0.1 ostro.
0.2 DEI s.v. ostro 2 (lat. ostrum).
0.3 Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?): 1.
0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?); Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.).
0.6 N Cfr. Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 11, 29.2, pag. 613.2: [in ostro tirio]: è un pesce del cui sangue si tingono i drappi.
Doc. esaustiva.
0.7 1 Porpora estratta da conchiglie, con cui venivano colorate stoffe e indumenti preziosi.
0.8 Roberto Leporatti 31.10.2000.
1 Porpora estratta da conchiglie, con cui venivano colorate stoffe e indumenti preziosi.
[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, ott. 29.2, pag. 613: Poi fu la sommità di quella pira / d'un drappo in ostro tirio con oro / tinto coperto, a veder cosa mira / sì per valore e sì per lo lavoro...
[2] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.379, pag. 60: Vedeva Leucotoe vestita d'ostro, / che 'l sole amò, e Clizia trasmutarsi / come di loro Ovidio fa dimostro.
[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 347.4, pag. 430: Donna che lieta col Principio nostro / ti stai, come tua vita alma rechiede, / assisa in alta et glorïosa sede, / et d'altro ornata che di perle o d'ostro...
[4] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 161.4, pag. 163: Egli è ben segno che gentil dimmostro / vi mostra con vertù da ogni canto, / e che v'adorna il vostro ingegno, quanto / sella di re mai adornasse ostro.
[u.r. 08.02.2007]