aio lo corpo endomito con pessimo appetito: / la temperanza enfrenalo, ch'è de male notrito; / ad onne ben recalcetra, como fosse ensanito: / a gran briga è guarito, de tal guisa è malato.

[22] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Canz. 2.27, pag. 703: Ben veggio, Amore, e sentomi sì forte / gravato a dismisura, / che sol vostra figura / veder pietosa mi può tòr la morte; / e caladrio voi sète a mia natura, / ch'i son caduto in sorte / cotal in vostra corte: / malato più ch'altro omo è mia ventura.

1.1 [Rif. ad una parte del corpo, anche in contesto fig.].

[1] F Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 75: però che quando lo capo è malato tutti li membri sono malati... || Segre, Volgarizzamenti, p. 70; l'ed. Gaiter legge: «quando il capo è infermo tutte le membre son inferme»: cfr. <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 3, vol. 4, pag. 285.5.

[2] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De doe vie zoè activa e cu(n)templativo, vol. 1, pag. 196.16: Questa cognoscença no è so no in la co(n)sciencia bem purgar, che cossì como l'ogio maroto no pò veyr la luxe, cossì la co(n)sciencia marota, chi no è bem purgà, e' no pò cognosce spirituay...

- Malato d'una gamba. || Att. unica nel corpus.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 131, vol. 1, pag. 600.16: e essendo messer Vieti de' Cerchi de' capitani, e malato di sua gamba, non lasciò perciò di volere essere de' feditori...

1.2 Malato a morte: affetto da malattia mortale, moribondo.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 76.1: Neuno direbbe, che quelli fosse pietoso nè misericordioso chi non have pietà di sua povera madre, malataa morte, come ch'elli avesse pietà delli altri.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 104, vol. 2, pag. 652.10: e essendo la detta reina malata a morte, per darle consolazione lo re in sua presenza la fece fare, e basciare in bocca i detti signori, la quale poco apresso passò di questa vita...

- Malato a morte d'una gamba. || Att. unica nel corpus.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 6, vol. 2, pag. 526.24: Castruccio veggendosi assalire per sì fatto modo, con tutto che l'agosto dinanzi fosse stato malato a morte d'una sua gamba, come valente signore, vigorosamente e con grande sollecitudine s'argomentò a riparo...

1.3 Locuz. verb. Cadere, divenire, essere malato: ammalarsi.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 15, pag. 178.29: donde alcuni dicono, che se' garzoni bevono vino nel tempo ch'ellino suggono, essi sono disposti da dovenire malati molto leggiermente.

[2] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 38.8: Messere, egli ebbe uno Re in Puglia ch'era soddomito, e spregiava le femmine sopra tutte cose. Avenne ch'egli divenne forte malato, e enfiò sì forte che 'l membro non si li parea. Alla perfine e' mandò per uno medico.

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 18, pag. 144.1: Da llà a XXV iornj kista jnfanti cadiu malata...

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 37, pag. 162.25: kistu Petru ricuntau a killu autro monacu ki standu illu jn la terra sua, ki era vichina ad unu desertu ki si chamava Èbasa, kistu Petru fo malatu, de la quali malatia fo mortu... || Cfr. Greg., Dial., IV, 37: «molestia corporis interveniente defunctus est».

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 3, cap. 14, vol. 1, pag. 130.14: Ma poi questo Carlo divennemalato, ch'era perduto del corpo e della mente, onde per necessità fu disposto dello 'mperio e del reame...

[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 77, vol. 1, pag. 145.23: re Filippo di Francia, avendo [[...]] tolta per moglie la nobile e soprabella dama figliuola de· rre di Navarra, [[...]] tanto disordinatamente usò il diletto della sua bellezza, che cadendo malato, la natura infiebolita non poté sostenere...

1.4 Fig. Lo stesso che corrotto (detto di oggetti inanimati).

[1] Detto dei tre morti, XIV pm. (camp.), 7, pag. 408: tornamone da mal fare, che Dio non n'abandony, / lassamo li dilecte e l[e] cose mundane, / ca tucte so false, gabatrice e vane, / ca tucte so caduce, malate e male sane...

1.4.1 Fig. [In partic., detto di chi pecca o dell'anima peccatrice].

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 69.19: Ciò disse santo Paulo; per noi servire e vicitare ch'eravamo malati de' peccati.

[2] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 47, pag. 88.6: Che l'anima ch'è malata, cioè di peccato, quella anima è della conpagnia del diavolo...

- Malato a morte.

[3] Gl <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 76.3: Così dico io, che quelli non sia pietoso nè misericordioso, il quale non ha pietà di sua anima, quando sae ch'ella è malata a morte, cioè in peccato mortale.

1.5 [Prov.].

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 9: [6] E certo, sì come cotali visii sono da fugire, così li riei ho(min)i, p(er) li quali cotali visii s'aquistano, sono da fuggire, [7] che, sì come p(er) l'uza(n)sa del lebbroso l'omo ale stagione diventa lebbroso, et p(er) una pecora malata tucta la ma(n)dra si ne corro(m)pe...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 38, vol. 2, pag. 61.26: Ma come l'una pecora malata corrompe tutta la greggia, così questo maladetto seme uscito di Pistoia, istando in Firenze corruppono tutti i Fiorentini e partiro...

2 Sost. L'infermo.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 327, pag. 611: Lo Crïator del cielo doi vïe n'à mostradhe, / l'una de bone ovre e de grand nobilitadhe / e de misericordia e de molte bontadhe, / de pas e de concordia, de bona volontadhe / e de vestir li povri e le desasïadhe, / de visitar enfermi sovenz e le maladhe.

[2] Stefano Protonotaro, XIII m. (tosc.), canz. 2.38, pag. 135: E piango per usag[g]io, / come fa lo malato / che si sente agravato / e dotta in suo corag[g]io, / ché per lamento li par spesse fiate / li passi parte di ria volontate.

[3] Poes. an. abruzz., XIII, 99, pag. 45: Dicealy: «Filiu meu, ke facisti? / Nullu peccatu tu non abisti, / De li malati multi guaristi / Et consolasti sempre li tristi».

[4] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 79.15: tucto dì sente l'omo parlare di queste [d]issperanse [s]egondo la natura de· chaladrus, ch'è uno ucello che quando l'omo lo porta dinassi a uno malato, sed elli riguarda il malato diritto lo viço, quest'è insegnia che lo malato guarrae...

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 143.262, pag. 608: poi ti mesteso dei punir, / chi presumasti insuperbir, / domandote pê zazunar / e lo to corpu refrenar / e poi dei limosena dar / a lo proximo per satisfar, / e queste tre cose fan / lo maroto tornar san.

[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 29, 58-66, pag. 695, col. 1.2: Fa comparazione l'A. che que' maladi ch'erano in Egina, no erano tanti né sí deversi cum era que' ch'el vide ...

[7] Stat. trent., c. 1340, cap. 28, pag. 28.32: It. sì statuemo e sì ordenemo ch'el sian cernù per ogna quartero de Trento duy discreti e boni homeni de la nostra fradaya, che deba visitare li malay ch'aveso grando malo [[...]]. E s'el malà volesso far testamento, recordarye ch'el deba lasar qualque cosa a la casa nostra per amor de Deo, s'el ye plas.

[8] Doc. pist., 1337-42, pag. 135.17: E den dare, che diedi contanti a frate Piero, xxvij di febraio, che nne conperò charne, e dienne a' poveri verghogniosi e a' malati una mattina lb. v pi..

[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 1, pag. 5.17: e como gli malai recrovaa la sanitae aman gli so' meexi, cussì questi a nu porteran grande amor...

[10] Stat. palerm., 1343, cap. 1, pag. 8.6: Et creati li novelli ricturi, issi incontinenti diianu issilligiri dui massari, dui ki fazanu lu officiu di li tavuli, dui vistituri di novicii, dui visitaturi di li malati e vistituri di li morti.

- Malato misello.

[11] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 6, par. 7, pag. 183.27: Dicie san Girolamo: «Quello diritto ànno i preti dell'evangielo, che giadì in tempo anziano sopra la legge aveano i preti della vecchia leggie nella guarigione de' malati miselli.

2.1 [Med.] [In partic.:] malato di Campoluccio: lo stesso che malatto, lebbroso.

[1] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 11, pag. 337.21: E facciano scrivere nel detto libro ordinatemente tutte le spese ordinarie, che ciascheuna delle dette Opere e magioni sono tenute di fare, [[...]] sì al guardiano della magione di san Sebbio, e a' malati di Campoluccij, e alla loro servigiale...

[2] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 19, pag. 346.29: E siano tenuti i detti depositari di pagare e dare per le dette Opere e magioni e per ciascuna di loro, tutte le spese di ciascuna di quelle Opere e magioni, [[...]] sì al guardiano di san Sebbio e a' malati di Campoluccii e alla loro servigiale...

2.2 S.f.

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 16, pag. 142.5: Standu kisti dopni avanti la malata, eccu ki subitamenti vinni a mezanocti da chelu una luchi, e tucta killa chella alluminau...

[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 16, pag. 142.18: 'Non timiri, matri, ca eu non moyru modu'. Dichendu a la spissa sti paroli la malata, a pocu a pocu killa luche accuminzau a mancari et a disparirj, ma lu uduri rumasi.

3 Signif. non accertato.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 48.138, pag. 129: Lo glorioso Dio, nome invocato, / levi om sé contra sé, sé sé rendendo, / spirto corpo abbattendo, / ragion voglia vertù vizio al totto, / e ciò far com ho mostro al mio malato, / dico che parta d'essa, und'è sorpriso, / del tutto oreglie e viso, / penser, memoria, e sia di lei non motto.

[u.r. 26.03.2024; doc. parzialm. aggiorn.]