VENDERECCIO agg./s.m.

0.1 vendarecce, vendareccie, vendareccio, vendarecio, venderecce, vendereccia, vendereccio.

0.2 Da vendere.

0.3 Doc. aret., 1240: 1.

0.4 In testi tosc.: Doc. aret., 1240; Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Stat. sen., 1301-1303.

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

0.6 N Già in doc. lucch. del 1015 si stabilisce che per una certa quantità di vino venga usata la misura «corrente misuratoria quale vendariccia in ipso loco percurrit»: cfr. GDT, p. 687.

0.7 1 Che si vende, destinato alla vendita. 1.1 Sost. Grano destinato alla vendita. 2 Che si può vendere, vendibile. 3 Che vende, che vive di commercio. 4 Fig. Corrotto.

0.8 Pär Larson 17.09.1998.

1 Che si vende, destinato alla vendita.

[1] Doc. aret., 1240, pag. 160.1: Questo sì ène el ficto el quale noi recolliemo en Quarata (e) en Galogniano. [[...]] Masaia de Bene(n)tende j sta. de gr(ano). Savia del Mancino vij sta. de gr(ano) vendareccio. Burnecto de Spilliagrano xiij st.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 6, pag. 365.23: tanta era la loro non domata fiertade, che i mercatanti in quello tempo allora non lasciavano andare con vino, o con cotali cose venderecce, per le quali pigliando l'uomo sollazzo si toglie vigore di virtude...

[3] Stat. sen., 1301-1303, pag. 29.4: D'ogne soma di pane vendareccio che entra dentro, J denaio.

[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 123, vol. 2, pag. 288.27: neuna treccola, o vero altra persona, riponga o vero tenga alcune follia, le quali si vendano, in alcuna bottiga d'alcuno barbiere; et che neuno barbiere patisca che ne la sua bottiga si ripongano o vero si tengano alcune follia vendarecce; et chi contrafarà sia punito per ciascuna volta in XX soldi di denari senesi.

[5] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 2, pag. 149.13: con tutte le forze della sua signoria si sforzò di rivocare la disciplina della prima milizia. E non prese ciascuna parte per sè, ma tutta la disciplina recoe incontanente in suo stato. Però incontanente rimosse del campo li tavernieri, e contradisse che il cibo vendereccio non fusse messo innanzi.

[6] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 90, par. 2, vol. 2, pag. 445.20: Ma el valore de pane vendereccio, cioè se 'l pane sia da fare per uno denaio overo doie, remanga en providentia de la podestà e del capetanio...

- Fig.

[7] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 11. proemio, pag. 172.21: La V, considerazione della viltade della vanagloria, che appare: dice, ch'ella è vendereccia; la qual cosa dimostra il Signore nello Evangelio di santo Matteo, capitolo XXV, dove si legge: «Nè forsi non basti a voi, ed a noi, andate anzi a coloro che 'l vendono» ec.

[8] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 21.10, pag. 321.31: Lo spettacolo gladiatorio non fu di quella generazione d'uomini, della quale usanza è de' lanisti di preparargli, cioè di servi e di liberti, i quali hanno il sangue vendereccio. Volontaria e di grado fu tutta l'opera de' combattenti...

1.1 Sost. Grano destinato alla vendita.

[1] Doc. aret., 1240, pag. 160.34: Anco Martuccio j sta. ve(n)dareccio. Befolco lx sta. ve(n)dareccio p(er) lo molino. Filioli de Rogieri xj sta. al ficto.

2 Che si può vendere, vendibile.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 42.21: Grano da Maocastro è appresso all'Asilo e va quasi a uno pregio benchè quello dell'Asilo non sia migliore - pure è più vendereccio e conservasi meglio a navicarlo.

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 380.3: Tartaro si è gromma di botte che si fa di vino, e quando la botte à tenuto migliore vino tanto è migliore tartaro, cioè la gromma; e vuol essere in pezzi e non trita, però ch'è più bella e più vendereccia e per portare d'uno paese in uno altro; e dura 30 anni in sua virtude.

3 Che vende, che vive di commercio.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 14, pag. 252.11: Intra l'altre laudabile costume de' nobili di Brettinoro era il convivere, e che non voleano, che uomo vendereccio vi tenesse ostello; ma una colonna di pietra era in mezzo il castello, alla quale, come entrava dentro il forestiere, era menato, ed a una delle campanelle convenìa mettere il cavallo e cappello; e come la fronte li dava, così era menato alla casa per lo gentile uomo, al quale era atribuita quella campanella, ed onorato secondo suo grado.

4 Fig. Corrotto.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 14.21, pag. 302.24: E ancora essendo venuto [[Giugurta]] a Roma, tutti per pecunia ovvero corrotti, ovvero attentati, discordie e turbamenti vi seminò; della quale quando uscìo, infamandola, disse: «Città vendereccia, e tostamente da perire, se trovassi comperatore!»

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 101, vol. 3, pag. 213.14: E per simile modo s'accordò meser Mastino della Scala colla Chiesa per Vm fiorini d'oro per anno. O Chiesa pecuniosa e vendereccia, come i tuoi pastori t'hanno disviata dal tuo buono e umile e povero e santo cominciamento di Cristo!

[3] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. III, pag. 242.13: Quella capo del mondo vendereccia corte papale, ella, capo sagrato, abbatte e inferma tutti gli altri membri. Vedi fellonía e viepiù vituperevole cosa nel nostro tempo! si vende in mercato sotto sozza condizione, cioè ad incanto, la santa cresima, i sacri ordini...

[u.r. 30.05.2007]