NOBILTÀ s.f.

0.1 nobelatate, nobeletà , nobeletate, nobelità , nobelitate, nobeltà , nobeltade, nobeltate, nobiletà , nobiletate, nobilità , nobilitade, nobilitadhe, nobilitadi, nobilitae, nobilitate, nobilitati, nobillitade, nobiltà , nobiltade, nobiltadi, nobiltà-di-cuor, nobiltae, nobiltate.

0.2 DELI 2 s.v. nobile (lat. nobilitas).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.).

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. +1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Anche plur.

0.6 N Nota che un italiano come Sordello, sia pure scrivendo in provenzale, oppone noblesa come 'valore' a gentillesa come 'nobiltà di sangue': «Donx non pot om dir que noblesa / mova de sola gentillesa» 'dunque non si può dire che la nobiltà derivi dal solo lignaggio' (Ensenhamen d'onor, in Sordello, Le Poesie. Nuova ed. crit. ... a c. di M. Boni, Bologna, Palmaverde, 1954, XLIII, 635-6; il testo è all'incirca della metà del sec. XIII). E cfr. l'analoga distinzione «ké le persone non so' d'ugualiança, / de gentileça e de nobilitade» nel Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 27.11, pag. 794.12 (gentilezza 2 [5]).

Voce edita in Studi Carpi, pp. 168-80.

0.7 1 Valore intrinseco per il quale qno o qsa eccelle in assoluto o nel proprio genere; eccellenza, superiorità. 1.1 [Come aspetto particolare:] capacità (di qno, intellettuale e morale), eccellenza (di qsa: dell'ingegno). 1.2 Generosità. 1.3 [Con rif. a città, edificio, manufatto, materiale:] valore (specificabile come decoro, maestosità, importanza, bellezza). 1.4 [Generic.:] eccellenza. 2 Perfezione, adeguatezza di qsa o qno a svolgere la propria funzione; qualità propria di qsa; [filos.] perfezione propria di un essere (attributo della forma opposta alla materia). 3 Valore per il quale qno è degno di essere onorato nella società o di occuparvi una posizione elevata; grandezza, importanza, decoro. 3.1 [Ret.] [Nell'oratoria, nell'epistolografia, nelle dediche: attributo rif. alla persona cui ci si rivolge]. 3.2 Eccellenza quanto a qsa o sotto un particolare punto di vista. 4 Grado sociale, posizione elevata nella scala sociale per nascita e appartenenza familiare (anche, ma non necessariamente connessa con un titolo nobiliare). 4.1 Appartenenza alla classe di coloro che possiedono titoli ereditari, con le prerogative e i privilegi connessi. 5 La classe sociale di coloro che possiedono titoli, prerogative e privilegi trasmissibili ereditariamente; l'insieme di coloro che vi appartengono, o un gruppo di questi. 6 Manifestazione di nobiltà; atto conforme a nobiltà. 6.1 [In partic.:] atti di liberalità.

0.8 Pietro G. Beltrami 10.06.1999.

1 Valore intrinseco per il quale qno o qsa eccelle in assoluto o nel proprio genere; eccellenza, superiorità. || Cfr. gentilezza 5.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 323, pag. 611: Lo Crîator del cielo doi vîe n'à mostradhe, / l'una de bone ovre e de grand nobilitadhe...

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), Son. 17.14, pag. 88: Però lo dico chi ha gentil core / che tegna mente sì com'ella onora / ciascuna gente, c'ha in sé nobiltate.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), 827, pag. 41.13: Ma anzi che llo sponitore vada più innanzi, pensando che lla scienza delle cittadi è parte d'un altro generale che muove di filosofia, sì vuole elli dire un poco che è filosofia, per provare la nobilitade e l'altezza della scienzia di covernare le cittadi.

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 707, pag. 27: Segnor insuperabile, e' preg la toa bontá / Ke 'l nostro sen cativo, la nostra flevretá / No turb ni menüisca la toa nobilitá...

[5] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 12, pag. 15.19: colui è di grande animo che non à per nimici coloro che sono vinti, ma per uomini, acciò che la sua nobiltà possa menimare battaglia, e la sua umiltà generare pace.

[6] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 19, parr. 15-22, pag. 80.16: [par. 18] Questa seconda parte si divide in due; che ne la prima dico di lei quanto da la parte de la nobilitade de la sua anima, narrando alquanto de le sue vertudi effettive che de la sua anima procedeano...

[7] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 9, pag. 117.16: E ssono due cose il meno che considerare dovete e provedere: in dela nobilitate e degnità magnia de esso sonmo bono sementatore, e ['n] dela bonitate e presiositate del seme suo. La nobilità d'esso, e degnità, contare, homo o Angelo, qual pò?

[8] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 3, pag. 43.3: Et avengna ke molte cose de loro se possano dire a vostra utilità e acrescimento de desiderio el quale avete de venire a quella somma nobilità e beatitudine, solo diremo de viij dote de le quali sono dotati li s(an)c(t)i e li omini iusti in vita eterna.

[9] Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.), 12, pag. 102.12: La Roxa e la Viola queste son le flore beade / che insema mo disputano per soe raxon cerchare; / per sostenire soy drigi de grande nobelità / zascuna de loro vole le soe vertù mostrà...

[10] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 41, pag. 150.5: L'altra maniera di leoni sono ingerati da una bestia che ha nome pardo, e questi leoni sono senza velli e senza nobiltà , e sono conti in tra l'altre vili bestie.

[11] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 9, pag. 29.1: Questo cane, quanto che elli non dimenticha li suoi benefactori et è loro molto fedele, sì tti insigna che, da che elli che è animale sença ragione ave cotanta nobilità in sé...

[12] Dante, Convivio, 1304-7, I cap. 5, pag. 21.10: Le quali disposizioni tutte li manca[va]no, se [[questo commento]] latino e non volgare fosse stato, poi che le canzoni sono volgari. Ché, primamente, non era subietto ma sovrano, e per nobilità e per vertù e per bellezza. Per nobilità , perché lo latino è perpetuo e non corruttibile, e lo volgare è non stabile e corruttibile.

[13] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 163.16: La clarità de la bona costumanza e la honesta vita e la capacità dey sen e la nobilità de queste vertù, anz-metant De solament, par podì fi abiude per la lum de scientia, sì com' via e preambol a vegnir sul cognosciment de le colse.

[14] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 7.78, vol. 3, pag. 109: Di tutte queste dote s'avvantaggia / l'umana creatura, e s'una manca, / di sua nobilità convien che caggia.

[15] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 30.20: Come Febo si loda di quattro cose, di ricchezza e di nobiltadi, di potenzia e di sapienza.

[16] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 7, pag. 620.29: Li primi parenti, da' quali è discesa la umana natura, furono fatti alla immagine di Dio con tante nobilità e dignità e grazie...

[17] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 5, pag. 38.20: E possiamo dire, che questa virtù è di grande necessitade, e di grande senno, e sagacità, e di grande utilità, e di grande nobilità .

[18] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 6, ott. 64.5, pag. 440: Furvi altri assai e popoli e contrade, / tanti che ben non gli saprei contare, / sì gli nasconde in sé la lunga etade; / né li vi fece bisogno menare, / ma de' signori il voler nobiltade / ciascun con le sue genti dimostrare, / vaghi d'acquistar fama con onore, / ciascun secondo fosse il suo valore.

[19] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 5, cap. 20, vol. 1, pag. 197.28: Questo Arrigo, morto Tancredi, entrò nel regno di Puglia e molti punì di quegli che con Tancredi s'erano tenuti, e che favore gli aveano dato, e che alla reina Costanzia aveano portata ingiuria, e vergogna aveano fatta contro a la nobilità del suo onore.

[20] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), i. st. 17.6, pag. 150: Lo vivo començò a lagremare, / e de piectà començò a suspirare, / e dise al morto: - Perché non pensaste / a la fin toa? perché non te confesaste / quando eri in toa podestae? / perché celasti la to nobelità / e 'l corpo del Signore non prendiste?

[21] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), Pg. c. 1, pag. 289.22: E questa fu la morte del savio e buon Chatone. Et per sua grande nobiltà l'altore il mette qui portinaio et lucie di questo purghatorio mondano e moderno...

[22] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 147.20: Diceva che tanta era la nobilitate de sio officio, che la penna devea essere d'ariento.

1.1 [Come aspetto particolare:] capacità (di qno, intellettuale e morale), eccellenza (di qsa: dell'ingegno).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 23, pag. 248.22: E ogne omo ha biasmato l'amore, e eo el lodo, emperciò che non è nobilità né maiestria né senno né miraculo a l'adoparazione d'inamorare doi simili, emperciò che la rascione lo vole...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 2.9, vol. 1, pag. 22: O muse, o alto ingegno, or m'aiutate; / o mente che scrivesti ciò ch'io vidi, / qui si parrà la tua nobilitate.

[3] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 4.12, pag. 438: Or si parrà chi ha 'n sé nobilitate, / ch'io veggio Amor visibil che l'adora / e falle reverenza, sì li abella!

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 6, pag. 556.34: ma poi che la nobiltà dello 'ngegno, del quale natura mi dotò, venne crescendo, torsi i piedi dal basso calle...

1.2 Generosità.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 37.17, pag. 130: Allevòvvi la vostra Madre con tanta nobilitade, / E ogni pena le parea niente, / E assai era contenta / Vedendovi in fra quello popolo predicare / La leggie di Dio padre.

1.3 [Con rif. a città, edificio, manufatto, materiale:] valore (specificabile come decoro, maestosità, importanza, bellezza).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 4 bis, pag. 200.18: E fo pensato che quella sutilissima nobilità de vasa, li quali fuoro portati quasi per tutto lo mondo, fosse conceduta da Deo per molti temporali en la detta città per grazia de le nobili contradie e de le mirabile rivere là o' fo posta quella cità...

[2] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 175.8: Gli anbasciadori entrano nella terra per la porta di Cereris e molto si ma[ra]vilgliano della forte grandezza e nobilità della cittade.

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 148, pag. 224.17: Non si potrebbe contare la nobeltà di questo palagio, ché v'à XX sale tutte pare di grandezza, e sono tamante che bene vi mangerebbe agiatamente X.M uomini...

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 23. proemio, pag. 395.21: e però è scritto delli ipocriti: di sopra hanno oro, e nascoso lo[t]o: e in altro luogo: [in] nobilità d'oro, pentola di loto.

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 29, pag. 519.5: 115. Ma quel del Sol ec. A volere, sanza descrivere, mostrare la nobilitade di questo carro, introduce due materiali carri, ed uno favolesco.

[6] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 23, pag. 33.31: La cosa tornò a quello che sembrò il più leggiere, che qualunque volesse sciogliere sè e la sua casa da religione, stimasse la sua preda, e apportasse il pregio della decima parte per fare un ricco dono d'oro, tale quale si convenisse di fare alla nobiltà del tempio... || Cfr. Liv., V, 23, 11: «donum [[...]] dignum amplitudine templi».

[7] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 27, pag. 124.15: et a quistu abati et a tutti li soy subcessuri dedimu eu et mia mugleri Adelaxa et li mey figloli Iofridu et Iordanu tutta la chitati di Cathania cum tutti li pertinentii soy et cum tutti li possessioni et cum tutti li hereditati, li quali la chitati preditta havia, oy havia havutu, secundu la sua nobilitati, in terra et in mari...

[8] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 29.79, pag. 173: La nobiltà di Pisa e la gran possa / sì cadde in questi tempi a la Melora, / che convenne rifar di gente grossa.

[9] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 4, pag. 38.9: E avendogli il gientile huomo mostrato tutto il palatio e veduto la nobiltà delle chamere e sale e giardini, alfine il condusse in una chamera bellissima e molto reale...

1.3.1 Ciò che possiede tale qualità.

[1] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 153, vol. 2, pag. 13.5: La detta città si è copiosa di tutte nobilità , e di tutte gioie, che ivi altri non potrebbe adomandare cosa, ivi nolla trovasse...

[2] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 235.4: Come San Brandano truova Enoc Elia e parla con loro nello Paradiso terresto. Così veggen[do] [qu]este nobilità ed eglino truovano Enoc e Elia e assai altri santi e' quali andavano di qua e di là sollazandosi a due e tre insieme ragionando l'uno co ll'altro...

1.4 [Generic.:] eccellenza.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 39, vol. 2, pag. 62.13: che più di XXXm cittadini avea nella cittade, [[scil. Firenze]] e più di LXXm distrittuali d'arme avea in contado, e di nobilità di buona cavalleria e di franco popolo e di ricchezze grandi, signoreggiando quasi tutta Toscana...

2 Perfezione, adeguatezza di qsa o qno a svolgere la propria funzione; qualità propria di qsa; [filos.] perfezione propria di un essere (attributo della forma opposta alla materia). || Cfr. gentilezza 6.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 2, cap. 2.33, pag. 147.18: E questa operazione diversa fa la nobelità del cielo e la sua intelligenzia, emperciò ch'elli ha en sé de fare diverse e variate cose de la mistione de li elementi...

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 23, pag. 246.28: E considerando noi e·lla disposizione del mondo, trovamolo sì desposto, ch'elli fa tutta la sua operazione variata; e questo fo per magiure nobilità e per magiure operazione, e a ciò che una cosa fosse conosciuta per l'altra...

[3] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 26, pag. 145.27: ma conciossiacosachè questa parte che qui della cavalleria si contiene, sia ita innanzi, e cresciuta per molta usanza, e generazione d'armi, e nobiltade de' cavalli, de' libri estimo che più cogliere non se ne possa, conciossiacosachè basti la presente dottrina.

[4] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 1, pag. 50.12: E de questa opinione fue el maestro ke fece el libro el quale presi ad esponere in vulgare, lo quale pone la nobilità de la forma, la sotilità de la materia, l'ornamento de la figura e 'l continuo movimento per lo quale se manifesta la sua continua vita...

[5] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 4, cap. 4, pag. 65.9: e indurano alquanto queste gocciole della rugiada, ciascuna secondo che le sono, non tanto ch'elle sian compiute di fermezza; poi quando sono cavate di queste conchille, elle indurano, e queste sono quelle che l'uomo chiama perle, le quali son pietre di grande nobiltà , e specialmente in medicina.

[6] Dante, Convivio, 1304-7, II cap. 7, pag. 97.17: Ad evidenzia dunque della sentenza della prima divisione, è da sapere che le cose deono essere denominate dall'ultima nobilitade della loro forma...

[7] Gl Dante, Convivio, 1304-7, IV cap. 16, pag. 366.6: Dico adunque che, se volemo riguardo avere alla comune consuetudine di parlare, per questo vocabulo 'nobilitade' s'intende 'perfezione di propia natura in ciascuna cosa'.

[8] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, q. 15, pag. 92.2: Vonde Deo no è più antigo ka la creatura de tempo, ma Ell'è più antigo per divinità e nobilità .

[9] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 42, vol. 2, pag. 63.26: dico, che l'anima nostra ha sette similitudini con Dio [[...]] è una in sostanza, e terna in potenze, e per questo dee conoscere la sua nobilità in ciò, che rappresenta la santissima Trinità...

[10] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 27, pag. 116.19: Chi semina il seme delle pere, convien che nasca; e per natura si ritorna alla schiatta del suo primo nascimento. Ma aspettar questo è lunga mena agli uomini, perocchè tardi viene, e discende dalla sua nobiltade. || Cfr. Palladio, Op. Agr., III, 25, 2: «et de generis nobilitate decedant».

[11] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 20 ch., pag. 265.19: E che il corpo celestiale muova il mare, questo adiviene per la nobilitade del corpo celestiale, imperciò ch'elli è movitore e cagione delle cose disotto.

3 Valore per il quale qno è degno di essere onorato nella società o di occuparvi una posizione elevata; grandezza, importanza, decoro. || Cfr. gentilezza 1.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 27.11, pag. 794: Se tu muori per Lui, frate, non basta: / ké le persone non so' d'ugualiança, / de gentileça e de nobilitade.

[2] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 49, pag. 69.22: Quele cose, le quale l'omo de' cerchar in la femna k'el de' tor, si è queste: ka perciò [k'] ello la tol sì como en compagnia, de' 'l cerchar de aver nobilitade simel de si e ke ella sia ben accostumada...

[3] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 2027, pag. 102: Et ancora li prexe a retrar / La nobiltà del baron, / Como lo iera stado savio e bon, / La çentilixia e lla francheça, / Ch'el ave in Roma, e l'alteça...

[4] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 16, 115-129, pag. 322, col. 2.6: Tre vecchi ... Meser Corado da Pallaço da Bressa, lo qual fo cortese e curiale persona e pieno d'omne nobelità ...

[5] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), Rubr. 60, pag. 141.24: E, perchè Elettra fu radice de' troiani, de' quali uscitteno poi e disceseno li romani, e perciò Dante nel quarto canto della prima cantica della sua commedia, dove parla della nobilità antica delli antichi iusti li pone in capo di verga dicendo...

[6] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), prologo, pag. 2.7: e, se intra tanti autori i quali hanno scritto di questa medesima materia il mio nome sarà di piccolo pregio, io mi conforterò nella grandezza e nella nobilità di coloro che avanzeranno la mia nominanza. || Cfr. Liv., Praefatio, 3: «nobilitate ac magnitudine».

[7] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 26, pag. 97.1: re non può essere, s'egli dee durare sanza dama: e io già, per mia voglia, non ne prenderei già mai niuna, se io non ne prendessi una la quale per voi, e ancora per altrui, m'è stata tanta lodata di bellezze e di nobilitadi.

[8] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 10, pag. 40.21: Et incontinenti sindi partiu et andausindi in Calabria per prindiri kista donna disiata per la sua bellicza et nobilitati.

[9] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 38, pag. 272.32: Nobiltà nacque di buoni costumi e da prodezza d'uomo e da radice di cortesia. E qui fa quistione a cui si dee più credere tra al cuore o alla volontà, e assolve che si dee credere al cuore, e apresso si pruova nobilità per gl'antichi vatvasori.

[10] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 21.98, pag. 150: Or sì com'albor secco, che non frutta, / ti dico che rimase la gran pianta / di Carlo senza reda, isfatta e strutta. / Oh, mondo cieco, dove andò cotanta / nobilità in così poco tempo?

[11] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 23.8: non bellezza, non ornamento di corpo, non ricchezza, ma sola fu prodezza di costumi quella che prima li uomini per nobiltà conoscere fece e nelle generazioni indusse differenza.

[12] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 54.35: Laumedonta, signore de chisto riamme, avene facta una grande vergogna, che senza offensa nulla ave commandato e volutone cazare da la terra sua, inde la quale, se avesse voluto monstrare la soa nobeletate riale, deppenenze plu toste fare honore.

- [In opposizione con l'effettiva posizione sociale].

[13] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 301.9, pag. 351: La nobiltà mal si confà col soldo, / perch'è contrario a l'animo gentile / di lunge come re da manigoldo...

3.1 [Ret.] [Nell'oratoria, nell'epistolografia, nelle dediche: attributo rif. alla persona cui ci si rivolge]. || Cfr. gentilezza 1.1.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 19(74).5, pag. 243.24: Usança lo vole, ma cu(r)tisia no rechere p(re)gi fare p(er) essere audito; (e) i(n)p(er)çò ne vogli audire çença p(re)go la vostra nobilità .

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, Prologo, pag. 2.4: Dunque conciosiacosaché la vostra gloriosa nobilità abbia richiesto amichevolmente ch'io facesse un libro, che insegnasse i re e' príncipi a governare loro e 'l loro popolo...

[3] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), Canz. 53.74, pag. 184: La speme e lo disio / che sì fedel vi porto, / per la temenza ch'ave / ciò c'ha di voglia non sa proferere: / ma di voi tiene in fio / quant'ha gioia e conforto, / né di sua pena grave / non fa mostranza, tant'ave disire: / però de' provedere / vostra nobilità ver' la mia cera...

[4] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pag. 6.2: Innella prima parte del tractato vediamo de le cose sopracelestiali, de le quali tre cose la vostra nobelità me dimandò: inprima, de Dio; secondo, de li angeli; tertio, de li corpora beati.

[5] Doc. lucch., 1336, (1336) lettera 2, pag. 306.27: Ringratiando la vostra nobilità di quello che in ciò facto avete, quanto possiamo; e sperando che per voi, in quelle cose che dicte sono, sollicitamente si adoprerà quello che si converrà.

[6] Doc. fior., 1311-50, 59 (1349), pag. 661.13: E de' rimanente, a richesta del detto vostro Ambasciadore, quantunque di sì picchola cosa non dovesse aver chesto indugio, vi facciamo termine uno mese proximo infra 'l quale preghiamo la nobilità vostra che vi piaccia, per honore vostro, mandarci il resto del detto legato al nostro Comune...

3.2 Eccellenza quanto a qsa o sotto un particolare punto di vista. || Cfr. gentilezza 1.2.

[1] Sommetta, 1284-87 (fior.), pag. 196.8: Al suo karissimo padre vel çio vel frate vel nipote vel amico vel consanguineo A., P. salute, come dice di sopra de gradi de parenti od amici, con nobilità di sciençia, con militare di sciençia, con perfecta compagnia di sciençia...

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 79.2, pag. 160: Madonna Oziosa venne la primiera / Con Nobiltà-di-Cuor e con Ric[c]hezza: / Franchigia, Cortesia, Pietà, Larghez[z]a, / Ardimento e Onor, ciaschedun v'era.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 7, vol. 1, pag. 133.2: Per la quali confidencia et nobilitati d'animu, issu Cato fici que li soy jnimici non lu persecutaru da poy.

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 41, pag. 600.12: A voi dovria bastare seguire di Saturno la dottrina, sanza volere di Marte usurpare l'uficio, però che in voi né nobiltà di cuore, né ordine, né senno, né arme non dimora.

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 17, pag. 315.26: In ciascuno di costoro avea altrettanto di nobiltà di cuore e di senno, come in Alessandro... || Cfr. Liv., IX, 17, 10: «Horum in quolibet cum indoles eadem quae in Alexandro erat animi ingeniique...».

[6] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 23, pag. 166.4: Italia fu primamente chiamata la grande Grecia per nobiltà di costumi e di gente, poi per Saturno fu chiamata Saturnina, però che Saturno insegnò di prima in questi paesi la terra lavorare e seminare...

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I. 10, pag. 66.11: acciò che per voi non si possa quello proverbio intendere che comunemente si dice per tutto, cioè che le femine in ogni cosa sempre pigliano il peggio, questa ultima novella di quelle d'oggi, la quale a me tocca di dover dire, voglio ve ne renda ammaestrate, acciò che, come per nobiltà d'animo dall'altre divise siete, così ancora per eccellenzia di costumi separate dall'altre vi dimostriate.

[8] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 13.21: Effetto dello amore si è che 'l vero amadore di nessuna avarizia può esser tenebroso: quello ch'è disconcio e disadorno, amore lo fa chiaro d'adornezze; quello che è di nazione basso, amore lo fa ricco di nobiltà di costumi...

- [In partic., per ragioni genealogiche].

[9] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 16.1, vol. 3, pag. 257: O poca nostra nobiltà di sangue, / se glorïar di te la gente fai / qua giù dove l'affetto nostro langue, / mirabil cosa non mi sarà mai...

[10] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 23, pag. 63.24: Ma soli intraveniri ad alcunj pirsunj, ky la nobilitate de parentatu è acasunj de vilitati de menti; kì li pirsunj nobilj multi fiati si reputanu multu, et pocu si dispreczanu pir humilitati, pensandu loru nobilitate.

[11] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c· 33.1, pag. 146.1: "La nobiltà del sangue altri a costei / domanda, come se veracemente / sì fatto don procedesse da lei.

[12] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 26, pag. 140.10: Ma como sole in alquanti la nobilitae de la carne inçenerà' innobilitae de mente, in ço che no se vorem in questo mundo despresià' perfetamenti recordandose d'alcunna gentileça per la qua li par esse' maor che li atri, le dite done no aveam ancora perfetamenti refrenâ la lengua.

4 Grado sociale, posizione elevata nella scala sociale per nascita e appartenenza familiare (anche, ma non necessariamente connessa con un titolo nobiliare). || Cfr. gentilezza 2.

[1] Disciplina Clericalis, XIII ex. (fior.), pag. 80.8: ma quelli ke ssi vergogna d'inparare d'altrui, molto si de vergongnare quand'ègli adimandato; ma quelli è savio k'apara e ritiene; quelli che nnon à savere poco li giova nobilità .

[2] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 2070, pag. 103: Quando li ave tuto dito, / Li villany a ben oldito / La nobilità e lla grandeça / Del çentil homo e lla prodeça, / Lo senno e lla descriçion / E lla mayniera e lla caxon, / Perché lo iera de Roma insido.

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 120, pag. 398.32: Neuna cosa mi pare buona, la qual si può male usare. Tu vedi bene, che molti uomini usano male le ricchezze, e la forza, e la nobilità .

[4] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 19, pag. 153.22: avvegnaché [[Antonio]] non fosse nominato né per nobiltà , né per altro rispetto mondano, per sola la sua santitade per tutto il mondo è onorato e nominato.

[5] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 84.2: In queste, dunque, e cotali altre cose si versa la intenzione degli atti e de' desiderii umani: come nobilitade e favor di popolo, che par concedere alcuna chiarezza...

[6] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 455.30: Nè non ti dei conpungere della perdizione del tuo marito, perciò ch'egli non è simigliante alla mia nobilità , nè pari nella grandezza, nè eguale nel fervore de l'amare...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 2, vol. 1, pag. 110.6: Issu medemmi Octiu constrinsi per dritta forza Piressu, qui era suvranu di tutti li celtiberi et de nobilitati et de furtiza, qui illu avia riquestu di batalya, que issu Piresu se tinni per vinchutu...

[8] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 40, vol. 2, pag. 39.6: ottimamente rispose un filosofo ad un nobile, e rio uomo, che si gloriava contra lui di sua nobiltà , e dissegli così: Tu per la tua mala vita hai vituperato il tuo sangue, e il tuo parentado; ed io per contrario per la buona vita incomincio ad ingentilire tutta la mia schiatta...

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 130, vol. 3, pag. 252.1: E meser Mastino vi mandò uno suo figliuolo bastardo con LX stadichi gentili uomini di Verona e di Vincenza e del suo distretto, o loro figliuoli. Ma non comparivano in Ferrara apo i Fiorentini d'assai di nobiltà e d'orrevolezza.

[10] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 193, pag. 718.32: Che mi giova che il mio avolo hae intorneata la fronte d'aguti raggi di sole, il quale muove col porporino carro il tepido die? La nobilitade sogiace sotto l'amore; abbi misericordia de' miei magiori, e se tu non vuoli perdonare e concedere a· mme, perdona e concedi alli miei.

[11] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), son. 31.1, pag. 576: Ligiadra donna, nobeltà e ricchezza / quant'è maggiure e più fa sé parere, / più vole en sé d'umilitate avere / e più longiar da sé dé' sempre asprezza...

[12] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 10, cap. 8, pag. 381.35: Continuamente abbiamo udito dire, che gli auspicii sono verso voi; e che voi soli avete lignaggio e nobiltà , e giusto imperio. || Cfr. Liv., X, 8, 9: «vos solos gentem habere, vos solos iustum imperium».

[13] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 914, pag. 59: O misera, dolente, chomo io chado / del lato destro nel lato sinistro, / e de nobilitate in baso grado.

[14] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 23.28: Simile diciamo ne' maschi, salvo che 'l maschio, giunto alla nobile o non nobile femmina, ordine non muta: la femmina, giunta al marito, secondo l'ordine del marito nobile, muta. Nobiltà di maschio per congiunzione di femmina non si può mutare.

[15] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 24, pag. 210.28: e, se lassammo qua Helena non recoperandola, no ne deve troppo forte parere, concessa de cosa che nuy avimmo in Grecia la soro de lo re Priamo Exiona, de la quale Helena non èy meglyore de nobelatate".

- [Rif. esplicitamente alla stirpe, famiglia, discendenza].

[16] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 16, pag. 210.18: L'una si è secondo verità, la quale l'uomo chiama gentilezza di costumi e di virtù. L'altra si è secondo la credenza del popolo, che l'uomo chiama nobiltà di lignaggio.

[17] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 7, cap. 20, pag. 224.20: e Pompeio uscì de la barca, e pigliolla infra le sue braccia, e diceale dolci e pietose parole, e contiava lo gran lignaggio del parentado di Cornilla e la nobiltà di suo lignaggio...

[18] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 2, pag. 99.14: E prima muovendogli guerra gl'incominciò a mettere pensieri importuni delle ricchezze, che avea lasciate, e della sorella, ch'era rimasa, e della nobiltà di sua schiatta...

[19] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 7.19: E scriverò in istilo assai umile e leggiero, però che più alto nol mi presta lo 'ngegno, e nel nostro fiorentino idioma, acciò che da quello che egli usò nella maggior parte delle sue opere non discordi, quelle cose le quali esso di sé onestamente tacette: cioè la nobiltà della sua origine, la vita, gli studii, i costumi...

[20] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II. 3, pag. 90.33: E così disposta venendo, Idio, il quale solo ottimamente conosce ciò che fa mestiere a ciascuno, credo per la sua misericordia colui che a Lui piacea che mio marito fosse mi pose avanti agli occhi: e quel fu questo giovane" e mostrò Allessandro "il quale voi qui appresso di me vedete, li cui costumi e il cui valore son degni di qualunque gran donna, quantunque forse la nobiltà del suo sangue non sia così chiara come è la reale.

4.1 Appartenenza alla classe di coloro che possiedono titoli ereditari, con le prerogative e i privilegi connessi.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 26, pag. 324.4: Vole Dio che rei e baroni siano grandi sovra la terra: reggeno el mondo e necessari sono, e ppono essere grandi e, como grandi, vivere orratamente in tutto quanto chere nobelità ; ma tutta lor grandessa è in core humel benigno, ch'è ['n] cose onne e ssé sonmettere e retenere sotto podere e piacere del Signor loro.

[2] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 141, par. 12, vol. 2, pag. 514.9: Anchora el scendeco del comuno, el quale se ordenerà per lo comuno ad alocare egl lavorecce e el terreno del comuno de Peroscia en lo Chiusce, sia tenuto precisamente, enfra l'altre cose pertenente al suo ofitio, locare a buone e convenevegle lavoratore, egl quagle siano fuor de onne sospitione de nobeletà e de potentia, né siano de le fameglle loro, né d'alcuno de loro, le terre e le posessione del comuno de Peroscia del Chiusce...

[3] Paolino Pieri, Merlino (ed. Sanesi), XIV pm. (fior.), pag. 58.13: Ora a quello convito ebbe uno cavaliere il quale era molto gentile uomo e facea molto bene per cortesia e perciò era rimaso povero: e avea nome Riccardo ed era chiamato il conte per nobiltà , ma non che avesse mai avuto contado.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 134, pag. 515.11: imperò ch'egli [[lo re Amoroldo d'Irlanda]] era allora i' grande possanza; ch'egli era re d'Irlanda e d'Igrie, ed era conte i' Bramat, ed era duge d'Aquitanie, ed era principe di Gales, ed era sire di Londres, della maggiore città del mondo; e signoreggiava grande parte dell'Inghilterra: e in tutta questa nobilità era salito per l'aiuto di messer Tristano.

[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 162.22: De questo Martino feci menzione sopra della galea sorrenata. Questo fu signore dello castiello de Puorto. Soa vita era venuta a tirannia. Soa nobilitate bruttava per tirannie, latronie.

4.1.1 Posizione nella gerarchia di tale classe.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 3, 109-120, pag. 80, col. 2.8: In processo de tempo avenne che l'imperadore Federigo avea solo un figliol legittimo, lo quale ave nome lo re Corado, e vogliendolo acompagnare matrimonialmente fe' cercare e invignire della maore nobeltà che trovare se potesse; infino sì cercono e trovon che la casa de Baviera era quello ch'el cercava...

5 La classe sociale di coloro che possiedono titoli, prerogative e privilegi trasmissibili ereditariamente; l'insieme di coloro che vi appartengono, o un gruppo di questi. || Cfr. gentilezza 3.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 60, pag. 256.17: "Messere, quand'io presi arme il giorno del vostro coronamento, in quel giorno grande quantitade de' migliori cavalieri del mondo portarono arme: onde io per amore di voi volendo in tutto lasciare il mondo e vestirmi di drappi di religione, piaccia a voi di donarmi una nobile grazia, cioè che un torniamento feggia, là ove s'armi la nobiltà de' cavalieri, sì che lle mie armi si lascino in così grande festa com'elle si presero".

[2] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), 53, pag. 33.3: Gneo Flavio, generato di libertino padre, essendo notaio e facto edile curule, con grande indegnatione della nobiltae manifestoe li Fasti e quasi a tutta la corte gli dispuose, onde, quand'elli venne a vedere il suo compagno ch'era infermo, non gli fue facto luogo da' gentili uomini, de' quali era piena la camera, e però elli comandoe che·lli fosse recata la sua sedia curule e ivi sopra essa tra loro sedette, a un'ora vendicatore del suo onore e del suo dispregio.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 43.32: Eciandeu li patruni di quilli sohanni, li quali Semproniu Graccu avia infrankuti per la nobili victoria la quali issu avia facta a Beneventu, se suprasittiru di adimandar la munita da lu imperaduri. Eciandeu intra li tendi di li exerciti nì homu a cavallu nì centuriuni jamay non adimandau soldi. Li masculi et li fimini tuttu quantu appiru d'auru et d'argentu intra li grandizi di la piatusa nobilitati miseru a sustiniri la difficultati di lu tempu.

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 3, terz. 14, vol. 1, pag. 29.21: Al cui tempo dirò di grado in grado / le schiatte, che Fiorenza avien fiorita / di nobiltà , legnaggio, e parentado.

[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 42.1: Stava missore Mastino in capo della sala, più aito che tutta l'aitra baronia, servuto a tavola como re. Tutta soa nobilitate de corte vedeva.

6 Manifestazione di nobiltà; atto conforme a nobiltà. || Cfr. gentilezza 4.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 4, pag. 82.30: E vediamo quale gente debia venire e·llo regno deppo' li cavalieri armati; e secondo via de rascione, deppo' li cavalieri armati dea venire lo signore del regname, come lo ree; emperciò che quando lo ree vole andare da uno regno ad un altro, per rascione dea mandare uno capetano enanti cum cavalieri armati per più nobiltà e per più fortezza, per prèndare li malfattori e per asigurare la via e·llo regname; adonqua dea venire per rascione lo ree e·llo regname deppo' li cavalieri armati.

[2] Sonn. ann. Vat.Lat. 3793, XIII/XIV (tosc.), Madonna, poi m' avete, 4.12, pag. 36.12: Ma fate tanta di nobilitate: / rendetemi lo core in cortesia, / e poi l'amore in tutto mi vietate.

[3] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.213, pag. 758.29: De ben far festa e covïar / e tener corte e bagordar, / nobilitae e tuto honor, / mai no ne visti par de lor.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 22, pag. 81.25: E appresso, egli si partì tanto celato, che niuno non potèe sapere di suo convenente: e questo si è uno degli grandi dolori e grandi malinconie che noi abbiamo, a non potere invenire nè sapere chie sia lo cavaliere che tanta nobilità di prodezza à fatta - .

[5] Novelle Panciatich., XIV m. (fior.), 148, pag. 180.30: La Reina piue volte li fece rachontare, et già non si potea saziare d'udire le nobilità et le chortesìe del Giovane Re d'Inghilterra, et molto i' lodava sì chom'elli era il più cortese segnore del mondo.

[6] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 8, pag. 453.14: Ecco un' altra nobilità et un altro furore, ma simile esemplo di fede. Pindaro, novellamente di servo fatto libero da Cassio, il suo signore vinto nella battaglia di Tessaglia, per comandamento fatto a lui, uccise, et il tolse da lo insulto de' nemici, e sè per volontaria morte tolse dal cospetto de li uomeni, in tal modo che il corpo del morto non si trovasse.

[7] A. Pucci, Bruto di Brett., a. 1388 (fior.), ott. 38.4, pag. 210: E Bruto arditamente per la scala / montò, pensando di tal novitade; / e, quando giunse in su la mastra sala / e vide il re con tanta nobiltade, / con riverenza inginocchiando cala / e salutollo con benignitade.

6.1 [In partic.:] atti di liberalità.

[1] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), i. st. 13.5, pag. 149: Alora dise lo vivo de prexente, / sença paura non tardò niente: / - Tu non me pare quelo nobile compagno / che cossì speso stavane in uno ba[g]no; / la nobilità che tu solive fare, / e li grandi coredi e robe donare; / mostrando le to bele fateçe, / a tuta çente mostrave çentileçe.

[u.r. 18.04.2007]