MALAUGURIO s.m.

0.1 malaguru, mal auguro, male agurio, male augurio, malo augurio, malu aguru.

0.2 Da augurio.

0.3 Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Presentimento o indizio nefasto; sfortuna.

0.8 Linda Pagnotta 10.03.2000.

1 Presentimento o indizio nefasto; sfortuna.

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. 1, pag. 233.3: Io dirò : - O Partho, perché fuggi tu, acciò che tu vinci? E perché fuggendo ti lasci dietro i nimici vinti da te? O Partho, già la tua battaglia hae male agurio !

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Laudomia, pag. 125.22: Gli altri combattano, e Protesilao ami. Io mi ti manifesto, ch'io ti volsi richiamare, e l'animo mio me ne confortava. La lingua per paura de' mali augurj si ritenne...

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 1, vol. 2, pag. 14.26: Ca, cun chò sia cosa ki per malu aguru sou issu Pirru avissi invaduta la citati di li Argivi, e talyata qui l'appi la testa Altoneu, filyu di lu rigi Antigonu, purtaula a so patri, qui era infirmu, facendu di chò grand'alegria commu di una felicissima opera di vittoria...

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 32.32: ca issu lu Affricanu succurrendu a so patri qui era consul, qui combatia cu Hannibal apressu lu flumi qui avi nomu lu Tesinu, et per so malaguru ià era firutu gravusamenti, lu liberau da piriculu...

[5] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 3, par. 2, pag. 76.22: "Ecco, ora l' amante è partito, e vassene; e tu, misera, non che dire addio, ma rendergli i baci dati al morto viso o vederlo nel suo partire non potesti; la quale cosa egli forse tenendo a mente, se alcuno caso noioso gli avviene, della tua taciturnità malo agurio prendendo, forse di te si biasimerà".

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 26.51, pag. 76: Di molti Italiani fece strazio; / ma pria che giunto fosse a l'altro lito, / per malo agurio fu del cammin sazio.

[7] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, C. III(i) Esp.litt. par. 55, pag. 151.34: Questi sciagurati. Questo vocabolo è disceso dall'antico costume de' gentili, li quali nelle più lor cose seguivano gli augùri, cioè quelle significazioni che dal volato e dal garrito degli uccelli, qual buona e qual malvagia, secondo le dimostrazioni di quella facultà, scioccamente prendevano; laonde quelli che malo augurio avevano, erano chiamati "sciagurati", il qual vocabolo oggi appo noi suona "sventurati"...

[8] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1386, frott.] 145.55, pag. 360: La vechia scioca / fa de la roca - e de la tela - vela, / e con poca candela - per mar navega, / sotto 'l borco de Chiàviga, / con mal auguro et avega - de spin.

[u.r. 15.02.2007]