CAVELLE indef.

0.1 cavelle, ccavelle, chavelle, chevelle, chovele, chovelle, cobelle, cobelli, covele, covelle, covelli, cubelli, cubielle, kavelle, kebelle.

0.2 Lat. quod velles (DEI s.v. covelle).

0.3 St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.): 2.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. sen., 1301-1303; Lett. pist., 1320-22; Doc. volt., 1326; Doc. aret., 1337; Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.); Doc. fior., 1353-58.

In testi sett.: Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Boccaccio, Lett. napol., 1339; Stat. castell., a. 1366; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

0.5 Locuz. e fras. non cavelle 2.1.

0.7 1 Qualcosa, alcunché. 2 [In presenza di una negazione:] niente. 2.1 Locuz. indef. Non cavelle: niente.

0.8 Pär Larson 02.05.2002.

1 Qualcosa, alcunché.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 39.3, pag. 137: Pareame esser chevelle, chevelle me tenìa, / l'oppinion c'avìa faciame esser iocondo: / guardanno en quello specchio, la luce che n'escia / mostrò la vita mia che iacea nel profondo...

[2] Stat. sen., c. 1303, cap. 15, pag. 84.18: sieno tenuti andare ciascuni due mesi al Padule per rivedere le vie e li ponti e le fosse e li ragiuoli, andando da piei lo detto Padule infino al capo; e se trovaranno scipato cavelle, sèno tenuti esso fare raconciare in qualunque luogo è bisogno, a le spese de la Compagnia...

[3] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 5, pag. 5.10: Anco statuto e ordinato si è, ch'el Notaio del Singnori e del Comune sia tenuto e debbia, finito el suo officio, stare a sindicato tre dìne e rendare ragione dinançi da' syndici de l'aministrascione del suo officio e respondari dinanti da loro de ragione ad ongne persona che adimandare volessi covelli al Notaio...

[4] Doc. aret., 1337, 769, pag. 649.32: E se chevelle 'ro è tolto in lo contado d'Areço o de fore che sia loro di rasgione questi Comuni li aiutino a raquistare.

[5] Boccaccio, Lett. napol., 1339, pag. 109.39: Bien, se ti chiace cubielle, scrivincéllo, e beàmoti insorato alla chiazza nuostra.

[6] Gl Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 27, par. 2, vol. 2, pag. 63.15: E conciosiacosaké se dica ke alcune coçone overo tramecçatore [[...]] enducono, submectono e confortano a la podestà, capetanio e a loro offitiaglie e famegliare e al iudece de la iustitia e al syndico degli offitiaglie e agli altre offitiaglie del comuno de Peroscia forestiere e etiandio citadine a fare e conmectere overoké facciano overo conmectano fraude e baractarie e cose illicite e desoneste en loro e de loro offitie, e perciò covelle overo alcuna cosa donno overo facciono overo dare overo fare promectono en vergongna e danno del comuno de Peroscia...

[7] Doc. fior., 1353-58, [1353], pag. 75.29: Piero di Cienni, Simone di Michele Ristori, nuovi operai. Disermi che io prochacciassi e solicitassi loro a fare di riavere l'entrata dalla chamera e dalle Ghabelle. Che io istudiassi sì che per San Giovanni si vedesse fatto covelle sul champanile.

[8] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1137, pag. 264: La festa che fo facta, fo allo vescovato, / Et fo per santo Maximo benedicto et laudato, / Che venìa de ottobro, che era homo affandato: / Chi cobelli facevavi, era scomonicato.

[9] Stat. castell., a. 1366, pag. 122.34: Et se 'l priore prestasse covelle, che 'l sopriore mandi el priore a Santo Francessco en desceplina. E si el sopriore e i conselieri o camorlenghi o altra persona prestassaro covelle, che 'l priore mandi colui a Santo Francessco doi volte en desceplina...

[10] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), II, st. 21.2, pag. 158: Da po' ch'el t'è in piaçere / de le done savere e oldire covele, / de donçele e vedove e maridate / e de altre done che vènene con elle, / nova consa te farò oldire, / ma dirò per quele che là so' nomenate.

[11] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 171.15: A questo favellare li servitori della Cammora curzero e dissero: «Signore nuostro, que novitate ène? Volete cobelle

[12] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 7, pag. 139.18: El c. che à la 'nfermetà de l'arragiato ov(er)e efforato et sempre caca merda liquida, tanto che en ventre appena lgi remane covelle, como en multi addevene, sacce che non campa, ma cecto morerà.

2 [In presenza di una negazione:] niente.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 295.12: et ad li soi fo sì larkissimo, ke nulla die non fo, ke non dunasse de lo suo. Et scordaoli una die ke non dunao kebelle per affare molto ke abbe et poi ke li racordao, dixe: «Perké se non feco nocte quella bellidissima die ke perdiemino?»

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 10, pag. 202.21: un filosofo, il quale fu uno dei sette savi, che prima intesero a filosofia, fu molto pòvaro, donde molta gente il biasimava dicendo, che la sua filosofia non valeva cavelle, poscia ch'elli viveva in povertà...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 92.65, pag. 394: Spogliare se vol l'om d'onnecovelle, / cioè en questo stato, / e 'n la mente non posseder covelle...

[4] Stat. sen., 1301-1303, pag. 26.3: D'ogne massarizia che vanno e tornano da' poderi o da le vigne non se ne paghi cavelle.

[5] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), II, 19, pag. 182.1: Virgo è cosa sterile cioè senza frutto, così il sole quando è in Virgine non fa ingenerare cavelle.

[6] Lett. pist., 1320-22, 1, pag. 34.10: Sappi che lo procurator dello Vescovo avea mostrato a messer Iohanni, che lo Comune non ci facea piue, et che rapresentato lo processo non ci si farebbe piue cavelle...

[7] Doc. volt., 1326, 10, pag. 24.35: Allora disse ser Ubaldo: «io pur voglo sapere chi è: non temere di cavelle, che se non fusse o messer Actaviano o di sua famiglia, e non c'enterrà nimo».

[8] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 425.8, pag. 256: plu volte sença casone / l'omo se mette a far cose non belle; / ancor la grand aldatia altrui compelle / contra ço che Natura lo dispone, / sì ch'el procede for d'onne rasone, / e s'ella vi è non gli leva covelle.

[9] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 731, pag. 383, col. 2: Or responda chi vole / sopre le mei parole; / vui sete cacciunelli, / no sapite cobelli, / ma nello parlar mio / è scientia de Dio, / la quale à reprovati / tucti nostri peccati.

[10] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 182.1: egl Todine ce mandaro uno castellano. Po la venuta del quale castellano egl massare nonne vollsero fare covelle, e per quista cagione fo fatto alora el guasto a Castello Cerroallto.

[11] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 31, pag. 193.9: giaceva in cilicio e stava in orazione e confortavasi lodando Dio; e tanto più eccellentemente cominciò a dispregiare la gloria del mondo che passava, quanto vedendosi così legato cominciò a conoscere che non eran covelle quelli beni che aveva potuto perdere.

[12] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 10, cap. 18, vol. 2, pag. 394.22: e s'egli avea avuto bisogno d'aiuto, egli aveva il cuore malvagio e sconoscente, quando s'infingeva di non sapere covelle di sua venuta.

[13] Stat. castell., a. 1366, pag. 126.26: che 'l priore el debbia cassare sença niuna deliberatione, salvo si esso avesse male o ch'elli fosse fore de cità overo in ofitio overo in mano del comuno, che se niuno averà de questi accidenti, no(n) sia tenuto a covelle de questo capitulo.

[14] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 9, pag. 58.24: Vedi nova devisanza! E che più ène, chi non portassi capelletto in capo, varva foita, scarzella in centa, non ène tenuto cobelle, overo poco, overo cosa nulla.

[15] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 161, pag. 297.17: Et lo c. deve stare sulo e(n) ne la stalla et p(er) dui voi tre die si glie no(n) dia cobelle a (m)manecare né a beve(re).

- [Con omissione della negazione].

[16] Lett. pist., 1320-22, 1, pag. 33.15: Sìe che fui forte contento di quello che per te n'è stato solicitato; tucto che se piue caldamente non ci si fae lo principio, èe tanto freddo che monta guasi cavelle.

[17] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 3, pag. 515.24: Disse allora Calandrino: «E quante miglia ci ha?» Maso rispose: « Haccene più di millanta, che tutta notte canta.» Disse Calandrino: «Dunque dee egli essere più là che Abruzzi.» «Sì bene,» rispose Maso «sì è cavelle

2.1 Locuz. indef. Non cavelle: niente.

[1] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1373/74] lett. 17, pag. 62.20: S'egli segnoreggiasse tutto 'l mondo, reputasi non cavelle: ché così è sugetto alla morte egli come una vilissima creatura, e così trapassano le stolte dilitie del mondo e vengono meno in lui, come in uno altro...

[2] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 134, pag. 300.11: Tu ci creasti di non cavelle; adunque, ora che noi siamo, facci misericordia e rifa' e' vaselli che tu hai creati e formati alla imagine e similitudine tua.

[u.r. 19.10.2020]