SPOSERECCIO agg.

0.1 sposereccia, sposereccio.

0.2 Da sposo o sposa, con infisso ‑ar‑/‑er‑.

0.3 Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.): 1.

0.4 Att. solo in Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Lo stesso che matrimoniale.

0.8 Pär Larson 08.09.1998.

1 Lo stesso che matrimoniale.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Briseida, pag. 23.9: Avvegnaddio ch'io serva fossi chiamata nel tuo sposereccio letto spesse volte, mai non me ne gloriai come tua moglie. Ben mi ricorda che alcuna schiava mi chiamava tua donna. Allora diss'io: Al servigio aggiugni gravezza. || Cfr. Ov., Her., III, 99-100: «Nec tamen indignor nec me pro coniuge gessi / Saepius in domini serva vocata torum.».

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Aconzio, pag. 198.8: lo tempio di Diana sarà dipinto del sangue del promesso sagrificio, e saravvi offerta una simigliante mela d'oro per imagine della avventurata mela del nostro maritaggio; nella quale sarae scritta la nostra sposereccia cagione per due versi, li quali diranno così: Aconzio fa manifesto per la imagine di questo pomo, che le cose, che dentro vi furono scritte, furono ordinate per volontà divina.

[u.r. 21.03.2007]