0.1 paltone, paltoni.
0.2 Da paltoniere.
0.3 Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.): 1.
0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Decameron, c. 1370.
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.).
0.6 A Doc. sen., 1235: Martino Paltone; Doc. sang., 1236 (2): Paltone Melliora(n)ze.
N Sulla base di REW 6164 *palito 'vagabondo' (da palari, ma per paltoniere; anche per REW paltone è una retroformazione), però non accettato da FEW 16, 616, l'esistenza degli antroponimi Palto e Palti (Doc. fior., 1272-78, Doc. sen., 1277-82, Doc. fior., 1296-1305), derivabili regolarmente dal nominativo, potrebbe far pensare a una regolare continuazione diretta in italiano dell'accusativo *palitonem. Data l'incertezza dell'etimo ricostruito da REW, si può però pensare che tali antrop. siano ipocoristici dal tipo Paltonieri: cfr. per casi analoghi Mompi per Mompillieri, GDT, p. 419 con bibliografia, e qui paltoniere.
Doc. esaustiva.
0.8 Sara Alloatti 17.12.1998.
[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 11.38, pag. 98: Lo ceston sì sta fornito: / fette de lo dì transito, / cepolla per appetito; / nobel tasca de paltone.
[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II. 8., pag. 145.8: E pervenuti poveramente vestiti in Londra, a guisa che far veggiamo a questi paltoni franceschi, si diedero a andar la limosina adomandando.
[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 34.24, pag. 121: O amore appropriato, bastardo, spurione, / privato de rascione dal Patre onnipotente: / regno celestiale, la reale nazione, / non se confà al paltone, ché 'l suo uso è pezente.
[u.r. 23.05.2007]