MATRIMONIO s.m.

0.1 matremonio, matrimon, matrimoni, matrimonî, matrimonii, matrimonij, matrimonio, matrimoniu, matrimonj, matrimono, matrimunij, matrimuniu, matriomonio.

0.2 DEI s.v. matrimonio (lat. matrimonium formato su patrimonium).

0.3 Ranieri volg., XIII pm. (viterb.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Doc. fior., 1279; <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Stat. lucch., 1362.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Doc. venez., 1306; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Doc. moden., 1353; Doc. udin., 1354; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Ranieri volg., XIII pm. (viterb.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Lett. napol., 1356; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. accompagnare a matrimonio 1.2.1; accompagnare per matrimonio 1.2.1; accompagnarsi per matrimonio 1.2.3; accozzarsi a matrimonio 1.2.3; addomandare in matrimonio 1.2.2; addomandare matrimonio 1.2.2; alto matrimonio 1; anello del matrimonio 1.1.1; avere in matrimonio 1.2.12; avere matrimonio 1.2.13; camera di matrimonio 1.1.2; carnale matrimonio 3.1; congiungere a matrimonio 1.2.1; congiungere al proprio matrimonio 1.2.1; congiungere il matrimonio 1.2.3; congiungere matrimonio 1.2.3; congiungere per matrimonio 1.2.1; congiungersi di matrimonio 1.2.3; congiungersi in matrimonio 1.2.3; consumare glorioso matrimonio 3.2; consumare il matrimonio 1.2.4; consumare spirituale matrimonio 3.2; contrarre il matrimonio 1.2.5; contrarre matrimonio 1.2.5, 3.4; corrompere matrimonio 1.2.6; dare in matrimonio 1.2.1; disciogliere il matrimonio 1.2.7; domandare il matrimonio 1.2.2; domandare matrimonio 1.2.2; entrare in matrimonio 1.2.8; essere accompagnato in matrimonio 1.2.13; essere in matrimonio 1.2.13; fare il matrimonio 1.2.9; fare matrimonio 1.2.9, 1.2.10; fare un matrimonio 1.2.10; giungere a matrimonio 1.2.1; giungere in matrimonio 1.2.1; giuramento di matrimonio 1.1.3; giurare il matrimonio 1.2.11; lasciare matrimonio 1.2.7; letto del matrimonio 1.1.4; matrimonio spirituale 3.2; menare in matrimonio 1.2.12; non legittimo matrimonio 3.1.1; nozze di matrimonio 1.1.5; prendere in matrimonio 1.2.12; rompere matrimonio 1.2.6; stato di matrimonio 1.4; tenere il matrimonio 1.2.13; tenere matrimonio 1.2.13; togliere in matrimonio 1.2.12; trattare matrimoni 1.2.10; usare il matrimonio 1.2.14; usare l'altrui matrimonio 1.2.14; usare matrimonio 1.2.14; venire a matrimonio 1.2.8.

0.7 1 Unione di un uomo e una donna legittimata da un'autorità civile o religiosa. 1.1 Locuz. nom. 1.2 Fras. 1.3 Letto nuziale. 1.4 Istituzione regolata da determinate leggi, doveri e facoltà nell'ambito morale e giuridico; condizione sociale, stato civile. Locuz. nom. Stato di matrimonio. 2 [Relig.] Il settimo sacramento della Chiesa cattolica. 3 Unione, congiungimento (reale o spirituale). 3.1 Unione sessuale, copulazione. Fras. carnale matrimonio. 3.2 [Relig.] Unione mistica tra Cristo glorioso e la Chiesa; tra chi si consacra alla vita religiosa e Dio. Fras. Matrimonio spirituale. 3.3 Affinità, legame. 3.4 [Milit.] Allenza, patto. Fras. Contrarre matrimonio (con qno).

0.8 Rossella Mosti 05.12.2000.

1 Unione di un uomo e una donna legittimata da un'autorità civile o religiosa.

[1] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 230.12: Clamatevo co(n)fessu d'avere recepute C l. [di] se[nesi] p(er) queste dote (e) p(er) questu mat(r)imoniu.

[2] Sommetta, 1284-87 (fior.), pag. 196.19: vel salutem con honestà di puro matrimonio conservare castamente...

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 5, pag. 134.25: Ed ine dice che, dal tempo che Roma fu fatta a cento cinquanta anni, niuno matrimonio vi fu partito...

[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 220.23: lo re deli Normani, abiando fato paxe per matrimonio, batizado fo e per lo imperador dela santa fonte fo recevudo...

[5] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 19, 127-138, pag. 392, col. 1.9: Neque nubent, ecc.; cioè che in quel stado delle anime dopo la resurrezione no serrà matrimonio, né no si mançerà, né beverà...

[6] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 28.24: e non cura di sapere che sia lo dio de le nozze, nè che cosa sia amore, nè che si sia il matrimonio.

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 17, pag. 102.27: e tamen kistu sanctu Paulu midemi non mispreczava li homini de lu mundu, ma li insignava in ki guisa si divisseru portare in lu loru matrimoniu...

[8] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 96, par. 1, vol. 2, pag. 148.13: Quignunque reterrà la moglie per alcuno tempo en casa e puoie negherà quilla essere sua moglie, e provato sirà el matremonio veramente overo presuntivamente [[...]] la podestà e 'l capetanio togliano a luie per nome de pena cinquanta libre de denare.

[9] Stat. catan., c. 1344, cap. 2, pag. 30.19: Ancora nullu parli di matrimonii, nin di loru circustancii.

[10] Dicerie volgari, XIV pm. (bologn.), cap. 13, pag. 333.9: Mo' arengha uno savio per caxon de matremonio, (et) comenza cusìe: El è sì nobelle caxone per le quale nu' siamo conzonti etc...

[11] Doc. moden., 1353, par. 30, pag. 200.19: Anchora prometo al dito Cichino meo fradello stipulando e recevando per si et per la dita madona Maria mia mugere e per ugni altra persona a chi ço spetaxe de dovere restituere in tere et in cosse imobille le dite doyte et donaxon e de dovere alimentare la dita mia mugere e de dovere portare ugni pexo de matrimonio lo qualle si è dentro nue...

[12] Doc. udin., 1354, pag. 328.27: sì che ve digo e prego chi se 'l fosi nisuna persona a qua od altro che savese per nisun modo over causone d'enzegno, da rasone over di fato o per parentade o per impromisione che alguni de lor avese impromitudo a nisuna altra persona: per le qual chose lu matrimonio non podese divignir, che lo debia dir a qui et in presente di caschun omo...

[13] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 7, pag. 28.22: Questo papa fu omo santissimo e servao questa connizione, che non voize mai despenzare nelli matrimonii li quali se faco intra li parienti.

[14] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 119.7: Hoc conubium, bij id est lo matrimonio.

- Alto matrimonio: tra appartenenti ad un elevato rango sociale.

[15] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 8, pag. 309.15: ché, perché veggiono fare le parentele delli alti matrimonii, li edifici mirabili, le possessioni larghe, le segnorie grandi, credono quelle essere cagioni di nobilitade, anzi essa nobilitade credono quelle essere.

- Legittimo, dritto, stabile, vero matrimonio: conforme alla legge, regolare.

[16] Doc. fior., 1279, pag. 239.23: Item ala Saracina, f. ke fue di madonna Bietrice, mogle ke fue di Tadeio de' Donati, se la detta Saracina si marita, sì che vengna compimento di legittimo matrimonio, overo intrasse in monesterio, libre L...

[17] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 24, pag. 193.32: Unde Sara madre d'Ysaac era quella moglie ch'era donna, et la madre dell'altro era come ancella; unde l'uno et l'altro figliuolo era nato di legyptimo matrimonio.

[18] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 45, vol. 1, pag. 402.29: Et che non che la filliuola dotata, ma ancora li discendenti d'essa non soccedano nè soccedere possano di ragione a l'avolo o vero l'avola da lato de la madre infino che rimangano fillioli maschi de l'avolo o vero avola da lato de la madre, o vero discendenti d'essi fillioli maschi di legittimo matrimonio.

[19] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 47, pag. 67.1: e perciò ke ello [[l'omo]] no se po perpetuar en si medemo, ello à natural desiderio, como dise Aristotele, de perpetuarse en so fijoli k'è semejenti de lu. Et a çò conseguir fa mester ke l'omo sia en dreto matrimonio...

[20] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 1, pag. 167.9: I'òe XIIII lammie bellissime, delle quali Deiopeja la più bella congiugnerò teco con istabile matrimonio.

[21] Gl Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 344, pag. 750.14: Cioè che gli omini pigliano le mogli secondo la legge, però è detto legittimo matrimonio, cioè matrimonio per legge fatto.

[22] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 39, terz. 53, vol. 2, pag. 171: ma testimonio, / che Guido è il Conte, e la ragion n'assegno; / perch'egli è nato di ver matrimonio, / e Gianni no, benchè mi sia gran duolo / a dir, com'io fu' vinta dal Dimonio.

[23] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 105.10: E da mo' te prometto de te ricipire per mia cara muglyere e vivere e morire perpetuamente con tico, sotto pacto e fermeze de legittimo matrimonio, secundo che se observa inde la nostra usanza.

- Fig.

[24] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 3, pag. 280.26: Ella [[Antonia]] compensoe l'amore del marito con nobilissima fede, la quale dopo la colui fine, fiorendo per bellezza e per etade, ebbe la camera della sua suocera in luogo di matrimonio... || Cfr. Val. Max., IV, 3, 3: «Antonia quoque [[...]] amorem mariti egregia fide pensavit, quae post eius excessum forma et aetate florens convictum socrus pro coniugio habuit...».

1.1 Locuz. nom.

1.1.1 Locuz. nom. Anello del matrimonio: anello nuziale, fede.

[1] Stat. fior., 1356 (Lancia, Ordinamenti), pag. 379.13: Ancora che lo die che si faranno le sposalitie, o il die che si darà l'anello del matrimonio ad alcuna femina, non si possa dare nella casa della sposa più che di due guise confetti...

[2] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 25, pag. 192.1: Il quarto si chiama 'anularis';vi si mette l'anello che è tondo, e questo è apropriato a la fede, che non ha capo, come cosa ritonda; e in questo di dée portare l'anello del matrimonio, però che in questo dito viene una vena del cuore.

1.1.2 Locuz. nom. Camera di matrimonio: le nozze (per meton.). || Cfr. 1.1.5.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 2, pag. 182.12: i' vidi Ecuba con cento nuore, e Priamo involgendosi e sozzandosi nel sangue intorno alli altari, a' quali santi fuochi elli era venuto: cinquanta cammere di matrimonj e sì alta isperanza di nipoti li venne meno.

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 38.17: Ma io ignorante apparecchiava a te camera di matrimonio... || Cfr. Ov., Met., I, 658: «At tibi ego ignarus thalamos taedasque parabam...».

[3] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 2, pag. 39.1: Et lu re Priamu similimenti girandusi si inbruxinava di lu sangui lu quali era atornu li autari, <et> ka ipsu havia sacratu chinquanta cammari di matrimoniu, perkì illu non avia autra spiranza ki killa di soi niputi.

1.1.3 Locuz. nom. Giuramento di matrimonio: celebrazione del rito degli sponsali (consistente in una promessa verbale tra le due parti contraenti e nella consegna di determinati pegni tra cui l'anello).

[1] Cronica fior., XIII ex., pag. 119.4: - Avenne che tra lloro fue diliberato che lla vendetta fosse fatta in quello loco dove la gente era raunata a fare il giuramento del matrimonio.

[2] Stat. lucch., 1362, cap. 35, pag. 102.41: E che ciascuno notaio o altra persona lo quale o la quale conterà alcuno matrimonio o vero giuramento di matrimonio, in alcuna ecclesia o vero altroe, sia tenuto e debbia far giurare la observantia delle predicte cose...

1.1.4 Locuz. nom. Letto del matrimonio: talamo nuziale.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 4, pag. 237.8: Tu, secondo la sua arte, ordina il fuoco e l'arme dell'uomo, le quali il crudele lasciò apiccate nella cammera: tutti li spogli e il letto del matrimonio, per lo quale io perii, vi pon suso.

[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 76.13: et prindirai tucti li spogli et lu lectu di lu matrimoniu, per lu quali eu moyru, et purtirailu susu...

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 127.16: Tu sacerdotamente rizza l'altare nella sala dentro all'aere, e l'arme che lassoe appesa nella camera quello empio e crudele, e anco tutti i suoi vestimenti, e il letto del matrimonio, per lo quale io perii, pone sopra l'altare.

1.1.5 Locuz. nom. Nozze di matrimonio: feste che celebrano il matrimonio (comprendenti il banchetto nuziale [2]; il corteo di accompagnamento della sposa, in onore a Cerere, fino alla nuova casa, illuminato dalle faces nuptiales [1]; il congiungimento carnale dei due sposi, la sera, nel talamo nuziale [3]).

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 1, pag. 472.18: Tanti parti, tanti accrescimenti di famiglia, tante toghe da uomo, tante nozze di matrimonii, tante dignitadi d'onori e d'imperii, somma abbondanza d'ogni allegrezza li fu... || Cfr. Val. Max., VII, 1, 1: «Tot partus, tot incunabula, tot viriles togae, tam multae nuptiales faces...».

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 50, vol. 2, pag. 130.26: e anco Cristo volle per sua presenza onorare le nozze del matrimonio in Cana Galilea, e quine far lo primo miracolo.

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 16, vol. 2, pag. 273.26: Onde, come dice s. Girolamo, tanta differenza è fra le nozze del matrimonio, e la verginità, quanta da peccare a ben fare, e quanto dal male al bene.

[4] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 14, pag. 174.31: La qua [[la santissima vergem Gregoria]] in lo tempo de la soa aduloscencia seando futa in la çexa per farse religiosa, voglando fuçir le noce de lo matremonio chi se favam contra sua voluntae, da lo dito Ysach dixe che fu defeisa e produta ad abito de religium como dexirava...

1.2 Fras.

1.2.1 Fras. Accompagnare, congiungere, dare, giungere (qno) in, a, per matrimonio: [sogg. il genitore:] dare in moglie (la figlia); dare moglie (al figlio). Fras. Accompagnare a matrimonio, congiungere al proprio matrimonio: [sogg. l'uomo:] prendere in moglie.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 23, pag. 271.2: Et anche disse: cului che giugnie ad matrimonio la figliuola sua virgine, ben fa; e chi no la [ingiugnie] fa meglio.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 44, pag. 524.10: In quello rubamento Placidia, figliuola di Teodorico, e serocchia d'Arcadio e d'Onorio imperadori, da Ataulfo parente d'Alarico presa e tolta per moglie, quasi lei per divino iudicio, siccome uno ispeziale pegno, per istadico Roma diede, che coniunta per matrimonio a potentissimo barbaro alla repubblica fosse grandissimo aiuto.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 3, pag. 61.9: Federigo imperadore avendo uno suo figliuolo ligittimo, nome Currado, e volendolo per matrimonio acompagnare, fece cercare per la più bella donna e per la più nobile...

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 9, pag. 308.6: e co le mani abattè [[Ascanio]] il forte Numano; al quale era sopranome Remulo; e novellamente accompagnato a matrimonio aveva la minore suoro di Turno. || Cfr. Aen., IX, 594: «Ascanius fortemque manu fudisse Numanum, cui Remulo cognomen erat Turnique minorem germanam nuper thalamo sociatus habebat».

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 223.3: Non dimandare d'accompagnare la tua figliuola ai matrimoni Latini, o mia progenie...

[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 48, vol. 2, pag. 104.18: Ecco come espressamente dice, che meglio fa chi non congiunge la sua figliuola a matrimonio.

[7] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 395, pag. 767.3: Pandione, duca d'Athene, ebbe, intra ll'altre, due bellissime figliuole, l'una nome Progne, l'altra Philomena. Progne diede in matrimonio a Thereo di Tracia...

[8] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 103, vol. 2, pag. 439.25: ora esso Giovanni [[...]] si condusse a vendere al tiranno di Milano messer Galeasso Visconti per VI.c migliaia di fiorini la figliuola per giugnerla i· matrimonio con messer Giovanni figliuolo di messer Galeasso...

[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 135, S. Matteo, vol. 3, pag. 1183.26: e così tu, re, sappiendo che Ifigenia è diventata sposa del re eternale e consegrata dal santo velo, come potrai tu torre la sposa del più potente di te congiugnerla al tuo matrimonio|| Cfr. Legenda aurea, CXXXVI, 39: «Ita et tu, rex, sciens Ephigeniam regis eterni sponsam effectam et sacro velamine consecratam, quomodo poteris sponsam potentioris te tollere et tuo matrimonio copulare?».

1.2.2 Fras. Addomandare (qno) in matrimonio, addomandare, domandare matrimonio, i matrimoni (di qno): [sogg. l'uomo:] chiedere in sposa; [sogg. la donna:] volere per marito.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 7, pag. 313.14: Latino non avea figliuolo maschio, ma solo una femmina, la quale Turno addomandava in matrimonio...

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 10, vol. 2, pag. 238.25: Quale crudele iddio vuole perdere costui per le cose belle? e comanda che questi domandi matrimonio, col pericolo della cara vita?

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 2, vol. 2, pag. 154.24: ca però issu avia secutatu quistu modu di iudiciu, con zò sia cosa que fussi liquidu que Titinu, per disiyu d'avir lu patrimoniu di la fimina, avia adimandatu matrimoniu di fimina dishunesta.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 129.9: Ed umili domandarò i matrimoni di quelli di Numidia, i quali io ò già isdegnati tante volte di volerli per mariti? || Cfr. Aen., IV, 535: «Nomadumque petam conubia supplex, quos ego sim totiens iam dedignata maritos ?».

[5] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 1, pag. 16.18: e da molti ancora con istantissima sollecitudine in matrimonio fui addomandata.

1.2.3 Fras. Congiungere (il) matrimonio (con qno): unirsi in matrimonio, sposarsi. [Spesso pron.:] fras. Congiungersi, accompagnarsi, accozzarsi in, a, di, per matrimonio.

[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Paolo, cap. 1, pag. 87.29: Antonio imperadore si congiunse in matrimonio a Cleopatra regina d'Egitto...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 73.32: Ad una terra qui se clama Sicca esti unu templu di Venus, in lu quali intravannu li matruni e da locu, andandu per guadagnarsi la doti, faciannu virgugna di lur corpu et intendianu di coniungiri hunestu matrimoniu per modu dishunestu.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 115.9: Enea nato del sangue troiano essere venuto, al quale la bella Dido à degnato d'accompagnarsi per matrimonio...

[4] Pieraccio Tedaldi, XIV pm. (fior.), 9.10, pag. 725: E non fui mai così desideroso / di congiunger con lei il matrimonio, / che mi son del partir vie più goloso.

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. V, cap. 21, vol. 1, pag. 199.20: Cominciando a guardare la figliuola dello 'mperadore, occultamente di matrimonio si congiunse...

[6] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 5, pag. 48.24: e che se queste due bellezze si potessino acchozzare insieme a matrimonio, mai non si vide più bella choppia.

1.2.4 Fras. Consumare il matrimonio: dare compimento alle nozze con l'atto sessuale. || Cfr. 1.1.5 [3].

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 23, pag. 273.1: Et anche, si posson partire contra la volontà dell'uno e dell'altro, quando 'l matrimonio non è consumato per carnale agiungnimento...

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II. 10, pag. 167.7: La quale il giudice menata con grandissima festa a casa sua, e fatte le nozze belle e magnifiche, pur per la prima notte incappò una volta per consumare il matrimonio a toccarla...

1.2.5 Fras. Contrarre (il) matrimonio (con qno): unirsi in matrimonio, sposare qno. [Dir.] Stipulare l'accordo matrimoniale (mediante la stesura di un contratto e la definizione di una determinata dote).

[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 1, pag. 35.11: Et maximamente in contrarre matrimonio illicitamente colle parenti et colli altri.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 235, vol. 1, pag. 488.28: et compiti li tre anni si finisca ciascuno compromesso. Excetti li compromessi per pace o vero triegua tenere, et per sponsali et matrimoni contrare, e' quali durino infino al tempo posto o vero da la lege permesso.

[3] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 49, pag. 68.20: Dise Theofrasto se lla femena è convegnivel del corpo, se ella è ben acostumada, se ella è ensida de boni et honesti parenti, e l'omo è san e richo, li[cit]amente se po contraer matrimonio dentro questi.

[4] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 78, pag. 36.8: salvo e reservato, che se la femina sforçata serà sença marito e quello cotale sforçatore la vorrà pigliari per moglie e con essa contraere matrimonio, che esso cotale sforçatore non sia tenuto a niuna pena.

[5] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1, pag. 106.29: Questa istoria narra ancora V. libro xi.o Eneidos: como, Turno re de Rutilla, la quale è parte de Toscana, avendo contracto matrimonio con la figlia del re Latino, chiamata Lavina, e non avendola ancora sposata, supervenne Enea, lo qual era partito da Troia e venuto in Scicilia...

[6] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 35, pag. 296.7: Unde Ulixe multo leto intando tractao cum Anthenore che contrassero lo matremonio de Thelamaco figliolo suo cum Nausica, figliola de lo re Anthenore...

1.2.6 Fras. Corrompere, rompere matrimonio: venir meno al patto di fedeltà coniugale.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.330, pag. 164: Lo segondo è avoterio, / chi è grande vituperio; / ben è ligao con lo demonio / chi conrompe matremonio...

[2] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 2, pag. 219.21: Lo sexto sì è che tu no dî stare cum altra femena cha cum toa moiere: che l'è uno rompere matrimonio çasere cum altra femena cha cum toa muiere.

1.2.7 Fras. Disciogliere il, lasciare matrimonio: sciogliere un matrimonio, annullarlo.

[1] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 35, par. 6, vol. 1, pag. 407.24: e sirà certo per documento piubeco overo per testemonia degne de fede, desciolto el matremonio enfra quilla femena la quale dotò e coluie a cuie per lieie la dota averà data overo averà facto dare, sença figluogle de loro descendente...

[2] A. Pucci, Contrasto, a. 1388 (fior.), st. 38.8, pag. 60: Sì che tal matrimonio fu mestiero / Per non mandar suo legnaggio al dichino: / E quei di Francia il fanno in certo grado, / Nè lascian matrimon per parentado.

1.2.8 Fras. Entrare in, venire a matrimonio: abbracciare lo stato coniugale, sposarsi.

[1] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 48, pag. 67.14: Co è grieve cosa a l'omo entrar en matrimonio.

[2] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 128, pag. 301.28: I figliuoli di questo secolo s'amogliano, e vengono a matrimonio...

1.2.9 Fras. Fare (il) matrimonio: celebrarlo, compiere il rito nuziale.

[1] Cronica fior., XIII ex., pag. 118.18: Fatto il trattato e la concordia, e l'altro giorno apresso si dovea fare il matrimonio...

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 91.56, pag. 428.2: ni ge var pur un bello ovo / far matremonio de novo.

[3] Apollonio di Tiro, XIV m. (tosc.-venez.), incipit, pag. 14.11: O Appollonio, io son molto alliegro del matrimonio lo qual mia figlia desidera de fare con ti...

1.2.10 Fras. Fare (un) matrimonio, trattare matrimoni: combinare un matrimonio (da parte del sensale o dei genitori).

[1] Doc. venez., 1306, pag. 44.24: E per bon te(n)po avanti che lo matremonio dele IJ parte fato, çoè da mio sosero a miser Michell Bon, mio sosero me aveva dito co quelo fato li era recordato né in la fiada no se pote acordar...

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.41, pag. 126: Per cossa de sì gran pondo / [[un grande inperaor de Roma]] mandà doi soi messi per lo mundo / e in Alexandria vegnando / e in la per fin trovando / questa fantina de bona aire / fém con li amixi e con la maire / matremonio e contrato / como se dixe a sì gran fato...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I. 8, pag. 61.3: E là dove a que' tempi soleva essere il lor mestiere e consumarsi la lor fatica in trattar paci, dove guerre o sdegni tra gentili uomini fosser nati, o trattar matrimonii, parentadi e amistà...

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 189, pag. 469.18: E' mi convien venire a una novella d'un nostro cittadino, il quale, disponendosi di volere fare un matrimonio tra due suoi amici, e l'uno volendo gran dota, e l'altro non potendo darla, alla fine con una sua piacevole astuzia fece sì, che, essendo le parti molto da lunge, le fece sì prossimane, che 'l parentado venne a conclusione.

1.2.11 Fras. Giurare il matrimonio: celebrare il rito degli sponsali. || Cfr. 1.1.3.

[1] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 20, pag. 94.5: Et convìnnisi in li doti et iurausi di parti in parti, et fu iuratu lu matrimoniu.

1.2.12 Fras. Prendere, avere, menare, togliere in matrimonio qno: [sogg. in partic. l'uomo:] prendere in sposa.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 2, pag. 413.19: Gneo Carbone tribuno del popolo [[...]] adomandòe Publio Africano, il quale venìa con sommo splendore di gloria dalle rovine di Numanzia, quasi da quella medesima porta menato nella ringhiera, quello ch'elli sentia della morte di Tiberio Gracco, la cui sorore avea in matrimonio.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 5, pag. 62.4: però che Metello, morta quella Cecilia a poco tempo poscia, menò quella fanciulla in matrimonio.

[3] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 2, pag. 357.22: Persona, la qual sanza vergogna non si possa prendere 'n matrimonio, non si dee amare.

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 10, cap. 14, pag. 468.14: E le nozze fatte subito intra l'arme e senza consiglio, e non aspettato Lelio, facevano fede alle parole di Siface, e ancora così strabocchevole affrettamento, che in quello dì che egli avea veduta la reina presa, e in quel dì averla in matrimonio tolta, e nelle case del suo nimico avere fatto il sacro nuziale.

1.2.13 Fras. Tenere, avere matrimonio; essere in matrimonio; essere accompagnato in matrimonio: essere coniugato, essere legato in matrimonio. Fras. Tenere il matrimonio (di qno): [rif. in partic. ad una donna:] essere la moglie di.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 396, pag. 251: De quii k'i in matremonio sí parla san Mathé.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 15, proemio, pag. 283.34: E puote l'uomo fare in lussuria in due principali modi [[...]] Lo primo modo puote avere otto diferenze [[...]] la IIJ è appellata avolterio tra coloro, che sono in matrimonio...

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Malco, cap. 1, pag. 191.4: Tiemmi dunque per compagna di pudicizia, e più ama l'anima mia che lo corpo. Leggiermente faremo credere a' nostri signori che tegnamo matrimonio...

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 3, pag. 86.17: O Andromaca del buono Ector, tieni tu el matrimonio di Pirro? || Cfr. Aen., III, 319: «Pyrrhin conubia servas?».

[5] Stat. palerm., 1343, cap. 7, pag. 16.19: e cui matrimoniu non avissi, diia viviri hunestamenti, senza piccatu e fituri di luxuria.

[6] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen. 26, vol. 1, pag. 131.11: Ed in verità egli temeva di confessare ch'ella fosse accompagnata a lui in matrimonio... || Cfr. Gn. 26.7: «Timuerat enim confiteri quod sibi esset sociata coniugio...».

1.2.14 Fras. Usare (il) matrimonio: unirsi sessualmente. Fras. Usare l'altrui matrimono: avere una relazione extraconiugale.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 13 rubr., pag. 146.6: Nel quale insegna ch'elli non si conviene né ai re né ai prenzi ned a nessuno altro uomo, ch'ellino usino il matrimonio in troppo giovano tempo.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 43.369, pag. 168: «Meser, si 'l matremonio sì s'usa / con la temperanza che è vertute, / la sua alma non sirà confusa, / e camperà de molte rei cadute».

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 4, pag. 232.26: Anna dice: O serocchia, più amata da me che la vita! e consola e confortala ch'ella usi matrimonio...

[4] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 8, gl. g, pag. 6.5: Sussessori sono quelli che per inganno o per ingegno corrompono e usano gl'altrui matrimonij e intendesi ne l'uomo e nella femina.

[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 67.2: Et in tal modu Anna confortava l'animu di Dido inflamatu d'amuri et cunsiglavali ki usassi matrimoniu...

[6] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 10, 48.1, pag. 136: usar potremo insieme el matrimonio / senza peccato, ché l'ordinò Cristo...

[7] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ec 9, vol. 6, pag. 38.3: [9] Usa adunque il matrimonio con mogliata, la quale tu ami, per tutto il tempo della tua vita del tuo mutamento... || Cfr. Ecl 9.9: «Perfruere vita cum uxore quam diligis...».

1.3 Letto nuziale.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 35.1: Giove avea veduta Io tornante da Inaco suo padre, e avea detto: o vergine degna di Giove, e che farai beato non soe cui del tuo matrimonio, vae all'ombre di questi boschi... || Cfr. Ov., Met., I, 590: «O virgo Iove digna tuoque beatum nescio quem factura toro...».

1.4 Istituzione regolata da determinate leggi, doveri e facoltà nell'ambito morale e giuridico; condizione sociale, stato civile. Locuz. nom. Stato di matrimonio.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 7, pag. 137.9: La prima ragione si è, che 'l matrimonio è ordinato naturalmente che la femmina die essere suggetta all'uomo...

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 96.12: Lo numero di trenta ch'è di dieci e di tre, che tre volte dieci fae trenta, appartiene allo stato di matrimonio, ove l'uomo dee guardare la fede della santa trinitade, e dieci comandamenti...

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 48, vol. 2, pag. 101.30: Lo settimo è lo errore di quelli, li quali le opere delli consigli, e della perfezione pongono, che siano di necessità di salute; delli quali, alquanti, che, come superbissimi, si chiamano, e fanno chiamare Apostoli, non pensano, che salvar si possano le persone in stato di matrimonio, nè quelli, che possedono alcuni beni temporali, come propri.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. V, cap. 21, vol. 1, pag. 201.19: Ma tosto la trestizia succedette a quella allegrezza, quando il contratto matrimonio non annodato si manifestò per lo mancamento dello ingenerare, il quale spezialmente è detto d'essere la volontà del matrimonio...

[5] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), I, st. 22.3, pag. 151: lo matremonio guarda per raxon, / perché l'è stà de salvaçion...

[6] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 8.2, pag. 25: Molto mi giova che la condicione / del matrimonio mostra che vi piaza, / ben che talvolta dubitar mi fazza, / ch'io sento al sì et al no forte ragione.

[7] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 32, pag. 274.9: Questa regina Clitemestra in absencia de lo decto suo marito aveva peccato contra lo matrimonio suo, vyolando lo lecto de lo marito con uno altro che se chamava Egisto. || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., p. 248: «Hec autem Clitemestra in predicti sui mariti absencia matrimonii federis ipsius peccavit in legem».

2 [Relig.] Il settimo sacramento della Chiesa cattolica.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 17, pag. 35.2: E qua' sono essi ?- E io dissi :- Battesmo, Penitenzia, Corpus Domini, Matrimonio, Confermagione, Ordine e Unzione-.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 79, pag. 381.29: contra la concupiscenzia è ordinato il Matrimonio; contra la 'nfermità è ordinata la Cresima, cioè la Confermazione...

[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 10, pag. 627.8: Ancora per questa santa fede dovemo credere reverentemente tutte e sette le sacramenta, le quali sono queste [[...]] il sesto è l'ordine sacramentale; il settimo è il matrimonio.

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 50, vol. 2, pag. 117.5: dico brevemente parlando, che sette sono li Sacramenti della Chiesa, cioè Battesimo, Confermazione, Eucaristia, Penitenza, Estrema unzione, Ordine, e Matrimonio.

3 Unione, congiungimento (reale o spirituale).

[1] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 12, pag. 229.7: E adunque la divina filosofia della divina essenzia, però che in esso non può essere cosa alla sua essenzia aggiunta; ed è nobilissima, però che nobilissima è la essenzia divina; [ed] è in lui per modo perfetto e vero, quasi per etterno matrimonio.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 9, vol. 1, pag. 54.1: La Fede anco comincia il matrimonio fra Dio, e l'anima.

3.1 Unione sessuale, copulazione. Fras. Carnale matrimonio.

[1] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 519.7: Nello regno di Tesaglia delle pertinenze di Romania [[...]] regnava a quel tempo un re giusto e nobile chiamato Pelleo colla sua donna chiamata Tetiden; dello quale matrimonio nacque quel forte e animoso e savio, lo quale fu chiamato Achille.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 204.23: questo assalse il letto della figliuola sua, e i vetati matrimonii...

[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 35, par. 57, pag. 791.23: Questi, di forma grazioso e de' beni giunonichi copioso e chiaro di sangue, prima tentò i miei matrimonii. Li quali da me negatili, non si stette, ma a colui che forse sua figliuola mi reputava, mi dimandò...

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 34, vol. 1, pag. 319.36: e come dice s. Girolamo, il matrimonio riempie la terra, ma la verginità riempie il Paradiso...

[5] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 4, 37, pag. 65.3: 'Lora l'abado, abiando compassione del cavaler, dise: «Va e per tuto questo anno guardate da carnal matrimonio e ogno dì studia de eser a la messa, e da' de la tua sustancia ali poveri...

3.1.1 Fras. Non legittimo, non lecito matrimonio: unione extraconiugale, relazione adulterina.

[1] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, q. 44, pag. 160.11: \D.\ Noxe niente a li fantin si li in nadi de no-licito matrimonio? .Se illi in batezadi zo no noxe niente a loro...

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 24, 121-129, pag. 591, col. 1.9: Sí come a mul, zoè: 'dico naqui da non legittimo matrimonio'...

3.2 [Relig.] Unione mistica tra Cristo glorioso e la Chiesa; tra chi si consacra alla vita religiosa e Dio. Fras. Matrimonio spirituale.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 10, pag. 168.15: ché sechondo che l'anello è sengnio e sanza esso [no] è matrimonio, chosì quelle untioni sono in sollennitate e in sengnio di purità del matrimonio spirituale. Di questo matrimonio dicie l'apostolo «Dispondi e[n]i[m] vos uni viro virginem castam esibere Cristo», 'Io ò disposto voi in verginità e in castità di darvi per isposa a Cristo'.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 51, pag. 162.15: Zoè a dire che lo carnale matrimonio significa lo spiritoale matrimonio dentre Luy Criste e la Giexa. Che i[n]-cossì com l'omo e la femina fi una cossa in la carnal conionctione, in-cossì la Giexa fi una cossa con Criste per lo corpo de Criste...

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 14, pag. 139.5: Sta juvinj, invitata, tantu pir richizi quantu pir eitati, a prindiri lu sicundu maritu [[...]] slissi avanti matrimoniu [spirituali] ca matrimoniu corporali e mundanu, lu quali accumenza cum aligriza e finischi cum plantu.

[4] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 7, pag. 234.16: La quale essendo indotta a rimaritarsi [[...]] essa elesse piuttosto di copularsi e congiungersi a Dio per matrimoniospirituale...

3.2.1 Fras. Consumare glorioso, spirituale matrimonio: unirsi a Dio mediante consacrazione.

[1] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 4, pag. 41, col. 1.3: Alle venerabili spirituali religiose e sancte donne le quali hanno tutta la presente vita al celestiale imperadore Christo Iesu per solempne voto sacrificata cento milia migliaia [[...]] con desiderio di vedervi col nostro eterno triumphale e amoroso sposo Iesu nella superna chamera glorioso matrimonio consumare.

[2] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 4, pag. 44, col. 18.17: La XII si è uno inconsiderabile breve e ferventissimo acto d'amare e spirituale matrimonio con Christo gloriosamente consumato.

3.3 Affinità, legame.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 2, vol. 2, pag. 69.32: 16. Intra di quisti fimini et Theodoru Cinereu ben potti essiri matrimoniu di animusu spiritu...

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 2, pag. 421.14: Intra queste due femine e Teodoro Cireneo poteo essere quasi matrimonio d'animoso spirito, pari in virtude, dissimile in felicitade. || Cfr. Val. Max., VI, 2, ext. 3: «Inter has et Theodorum Cyyrenaeum quasi animosi spiritus coniugium esse potuit, virtute par, felicitate dissimile...».

3.4 [Milit.] Allenza, patto. Fras. Contrarre matrimonio (con qno).

[1] Lett. napol., 1356, 3, pag. 127.14: Lu re da Ragona, essendo in Corte, ave jurato (et) p(ro)misso ancora bone obligacione facte in Curte de papa de p(er) nullo te(m)pu dare aiuto o consillo a li occupatore de l'isula n(ost)ra d(e) Sicilia, né tanto ip(s)o (con)traisse matrimonio cu li occupaturi de l'isula, (et) avimo de zo una papale bulla.

[u.r. 12.03.2018]